Droghe: 1 studente su 4 consuma cannabis. Alcol, è sorpasso di genere

I dati della Relazione del governo. Mantovano: “Aumenta la percentuale dei giovani dai 15 ai 19 anni che consuma droghe (almeno una sostanza nell’ultimo anno), che passa dal 18,7% al 27,9%”. La cocaina continua ad essere una delle sostanze più presenti nel mercato delle droghe in Italia. Forum Droghe: “Non accetteremo manipolazioni, serve mobilitazione della società civile e della politica”

Droghe: 1 studente su 4 consuma cannabis. Alcol, è sorpasso di genere

È stata pubblicata ieri, con 19 giorni di ritardo sulla scadenza di legge del 30 giugno, la relazione del Governo sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Stefano Vecchio, presidente di Forum Droghe, mette in luce come la Relazione al Parlamento “confermi i dati del Libro Bianco: più di un terzo dei detenuti è in carcere per effetto della legge italiana sulle droghe e altrettanti sono ‘tossicodipendenti’. Questo dato, che evidenzia il danno ai diritti civili, alle cure e alla salute delle persone che usano droghe e che smentisce clamorosamente le dichiarazioni della Presidente del Consiglio, non ha meritato alcun commento o valutazione da parte del sottosegretario Mantovano”.

“L’assenza di ogni riferimento agli interventi di riduzione del danno - continua Vecchio - completa il quadro della posizione cinica e di guerra aperta alle persone che usano droghe. È necessaria una mobilitazione che coinvolga la società civile e la politica che non si riconosce in questa prospettiva, verso una progressiva decriminalizzazione e deistituzionalizzazione delle persone che usano droghe e una riorganizzazione del sistema dei servizi e degli interventi nella prospettiva della riduzione del Danno e della promozione alla salute”.

Nella sua introduzione alla Relazione, il sottosegretario Mantovano ricorda che “i dati relativi al 2022 evidenziano ancora una volta un aumento della percentuale dei giovani dai 15 ai 19 anni che consuma droghe - almeno una sostanza nell’ultimo anno - che passa in un anno, e in modo preoccupante, dal 18,7% al 27,9%. Questo incremento si ritrova anche nella fascia di popolazione giovanile che dichiara di aver consumato sostanze illecite negli ultimi 30 giorni, che passa dal 10,9% al 18,3%”.
Continua Mantovano: “La spesa stimata dall’Istat da parte di tutti i consumatori per l’acquisto di sostanze stupefacenti è di 15,5 miliardi di euro: una ricchezza enorme dilapidata, che si somma - in negativo - ai danni, spesso irreversibili, derivanti alle persone dall’uso delle sostanze, e ai rilevanti costi sociali e sanitari della cura e del recupero, oltre che della sottrazione all’adempimento di doveri elementari”.
Per Mantovano, “l’impatto complessivo sulla Nazione rischia di oltrepassare l’entità media di una legge di bilancio. Senza trascurare, fra le voci che concorrono a integrare il costo sociale delle dipendenze, l’incremento dei sinistri stradali legati alla alterazione alla guida di un veicolo a causa dell’assunzione di droga. Quanto alle sostanze, ne sono state identificate molte nuove, soprattutto sul mercato on-line, per la facilità di accesso a esso, mentre le droghe ‘tradizionali’ continuano a circolare, e permane il primato di maggiore utilizzo per la cannabis e i suoi derivati”.

La situazione nazionale in breve

Nella Relazione si evidenzia come il fenomeno analizzato da un punto di vista dei consumi appare in aumento sia nella fascia 18-64 anni sia nella fascia 15-19 anni. In particolare, preoccupante è l’incremento nella fascia giovanile rispetto ai dati riferiti al 2021 (aumento dei consumi dal 18,7% al 27,9%) con un aumento rilevante soprattutto per cannabinoidi sintetici e NPS.
“Nei dati di quest’anno – si legge - da segnalare in particolare la persistenza di una alta prevalenza di uso di cannabinoidi sintetici e delle NPS che nel loro complesso rappresentano circa il 10% dei consumi. Sostanze queste ‘di nuova generazione’ che hanno come fonte principale di acquisto il mercato del web. Ulteriore dato che colpisce è l’uso di psicofarmaci (SPM) riportato nella fascia 15-19 anni al 10,8% (nel 2021 era di 6,6%)”. La tendenza generale, all’interno di questo contesto d’uso, per quanto riguarda purezza e prezzo, è quello dell’aumento della media di principio attivo per l’hashish con una contemporanea riduzione del prezzo.
A fronte di questo macro tendenza, dal punto di vista della salute, la Relazione evidenzia come si registri “un aumento generale dell’utenza sia dei servizi pubblici sia delle comunità terapeutiche, oltre che un contemporaneo aumento degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri dovuti a problematiche droga-correlate. Si registra inoltre anche un aumento delle diagnosi di infezione da Hiv e Aids (in forma tardiva)”.

La cocaina continua ad essere una delle sostanze più presenti nel mercato delle droghe in Italia, con un flusso di sostanza proveniente in prevalenza via mare dai Paesi di produzione sudamericani.
“Negli ultimi quattro anni i quantitativi intercettati nel nostro Paese sono passati da circa 3 tonnellate e mezzo (2018) a oltre 26 tonnellate di sostanza sequestrata, il 77% delle quali presso le aree doganali marittime – si sottolinea -. A fronte di una maggiore diffusione nel territorio non è cambiata nel tempo la concentrazione media (70%) di principio attivo rilevata nei campioni di sostanza analizzati. Stabili anche il costo medio al chilogrammo a livello del narcotraffico (38.300 euro) e il prezzo sul mercato della strada, dove un grammo di sostanza costa in media 83 euro. La spesa per il consumo stimata nel 2022 rappresenta poco meno di un terzo della spesa generale attribuita all’acquisto di sostanze stupefacenti e si aggira intorno ai 5 miliardi di euro.
Tornano a crescere anche i consumi fra i giovanissimi (15-19enni): nel 2022 circa 44 mila studenti (ossia il 2% della popolazione studentesca) ne riferiscono l’utilizzo. Sono mezzo milione le persone tra i 18 e gli 84 anni (1,1%) che ne hanno fatto uso nel corso dello stesso anno, rendendo evidente che la cocaina resta una delle sostanze stupefacenti più diffuse nel Paese, dato confermato anche dalle analisi delle acque reflue.
La penetrazione nei territori è confermata anche dall’incremento nell’ultimo decennio delle segnalazioni per possesso di sostanza per uso personale (Art.75 DPR n.309/1990), che rappresentano il 18% del totale delle segnalazioni avvenute nel 2022 e che vedono protagonisti soprattutto i consumatori con almeno 30 anni di età. A fronte di un generale decremento delle denunce per traffico e detenzione (Art.73 DPR n.309/1990) e quelle per associazione finalizzata al traffico illecito (Art.74 DPR n.309/1990), crescono in percentuale quelle associate a reati penali cocaina/crack-correlati.
“Gli ultimi anni hanno reso evidente anche il maggiore impatto dei danni sanitari correlati alla sostanza e, se i dati del 2022 riferiti alle persone in trattamento presso i SerD, per uso primario o secondario di cocaina, mostrano una sostanziale stabilizzazione, cresce il numero di coloro che intraprendono un percorso nell’ambito dei servizi per le dipendenze del Privato Sociale, dove questa è la sostanza per il maggior numero di persone (39%) in trattamento – si afferma -. Importante inoltre evidenziare che la cocaina rappresenta la sostanza d'uso primaria per oltre la metà dei detenuti tossicodipendenti e che il numero assoluto dei detenuti assistiti per disturbi da uso di sostanze da questa sostanza (10.047 soggetti) è quasi il doppio di quello riferito agli oppioidi (5.323 soggetti)”.
In progressivo aumento anche i ricoveri correlati al consumo di cocaina, sia per diagnosi principale sia per diagnosi multiple droga-correlate, rispettivamente pari al 24% e 34% dei ricoveri droga-correlati. Coerentemente aumentano anche i decessi attribuibili a overdose da cocaina/crack che nel 2022 hanno superato il 22% del totale (n.66). In generale si assiste quindi a un aumento della diffusione di cocaina, sia sul mercato sia a livello dei consumi: un fenomeno che necessita di essere attentamente monitorato al fine di contrastarne la diffusione e prevenirne il consumo.

Il panorama degli under 25

Le sostanze psicoattive, legali e illegali, risultano piuttosto diffuse tra i giovanissimi. Nel 2022 si è osservato un generale aumento dei consumi che sono tornati a valori in linea o superiori rispetto a quelli pre-pandemici. Tra le sostanze psicotrope legali, la più diffusa è l’alcol, consumato nell’anno da circa 1 milione e 900 mila studenti di 15-19 anni. Per oltre 780 mila studenti (33%) si è trattato di un consumo elevato che ha portato all’intossicazione alcolica e, tra i 18-24enni, la quota di quanti si sono ubriacati nell’ultimo anno è circa il 50%.
La grande novità sta nel sorpasso di genere: nel 2022 sono state soprattutto le studentesse sia ad utilizzare alcolici (M=77%; F=79%) sia ad essersi ubriacate (M=29%; F=35%). In forte aumento anche l’uso di psicofarmaci senza prescrizione medica che nell’ultimo anno ha coinvolto quasi 270 mila 15-19enni. Queste sostanze risultano da sempre più diffuse tra le studentesse, per le quali, nel 2022, si registrano i valori di consumo nell’anno più elevati mai osservati fino a oggi (15,1%).
Il consumo di sostanze psicoattive illegali ha interessato circa il 30% della popolazione studentesca, il dato è in crescita rispetto al 2021 e ha raggiunto valori superiori a quelli pre-pandemici. La sostanza maggiormente utilizzata è la cannabis, seguita dalle nuove sostanze psicoattive, inalanti e solventi, cannabinoidi sintetici, stimolanti, allucinogeni, cocaina, anabolizzanti e oppiacei.
La cannabis è stata consumata dal 24% degli studenti e da oltre un quarto dei 18-24enni, con percentuali che tendono a diminuire dopo i 25 anni. Aumenta anche la quota di minorenni segnalati per violazione dell’Art.75 DPR n.309/1990, in particolare tra le ragazze che, nel 2022, raggiungono il 16% (M=11%; Totale=12%). Così come crescono del 15%, rispetto all’anno precedente, le denunce alle Autorità Giudiziarie per reati droga-correlati a carico di minorenni.
Nel 2022, quasi il 10% degli accessi al Pronto Soccorso direttamente droga-correlati ha riguardato minorenni e circa il 14% 18-24enni. Tra i ricoveri con diagnosi principale droga-correlata, il 15% ha riguardato persone con meno di 24 anni, valore che risulta anch’esso in aumento. Si osserva inoltre una generale riduzione dell’età media dei ricoverati, specialmente nel genere femminile. In controtendenza si osserva una diminuzione dei decessi per overdose tra gli under 25.

Gli utenti dei servizi pubblici under 25 costituiscono circa il 6% del totale degli assistiti, percentuale che sale quasi al 20% tra i nuovi utenti. Nei servizi del Privato Sociale rappresentano una quota di poco superiore al 9%. In controtendenza, si osserva una diminuzione dei decessi per overdose tra gli under 25 e una diminuzione della percentuale di minorenni o giovani adulti in carico ai Servizi Sociali Minorili per reati droga-correlati che, dal 20% osservato nel 2020, si attesta a circa il 17% nel 2022.
In leggera diminuzione anche i 14-25enni sottoposti a misure penali di comunità o misure alternative alla detenzione per reati droga-correlati, che passano dal 16% nel 2021 al 13% nell’ultima annualità, a fronte di un aumento del numero complessivo dei giovani sottoposti a questa tipologia di misure alternative.
“Oltre all’uso di sostanze, negli ultimi anni, si è assistito all’emergere di ulteriori comportamenti a rischio e potenzialmente additivi, spesso legati a Internet e alle nuove tecnologie – si evidenzia -. Il più diffuso tra questi è il gioco d’azzardo che nel 2022 ha interessato circa la metà degli studenti 15-19enni. In seguito alla pandemia si osserva inoltre un incremento dell’utilizzo di Internet a rischio e della percentuale di vittime e autori di atti di cyberbullismo. Sempre nel mondo delle relazioni digitali emergono nuovi fenomeni come il ghosting o il ritiro sociale volontario. Il primo, nel 2022, ha coinvolto oltre 850mila studenti mentre sono circa 55mila gli studenti che sono rimasti isolati per oltre 6 mesi”.

Forum droghe: “Non accettiamo manipolazioni”

Per Susanna Ronconi, membro del Comitato Scientifico di Forum Droghe, “la Relazione è riuscita a bandire, come ai peggiori tempi di Giovanardi, il termine universalmente accreditato di Riduzione del danno (Rdd), declinandolo come prevenzione, con buona pace della Strategia europea cui dovremmo aderire. Una mossa ideologica che per fortuna l'Emcdda europeo almeno in parte contiene, dato che obbliga anche l'Italia di Mantovano a fornire i dati sui servizi e gli interventi di Rdd. Così, sebbene in modo stravolto, nascosto e confuso negli obiettivi, troviamo alcuni dati su unità mobili e ‘drop in’ e sui loro interventi. Uno scenario deprimente: ancora e sempre una geografia disuguale, carente, insufficiente, anche se la Rdd, così propriamente definita nel 2017, è e dovrebbe essere un Livello essenziale d’assistenza.”

A questo proposito Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe, sottolinea che “il sottosegretario Mantovano nella sua introduzione continua a spacciare la consultazione a senso unico avviata dal Governo - culminata nella messa in scena del 26 giugno - in ‘metodo di lavoro condiviso’ e annuncia di voler ‘modificare l’impostazione’ della relazione: il Governo sappia che non accetteremo manipolazioni ideologiche nascoste nell’’adeguamento nella raccolta dei dati’. Gli stessi che rendono l’evidenza del fallimento dell’approccio proibizionista: una legge che da 33 anni criminalizza il consumo e riempie le nostre carceri a tassi doppi di quelli europei non solo non riesce ad arginare i consumi fra i più giovani – che ritornano negli intervalli pre-pandemia - ma li indirizza verso quelli più pericolosi. Perché – conclude Fiorentini - i cannabinoidi sintetici esistono, e sono pericolosi, solo perché c’è il proibizionismo: in un regime di regolamentazione legale della cannabis non avrebbero mercato”.

Daniele Iacopini

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