Effetti collaterali. Su chi pesano veramente le sanzioni alla Russia? E chi ci guadagna?

Oltre all’atavica capacità di resistenza, hanno giocato a favore di Putin&co. i tanti “circuiti collaterali” che si attivano ogniqualvolta inizi un embargo

Effetti collaterali. Su chi pesano veramente le sanzioni alla Russia? E chi ci guadagna?

È sempre meglio combattere con le armi economiche piuttosto che con quelle a polvere da sparo, ma non sempre si rivelano particolarmente efficaci. Situazioni pesanti di embargo internazionale vigono da anni nei confronti di Corea del Nord e Iran, senza scalfire le dittature locali e probabilmente facendo soffrire ancor più le popolazioni.
Non si sa quanto stia soffrendo la popolazione russa, certamente non molto le élites guidate da Vladimir Putin. Le dure sanzioni economiche messe in piedi dai Paesi occidentali hanno aggravato le condizioni dell’economia russa, ma non l’hanno piegata. D’altronde i russi sono storicamente abituati alla resilienza, le popolazioni rurali vivono di un’economia di semi-sussistenza con tenori di vita lontani da quelli italiani.
Ma, oltre all’atavica capacità di resistenza, hanno giocato a favore di Putin&co. i tanti “circuiti collaterali” che si attivano ogniqualvolta inizi un embargo. Per spiegarci: non si vola direttamente a Mosca, ma si triangola attraverso la Turchia, la Georgia, l’Armenia. Non si esportano merci direttamente, ma attraverso la Serbia, il Kazakhstan, ancora la Turchia. Non si forniscono semilavorati e prodotti finiti dai Paesi occidentali, ma ci pensano i cinesi a riempire il vuoto.
L’economia russa si basa essenzialmente sull’esportazione di materie prime: petrolio soprattutto, ma anche metano, diamanti, nickel, grano… E se i mercati europei sono chiusi, allora saranno la Cina e l’India a comprare (sottocosto) il greggio e il gasolio russi. Una mano inaspettata è arrivata a Putin pure dall’Arabia Saudita, con la quale ha concordato di calare la produzione di greggio per far alzare i prezzi alla pompa (sono i due principali produttori mondiali dopo gli Usa): ecco la spiegazione di benzina e gasolio a 2 euro al litro qui da noi.
Visto poi che le petroliere non vengono assicurate dalle compagnie occidentali, la Russia si è comprata nel frattempo alcune navi che portano il greggio siberiano in India e nel sudest asiatico. Le armi le sta fornendo la Corea del Nord, dotata di un arsenale secondo solo a quello americano. Bombe in cambio di grano russo, vista l’atroce fame che soffre il popolo coreano.
Ecco, le vittime di tale situazione sono soprattutto “collaterali”. La rarefazione del grano russo e ucraino pesa sulle società africane che vivono di quel grano: l’Egitto è sull’orlo del collasso, i cento milioni di egiziani sono stati invitati dal governo a nutrirsi di zampe di gallina, “che sono proteiche”. Pesa sui siriani che vivono sotto un protettorato russo; pesa sugli anziani pensionati russi alle prese con un’inflazione che li sta costringendo al pane e latte.
Pesa pure su certe categorie economiche italiane che hanno azzerato (o quasi) l’export verso la Russia: dai produttori di mele e pere del Nordest, al tessile e all’arredamento, alle case automobilistiche fino ai costruttori di quei macchinari che facevano funzionare le fabbriche russe. Le uniche che vanno a pieni giri sono solo quelle di armi, dentro e fuori la Russia…

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Fonte: Sir