Giovani agricoltori crescono. Le loro imprese agricole sono le migliori, ma gli ostacoli da superare sono ancora troppi

In questi giorni sono state diffuse le conclusioni di una ricerca del Centro Studi Divulga che ha aggiornato il quadro della situazione dei giovani nelle campagne italiane.

Giovani agricoltori crescono. Le loro imprese agricole sono le migliori, ma gli ostacoli da superare sono ancora troppi

Il futuro di molti giovani potrebbe essere davvero nei campi. Non si tratta di un sogno bucolico, ma di una prospettiva che sta già prendendo corpo statistico e che potrebbe assumere dimensioni rilevanti. Certo, non sarà con l’agricoltura e con l’agroalimentare che potranno essere risolti tutti i problemi di disoccupazione, ma la prospettiva di diventare imprenditori agricoli è più che seria per molti. Sempre che si riescano a superare ostacoli di non poco conto.

A delineare la situazione e soprattutto un possibile futuro, ci ha pensato Coldiretti con l’edizione 2023 di Oscar Green, il “salone della creatività Made in Italy della Generazione in campo”. In questi giorni, infatti, sono state diffuse le conclusioni di una ricerca del Centro Studi Divulga che ha aggiornato il quadro della situazione dei giovani nelle campagne italiane partendo da una dato generale: tra le imprese guidate da giovani in Italia, pare che a crescere siano solo quelle agricole, con, viene spiegato in una nota, “un aumento dell’1% negli ultimi dieci anni in controtendenza rispetto al crollo degli altri settori (-13%), per un totale di oltre 55mila under 35 che hanno scelto di costruirsi un futuro investendo nella terra, dalla coltivazione all’allevamento, dall’agriturismo alle vendite dirette fino alle bioenergie e all’economia green”. Detto in altro modo, spiega sempre il Centro Studi Divulga, “nello spazio di un decennio, tra crisi, pandemia e guerra, il settore agricolo è diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, al contrario di altri settori dove si registrano crolli del numero di imprese under 35 che vanno dal 24% per le costruzioni al 25% per il commercio al dettaglio, dal 28% per il tessile al 48% per le telecomunicazioni”. Per capire meglio, poi, basta prendere i dati delle nuove imprese agricole condotte da giovani nate nell’ultimo anno: in media 17 al giorno.

Ciò che più conta, tuttavia, è la qualità di queste aziende. Quelle “giovani” sono più grandi in termini di superficie agricola (+54% rispetto alla media), hanno un fatturato più elevato del 75% e il 50% di occupati in più. E si tratta di imprese con almeno un’attività connessa, indirizzate verso la pratica biologica e verso la commercializzazione dei prodotti aziendali, estremamente digitalizzate. Basti pensare che più di una su tre (34%) è informatizzata e una su quattro (24%) ha realizzato innovazioni in azienda nell’ultimo triennio, secondo l’analisi Coldiretti su dati del Censimento Istat. Quasi un giovane imprenditore su cinque (19%) è peraltro laureato. In altri termini, due orizzonti possono coincidere, quello dei giovani e quello agricolo. Anche perché, come viene spesso fatto notare, sono proprio queste imprese che hanno “rivoluzionato il mestiere dell’agricoltore”.

Tutto bene, quindi, salvo il fatto che diventare agricoltori non è sempre cosa facile (ed è vuol dire comunque imbarcarsi in un mestiere difficile e non certo riposante). Coldiretti da questo punto di vista elenca una serie di ostacoli di non poco conto. Ad iniziare dalle difficoltà legate all’accesso alla terra e a quelle del credito. I coltivatori diretti ricordano sempre che il prezzo medio di un ettaro di terreno agricolo in Italia è di 20.900 euro, ma può arrivare a cifre di 1,5 milioni di euro se si considerano i vigneti dei grandi vini del Nord. Ma differenze sensibili si trovano anche a livello territoriale. Nel Nord Ovest il prezzo medio è pari a 29.100 euro ad ettaro, sale a 42.300 al Nord Est, spinto soprattutto dal mercato vitivinicolo, scende a 15.200 euro al Centro Italia, fino ai 13.400 del Meridione e agli 8.800 delle Isole. Se si considera che la dimensione media di un’impresa agricola italiana è di circa undici ettari il “prezzo d’ingresso” per un agricoltore inizia ad essere importante e spesso proibitivo. Accanto a tutto questo, sono poi le difficoltà di accesso al credito.

Il binomio giovani e agricoltura, quindi, può essere davvero importante e promettente, ma deve essere sostenuto. A questo, per esempio, servono le periodiche iniziative di Ismea per finanziare il prezzo di acquisto dei terreni. Sburocratizzazione e canali privilegiati, possono poi fare il resto. Accanto naturalmente ad una sensibilità del sistema del credito. In gioco c’è molto: non solo il futuro delle nuove generazioni ma anche una maggiore sicurezza alimentare e ambientale.

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Fonte: Sir