Disturbi alimentari, la legge di Bilancio elimina il Fondo. “Emergenza nazionale”

Allarme di Laura Della Ragione (Numero Verde Nazionale SOS Disturbi Alimentari): “Chiuderanno decine di ambulatori in tutto Italia, se non si interverrà entro il 31 ottobre. Pazienti e famiglie saranno lasciati solli. Si riconosca un budget di spesa vincolante”

Disturbi alimentari, la legge di Bilancio elimina il Fondo. “Emergenza nazionale”

la Legge di Bilancio cancella i 25 milioni del Fondo per il contrasto ai Disturbi Alimentari, istituito dal governo Draghi per il biennio 2023-24 con lo scopo di rinforzare la rete degli ambulatori multidisciplinari dedicati al trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare, assenti in molte regioni italiane. Questo taglio “determinerà la chiusura di decine di ambulatori in tutta Italia se non si interverrà entro il 31 ottobre, data di scadenza del progetto. Pazienti e famiglie saranno lasciati soli e costretti a lunghi viaggi per accedere alle cure”: è quanto denuncia Laura Della Ragione, direttore della Rete Disturbi Alimentari Usl 1 dell’Umbria e Direttore del Numero Verde Nazionale SOS Disturbi Alimentari della Presidenza del Consiglio e dell’Istituto Superiore di Sanità.

E cita alcuni numeri di questa che si configura come una vera e propria emergenza nazionale: “In Italia, solo nel 2023, i decessi per malattie legate ai disturbi dell'alimentazione sono stati 3.780 - continua Dalla Ragione - Sono ormai la prima causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali. Ogni anno si intercettano sempre più casi nuovi (secondo il ministero della Salute, nel 2019 erano 680.569 e sono progressivamente cresciuti fino ad arrivare, nel 2023, a quota 1.680.456). La rete degli ambulatori multidisciplinari ha costituito un importante passo in avanti nella cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), anche se presente in modo disomogeneo sul territorio italiano: delle 126 strutture censite nel 2023 dall’Istituto Superiore di Sanità, il maggior numero dei centri (63) si trova nelle regioni del Nord (20 in Emilia Romagna e 15 in Lombardia), al Centro se ne trovano 23 (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). In questi ambulatori lavorano 1491 professionisti (780 dei quali assunti grazie all’utilizzazione del Fondo) impegnati quotidianamente in tutti gli ambiti coinvolti nel percorso di cura: il 25% è costituito da psicologi, il 18% da psichiatri e neuropsichiatri infantili, il 15% da infermieri, il 12% da dietisti e nutrizionisti, l’ 8% da educatori professionali, il 7% da medici specialisti in nutrizione clinica, il 5% da internisti o pediatri più altri specialisti tra tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali, fisioterapisti e operatori della riabilitazione motoria".

In tale contesto, "il lavoro da fare per colmare le lacune ancora presenti, soprattutto nel Sud Italia, è ancora molto - conclude Dalla Ragione - ma il segnale che arriva dal governo va nella direzione opposta. Credevamo che il Fondo venisse rinnovato, mentre rischiamo di assistere, a fronte di un aggravarsi del fenomeno, alla chiusura di decine di centri in Italia. Ora possiamo solo sperare che ai disturbi alimentari, dal 2017 inseriti nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), sia riconosciuto un budget di spesa vincolante per garantire un'assistenza stabile in tutta Italia”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)