Covid19, sanatoria in Portogallo per irregolari: “Ora stesso coraggio in Italia”

Il governo portoghese concede permesso di soggiorno a chi ha fatto richiesta d’asilo: l’obiettivo è quello di permettere a tutti accesso alle cure. Anche in Italia le organizzazione chiedono provvedimenti ad hoc. Miraglia (Arci): “E' una questione di sicurezza, ancor di più in un momento di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo”

Covid19, sanatoria in Portogallo per irregolari: “Ora stesso coraggio in Italia”

Un permesso di soggiorno per le persone che hanno fatto richiesta d’asilo nel paese. Nei giorni dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus il Portogallo sceglie la via della regolarizzazione dei migranti, per consentire l’accesso alle cure di tutte le persone che si trovano sul territorio nazionale. Come spiega il quotidiano El Pais il permesso di soggiorno non sarà dato indistintamente a tutti ma solo agli stranieri che lo hanno già richiesto e cerca di risolvere un problema burocratico creato dallo stesso stato di emergenza, come la chiusura di molti servizi pubblici, compresi i quelli per immigrazione. La misura entra in vigore retroattivamente, dal 18 marzo, data in cui è stata dichiarata dichiarata l’emergenza nel paese. I permessi scaduti durante questo periodo saranno automaticamente rinnovati. La semplice prova della domanda d’asilo basterà a usufruire del servizio sanitario nazionale, ma si potrà utilizzare anche per firmare contratti di lavoro, aprire conti correnti o richiedere la sovvenzione straordinaria approvata per i lavoratori che devono rimanere a casa per prendersi cura di bambini, genitori o nonni, o il beneficio per sospensione del contratto di lavoro. Una decisione, quella portoghese, in linea con la richiesta di tante organizzazioni umanitarie europee che in queste settimane stanno chiedendo maggiori tutele per i migranti e richiedenti asilo, innanzitutto per una questione di salute pubblica. Anche in Italia si susseguono in questo ore gli appelli alla regolarizzazione dei cittadini stranieri presenti nel nostro paese.

Bisognerebbe avere lo stesso coraggio e la stessa intelligenza del governo portoghese - sottolinea Filippo Miraglia di Arci - La  regolarizzazione degli stranieri è una questione di sicurezza, ancor di più in un momento di emergenza sanitaria: se le persone che hai sul territorio le conosci, gli dai un documento, sai dove stanno, puoi far in modo che rispettino le regole anche quelle previste per contenere il contagio del coronavirus”. Il Tavolo Asilo, formato dalle principali organizzazioni che in Italia si occupano di immigrazione, ha inviato una lettera aperta al Governo in cui, tra le altre cose, chiede che agli stranieri fuori dal circuito dell’accoglienza e ai senza fissa dimora venga concesso di accedere a strutture adeguate, individuandone anche di nuove se necessario. “A tutti, anche a chi non è in regola col permesso di soggiorno, va inoltre garantito l’accesso ai servizi sanitari, anche se non è iscritto al Ssn o non è titolare di Stp” chiede il Tavolo.  Le altre proposte riguardano il prolungamento del permesso di soggiorno e le categorie che ne possono usufruire. Si chiede inoltre l’estensione del reddito di cittadinanza ai titolari di un permesso di soggiorno annuale.

La necessità di occuparsi di questo tema è stata riconosciuta anche dalla ministra Bellanova perché l’irregolarità impatta anche sui comparti della produzione agricola e quindi sulla catena del cibo e sulla logistica - continua Miraglia -. Oggi molti stranieri garantiscono non solo la produzione e la raccolto di beni di prima necessità, ma anche la loro distribuzione nei supermercati. Solo così gli alimenti arrivano nelle case degli italiani”. La richiesta di una sanatoria per gli irregolari in Italia è anche contenuta nella proposta della campagna Ero straniero. Secondo le stime dei promotori con un provvedimento di emersione dal nero e con la regolarizzazione, entrerebbero almeno 1 miliardo di euro per lo Stato, ogni anno. Il numero degli irregolari che potrebbero usufruire del provvedimento è di 400.000 persone. "Regolarizzare, dunque, avrebbe un impatto sulla sicurezza sanitaria, ma garantirebbe anche la continuità del lavoro di queste persone, che non essendo più costrette al nero porterebbe nuove entrate nelle casse dello Stato - aggiunge Miraglia -. Inoltre, l’accesso alle cure sarebbe esteso  così da tutelare tutta la popolazione”. A chiedere la regolarizzazione dei migranti sono state oltre 100 organizzazioni in un documento contenente una serie di proposte da realizzare subito. A queste si aggiungono quelle specifiche per i braccianti che vivono nei ghetti firmate anche dai sindacati del settore agricolo.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)