Gaza. L’appello di 230 organizzazioni: “Cessate il fuoco immediato”

Si chiede di evitare una catastrofe umanitaria e un'ulteriore perdita di vite innocenti. Tra le richieste: far entrare nella Striscia aiuti umanitari e la riconsegna degli ostaggi nella mani di Hamas

Gaza. L’appello di 230 organizzazioni: “Cessate il fuoco immediato”

“Siamo stati testimoni di morte e distruzione indescrivibili nella Striscia di Gaza e in Israele. Migliaia di persone sono state uccise, ferite, sfollate e quasi duecento sono ancora tenute in ostaggio, compresi bambini e anziani.  A Gaza, le Nazioni Unite hanno dichiarato che l'acqua, il cibo, il carburante, le forniture mediche e persino i sacchi per i cadaveri si stanno esaurendo a causa dell'assedio”. Inizia così l’appello firmato da 230 organizzazioni internazionali (tra cui Save the children, ActionAid, Sos children Palestina) che chiedono di evitare quella che sta diventando una catastrofe umanitaria. 

“L'Onu ha avvertito che le persone, in particolare i bambini piccoli, inizieranno presto a morire per grave disidratazione. Interi quartieri sono stati distrutti e trasformati in macerie. I palestinesi in cerca di sicurezza non sanno dove andare. Molti di coloro che si sono trasferiti dal nord di Gaza al sud dopo l'ordine di trasferimento dell'esercito israeliano sono stati bombardati mentre cercavano di fuggire o una volta arrivati nel sud di Gaza” si legge. “Gli eventi dell'ultima settimana ci hanno portato sull'orlo di una catastrofe umanitaria e il mondo non può più aspettare ad agire. È una nostra responsabilità collettiva”. 

Domenica 15 ottobre, il Coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati ha lanciato un appello a tutte le parti in conflitto e agli Stati membri influenti affinché concordino urgentemente un cessate il fuoco umanitario. “Oggi uniamo le nostre voci e invitiamo i capi di Stato, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e gli attori sul campo a dare priorità a salvare vite umane sopra ogni altra cosa”. La richiesta a tutte le parti è di facilitare la fornitura di assistenza salvavita, inclusi cibo, dispositivi medici, carburante e fornitura di elettricità e di Internet a Gaza, oltre all’accesso sicuro del personale umanitario e medico; liberare tutti gli ostaggi civili, soprattutto bambini e anziani; consentire ai convogli umanitari di raggiungere le strutture delle Nazioni Unite, le scuole, gli ospedali e le strutture sanitarie nel nord di Gaza e impegnarsi a proteggerli in ogni momento insieme ai civili e al personale al loro interno; revocare l'ordine del governo israeliano ai civili di lasciare il nord di Gaza; consentire l’evacuazione medica per cure urgenti dei pazienti in condizioni critiche. “Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il Segretario Generale dell’ONU e tutti i leader mondiali devono agire immediatamente per garantire l’entrata in vigore del cessate il fuoco. Resta la nostra unica opzione per evitare ulteriori perdite di vite civili e una catastrofe umanitaria. Qualsiasi cosa in meno sarà per sempre una macchia sulla nostra coscienza collettiva - conclude l’appello -. I civili non sono merce di scambio. Le famiglie devono poter seppellire e piangere i loro morti. Il ciclo di violenza contro civili innocenti deve finire”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)