Eruzione Tonga. Padre Hashda (Pime): “I vulcani? Un rischio calcolato”

"Sappiamo che siamo in una zona sismica, può succedere in qualsiasi momento di assistere a tsunami ed eruzioni”. Dalla missione del Pime in Papua Nuova Guinea è padre Dominique Hashda, missionario e parroco a Watuluma, nella piccola isola di Goodenough, a parlare della situazione nel Pacifico. "A Tonga - conferma - è stato un disastro"

Eruzione Tonga. Padre Hashda (Pime): “I vulcani? Un rischio calcolato”

“L’eruzione dei vulcani qui è frequente: non è un fenomeno nuovo questo, sappiamo che siamo in una zona sismica, può succedere in qualsiasi momento di assistere a tsunami ed eruzioni”. A parlare al telefono con la redazione di “Popoli e Missione”, dalla missione del Pime in Papua Nuova Guinea, è padre Dominique Hashda, missionario e parroco a Watuluma, nella piccola isola di Goodenough. “Noi stiamo bene e non abbiamo risentito di questa eruzione, il mare adesso è calmo ma è vero che a Tonga è stato un disastro”, aggiunge.

“Qui siamo tranquilli”. “Di solito quando accadono questi fenomeni noi padri del Pime rispondiamo subito e andiamo – spiega –. Nel caso delle isole di Tonga non ci hanno chiesto aiuto, anche perché siamo lontani diversi chilometri, ma il nostro confratello Fabio Motta è partito qualche giorno fa per un’isola vicina e sarà di ritorno domani”. In questo momento padre Dominique si trova nella città di Alotau, nella provincia di Milne Bay e spiega che le eruzioni vulcaniche sono un rischio calcolato.

“Quasi tutte le nostre missioni sono a Milne Bay: per fortuna qui siamo tranquilli e non ci sono stati danni da noi, sebbene si senta quando i vulcani si risvegliano!”.

Case povere e fragili. Il problema è per gli abitanti locali:“Le case delle persone sono costruite con materiali poveri e tradizionali, con il legno della foresta. Le abitazioni dei missionari e quelle delle suore, gli ospedali e le scuole invece sono in muratura. Le abitazioni della gente sono fragili e vengono giù con facilità”, dice.

Poi aggiunge che in una di queste isole dove opera un confratello, padre Giovanni, “esce acqua bollente dal suolo e dalla roccia e sappiamo che si tratta di un vulcano ancora attivo”.

“Distruggono quello che c’è”. “Ogni tanto i vulcani si risvegliano ed eruttano e distruggono quello che c’è. L’eruzione provoca degli tsunami, a questi si uniscono i cicloni che arrivano dal mare, come quello del 2019, chiamato proprio Goodenough”. In quell’occasione il ciclone distrusse parrocchie e ospedali: “C’era stata una pronta e bella risposta anche dall’Italia; quell’anno ci hanno molto aiutato”.

Le attività della missione. Goodenough è l’isola scelta dal Pime per l’evangelizzazione in Papua Nuova Guinea negli anni Ottanta, dove era stato martirizzato padre Giovanni Mazzucconi in odium fidei. “Nella parrocchia abbiamo anche una vocational training school, un ospedale, laboratori, una scuola primaria e secondaria e tre scuole elementari. Tutti gli insegnanti e gli studenti sono residenti qui da noi in parrocchia”, spiega padre Dominique. E saluta con parole di speranza.

Ilaria De Bonis*

*redazione Popoli e Missione

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Fonte: Sir