Dal Venezuela al Perù: quei “passaggi informali” che mettono a rischio i migranti

Ogni giorno decine di migranti passano per Huaquillas. Partiti in quattro casi su cinque dal Venezuela, hanno attraversato a piedi Colombia ed Ecuador per cercare di entrare in Perù. Ma con la crisi sanitaria la frontiera è stata chiusa, così come gli uffici locali delle organizzazioni internazionali. Spingendo così la nascita di nuove “trochas”

Dal Venezuela al Perù: quei “passaggi informali” che mettono a rischio i migranti

Ogni giorno decine di migranti passano per Huaquillas. Partiti in quattro casi su cinque dal Venezuela, hanno attraversato a piedi Colombia ed Ecuador per cercare di entrare in Perù. Ma con la crisi sanitaria la frontiera è stata chiusa, così come gli uffici locali delle organizzazioni internazionali. Spingendo così la nascita di nuove “trochas”, ossia passaggi informali dove è possibile attraversare il confine.

Dormire per strada è illegale a Huaquillas da qualche mese a questa parte a causa di un’ordinanza. La sola alternativa è rimasta il centro “8 de septiembre”, gestito, tra gli altri, da Unhcr, Oim e Usaid. Che però può accogliere appena 90 persone al giorno: la capacità complessiva è di 150 ospiti, ma il numero è stato ridotto a causa della pandemia, che ha portato anche a una maggiore militarizzazione delle frontiere. “Il flusso migratorio è notevolmente aumentato negli ultimi mesi”, spiega il direttore del centro, Daniel Torres. “Le azioni repressive implementate dalle autorità locali impediscono ai migranti anche solo di fermarsi o fare una pausa nei parchi e nelle piazze della città, questo li obbliga a disperdersi o a camminare avanti e indietro senza una destinazione”.

Attraversamenti pericolosi. Silvia Campoverde, responsabile locale della Missione Gesuita per i rifugiati, dice a Osservatorio Diritti che “esistono decine di passaggi clandestini” e “questi percorsi illegali aumentano i rischi ai quali i migranti sono esposti”. Le trochas sono ormai gestite dai trafficanti di migranti, che impongono un pedaggio a chi vuole passare. E in questa situazione anche il Perù ha deciso di militarizzare la frontiera.

Il contesto. Tra la città di Huaquillas, Ecuador, e quella di Zarumilla, Perù, c’è solo un ponte con un piccolo canale che non è molto difficile attravers are. Una rotta piuttosto battuta prima della crisi sanitaria, visto che in Perù la vita è meno cara. Ancora oggi è di fatto impossibile riuscire a chiudere del tutto il flusso di persone a questa frontiera. Come conferma a Osservatorio Diritti un motociclista che chiede l’anonimato. “Il passaggio dall’altra parte della frontiera costa 8 dollari. Trasportiamo quotidianamente le persone da una parte all’altra della frontiera, la gente ha bisogno di fare la spesa, noi in moto impieghiamo solo pochi minuti per portarli in Perù”.

Con la diffusione della variante Delta le maglie degli spostamenti si sono strette: è stata chiusa l’intera provincia di El Oro ed è in vigore il coprifuoco notturno. Decisioni che stanno colpendo duro sull’economia del posto, tanto da aver scatenato a inizio agosto lo sciopero di camionisti e autotrasportatori.

L’articolo integrale di Samuel Bregolin (da Huaquillas, Ecuador), “Crisi umanitaria Venezuela: ecco cosa accade ai migranti tra Ecuador e Perù”, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)