Droghe, in Europa trattamenti e assistenza limitate per chi è in carcere

In Europa tra il 30% e il 75% delle persone con problemi relativi all'uso di droghe è stato in prigione. Un nuovo rapporto dell’Osservatorio europeo sulle droghe esamina un'ampia gamma di questioni in ambito carcerario, compreso l'uso di droghe e i danni, le risposte sanitarie e sociali

Droghe, in Europa trattamenti e assistenza limitate per chi è in carcere

Le conoscenze attuali e le sfide future sulla droga e sul carcere in Europa sono esaminate oggi in un nuovo importante studio pubblicato dall'Agenzia europea sulla droga (Oedt).
Pubblicato alla vigilia della Giornata internazionale contro l'abuso e il traffico illecito di droga, il rapporto, dal titolo “Prigione e droga in Europa: sfide attuali e future”, esamina in modo approfondito un'ampia gamma di questioni in ambito carcerario, compreso l'uso di droghe e i danni, le risposte sanitarie e sociali e l’offerta di sostanze. Il Rapporto rileva inoltre che, mentre in diversi paesi europei i servizi in carcere per le persone con problemi di droga sono aumentati, le opzioni di trattamento e assistenza disponibili per questo gruppo rimangono limitate e devono essere ampliate.

I numeri

Ogni giorno, in Europa ci sono in media più di 856 mila persone in carcere. I detenuti hanno maggiori probabilità rispetto ai loro coetanei di aver fatto uso di droghe, di fare uso di droghe regolarmente o di avere problemi legati alla droga. Hanno anche tassi più elevati di infezione da Hiv, da virus dell'epatite B (HBV), virus dell'epatite C (HCV) e tubercolosi. Per coloro che si iniettano oppioidi, il rischio di morire per overdose aumenta notevolmente nel periodo iniziale dopo la scarcerazione. “Dato che le persone in carcere provengono dalla società e alla fine vi ritornano, è probabile che gli interventi realizzati in questo contesto abbiano un impatto significativo sulla salute pubblica complessiva”, si afferma.

Il direttore dell'Oedt, Alexis Goosdeel, afferma: “È fondamentale avere una buona comprensione dei modelli e della prevalenza del consumo di droga tra la popolazione carceraria e identificare il tipo di risposte disponibili e che funzionano meglio. Spesso è in carcere che le persone che fanno uso di droghe accedono per la prima volta ai servizi sanitari e sociali. Questo rapporto mette in evidenza alcune delle sfide, ma anche le opportunità, che emergono in questo contesto per intervenire e fornire supporto per ridurre i danni correlati alla droga. Descrive inoltre come gli strumenti dell'Oedt stanno aiutando a rafforzare il monitoraggio, scambiare le migliori pratiche e informare i paesi nelle loro decisioni politiche e pianificazione dei servizi in questo settore”.

L'importanza del contesto carcerario per affrontare i problemi della droga è sottolineata nella nuova strategia dell'Ue in materia di droga 2021-2025, che include una priorità strategica volta a rispondere alle esigenze sanitarie e sociali delle persone che fanno uso di sostanze in carcere e dopo la scarcerazione. L'Oedt ha sviluppato un quadro metodologico per monitorare la droga in questo contesto, compresi strumenti come il questionario europeo sul consumo di droga tra le persone in carcere (EQDP).
Basato su dati provenienti da 30 paesi, il rapporto odierno presenta gli ultimi sviluppi nel campo della droga e del carcere, identificando le lacune nelle conoscenze e le implicazioni per la politica, la pratica e la ricerca.

Le interconnessioni tra droga e carcere

È molto più probabile che le persone in carcere abbiano usato droghe, facciano uso di droghe regolarmente e sperimentino problemi legati alla droga rispetto ai loro pari nella società. Questi sono i risultati di studi condotti in tutto il mondo, nonostante le differenze significative tra i paesi.
A livello mondiale, si stima che delle persone in carcere, il 30% degli uomini e il 51% delle donne hanno un disturbo da uso di droghe. A livello europeo, gli studi hanno dimostrato che tra il 30% e il 75% delle persone con problemi relativi all'uso di droghe è stato in prigione nella loro vita. L'elevata prevalenza del consumo di droga tra le persone in carcere riflette e si riflette in una serie di fattori sociali.

La droga, il consumo di droga e le esperienze carcerarie sono interconnesse in vari modi. In primis, molte persone sono in prigione per aver commesso reati previsti dalle leggi sulla droga, ma queste persone non hanno necessariamente essi stessi una storia di consumo di droga; questi reati includono il traffico o la produzione di droga. Nel 2019 c'erano oltre 850 mila detenuti in tutta Europa, di cui Il 18% aveva ricevuto una condanna definitiva per reati connessi alla uso, alla detenzione o alla fornitura di sostanze illecite.
La seconda interconnessione tra droga e carcere si riferisce a persone che fanno uso di droghe e sono in carcere per reati connessi al loro consumo di droga, ad esempio quei reati commessi per sostenere o finanziare la loro dipendenza, oppure i crimini commessi sotto l'effetto di droghe. Sebbene è probabile che la natura del legame droga-crimine sia complessa e multifattoriale, è ben documentato che i dipendenti da sostanze illecite sono responsabili di una sproporzionato numero di reati, in particolare reati commessi per lucro (reati acquisitivi). Il coinvolgimento nella criminalità generatrice di reddito può, in larga misura, riflettere le esigenze degli utenti di ottenere fondi per sostenere il loro consumo di droga.
Una terza interconnessione tra consumo di droga e carcere si riferisce a persone che fanno uso di droghe e sono in prigione, ma non necessariamente per reati connessi al consumo di droga. Si riferisce al fatto che i reati e l'uso di droghe possono avere fattori di rischio comuni, quali l'emarginazione sociale, la deprivazione economica, l’abbandono scolastico, la disoccupazione, l’abbandono infantile e l’abuso e l’avere genitori con storie di uso di sostanze o disturbi di salute mentale.

Studi sulla relazione tra le sostanze e il crimine hanno concluso che la probabilità di commettere crimini di qualsiasi tipo è fino a otto volte maggiore per le persone che fanno uso di droghe rispetto a coloro che non lo fanno; ha anche trovato una differenza nell'associazione con le diverse sostanze: le probabilità di compiere reati erano più alte tra quelli che facevano uso di crack (circa 6 volte maggiore), seguite da eroina (circa 3 volte maggiore) e cocaina (circa 2,5 volte maggiore). E’ stato travata anche una connessione statistica tra uso di droghe ricreative, compresa la cannabis, e reati, sebbene il legame fosse sostanzialmente più debole.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)