Festeggiare il Ramadan a scuola? "E' il tema del futuro"

Intervista al sociologo Ciocca: "I musulmani rappresentano il 4,5% della popolazione residente in Italia, e ben il 9% degli studenti italiani: nelle scuole del nord, possono esser anche il 90%. La Lega dovrà prendere atto che la popolazione musulmana è a pieno titolo italiana"

Festeggiare il Ramadan a scuola? "E' il tema del futuro"

"I musulmani rappresentano il 4,5% della popolazione residente in Italia, e ben il 9% degli studenti italiani - pari a circa mezzo milione - in particolare a nord, dove possono rappresentare anche il 70/80% degli studenti. La scelta della scuola 'Iqbal Masih' di Pioltello di stabilire un giorno per festeggiare la fine del Ramadan rappresenta il tema del futuro". Ne è convinto Fabrizio Ciocca, sociologo dei fenomeni migratori e dottore di ricerca in Storia dell'Europa all'Università la Sapienza di Roma. Con l'agenzia Dire, lo studioso commenta la scelta del preside della scuola in provincia di Milano di dare un giorno di vacanza per consentire agli studenti di fede musulmana di celebrare la conclusione del mese sacro per l'islam, il prossimo 10 aprile.

A proposito della presenza musulmana nel nostro Paese, "in realtà non c'è una comunità musulmana, bensì varie, e non ce n'è una che prevarica sulle altre". L'immigrazione, ricorda, "è iniziata dalla fine degli anni sessanta con tunisini, marocchini e egiziani. Parliamo ormai di 50 anni fa. A livello statistico, i musulmani sono 2 milioni e 700mila, pari al 4,5% della popolazione residente in Italia e in linea con i numeri dell'Unione europea". Si possono indicare quindi tre dinamiche: "I primi stranieri arrivati negli anni '70 e '80, con background legato ai Paesi d'origine, poi abbiamo una seconda e terza generazione di giovani musulmani nati e cresciuti in Italia, e infine la categoria dei convertiti, tra i 50 e 70mila". Si tratta quindi di una presenza "ormai radicata e insediata nel territorio italiano. Il 55% di tutti i musulmani si concentra poi tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, e in due città metropolitane - Roma e Milano - dove i musulmani superano le 100mila unità".

La decisione del preside della scuola di Pioltello ha tuttavia generato molte critiche, anche tra esponenti del governo di Giorgia Meloni, a partire dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. Questo fatto indica forse che l'Italia è un Paese islamofobo? "Non disponiamo ancora di dati statistici che sappiano darci una risposta né confermare un fenomeno sistemico", risponde lo studioso, "tuttavia appare come un problema latente che scoppia in concomitanza di episodi di cronaca o elezioni politiche". Ciocca continua: "Ogni anno si registrano episodi contro persone di fede islamica: dalle donne attaccate perché indossano il velo a casi di vandalismo nelle moschee, fino a trasmissioni televisive o discorsi di partiti di destra che discriminano i musulmani, presentando queste persone in modo ironico oppure aggressivo, accusandoli di una presunta invasione che non c'è" oppure di "sostituzione etnica o di cambiare le tradizioni".

Diverse ricerche universitarie condotte in seguito ad attacchi di estremisti come il gruppo Stato Islamico, come ricorda Ciocca, hanno permesso di rilevare che "sui social si registravano post contro le comunità musulmane in Italia". Per frenare questi episodi però, denuncia il docente, "il reato di islamofobia non è ancora stato inserito nel Codice civile, sebbene sia previsto tra le discriminazioni razziali". In questo quadro, "una scuola che decidesse di rimuovere prodotti derivanti dai suini dalle mense, a fronte di tanti allievi musulmani, potrebbero essere accusate di voler 'islamizzare' l'istituzione piuttosto che compiere una scelta di buon senso". Allora, secondo il ricercatore, "la vicenda di Pioltello è il sintomo di una popolazione che cambia. "Oltre agli slogan scomposti della Lega", dice lo studioso, "allora riflettiamo anche sul fatto che tanti Comuni e quindi scuole si sarebbero svuotati se non fosse per la presenza degli immigrati, con tanti posti di lavoro persi". Secondo Ciocca, anche il partito del Carroccio "prima o poi dovrà prendere atto che la popolazione musulmana è a pieno titolo italiana". Un tema che chiama in causa anche la sinistra, più preoccupata, secondo il sociologo, che la presenza musulmana "crei problemi ai diritti delle donne oppure rimetta in discussione la laicità della nostra repubblica". Ciocca conclude: "Sono paure e perplessità che vanno analizzate e capite, anche attraverso maggiori momenti di incontro tra le persone". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)