Gli “uomini neri” della rete: il 94% delle app di giochi “spia” i ragazzi

Studio di Federprivacy: su 500 tra le più diffuse app di giochi rivolte ai minori il 93,8% contiene tracker che spiano i comportamenti online dei giovanissimi utenti, e quasi la metà delle app trattano dati in paesi non sicuri per la privacy

Gli “uomini neri” della rete: il 94% delle app di giochi “spia” i ragazzi

Le app di giochi più diffuse tra i minori violano la privacy. In altre parole, li “spiano”. E' il dato che emerge da un'indagine dell'Osservatorio di Federprivacy sulle principali app rivolte ai più giovani che registrano milioni di download da parte di utenti italiani e stranieri dal Play Store di Google. Un dato particolarmente inquietante, nei giorni in cui si cerca di comprendere le ragioni del drammatico suicidio di un bambini di 11 anni, in cui si sospetta che proprio la realtà virtuale abbia giocato un ruolo di primo piano. Qui infatti si sarebbe mosso quell'“uomo nero” che avrebbe portato il ragazzo a togliersi la vita.

L'indagine di Federprivacy evidenzia come i bambini e ragazzi possano accedere liberamente e senza alcun controllo dai parte dei genitori a tanti, troppi contenuti che non garantiscono la loro sicurezza: secondo l'osservatorio, infatti, su Play Store la maggior parte delle app più diffuse tra i giovani e giovanissimi sono liberamente scaricabili.

Su un campione di 500 app esaminate dall’Osservatorio di Federprivacy, è infatti emerso che 469 di esse (93,8%) contengono, tecnicamente, “tracker di profilazione online”, che di fatto spiano i comportamenti online dei giovanissimi utenti, mentre 498 (93,6%) richiedono mediamente 10 permessi di accesso a varie funzioni o parti di informazioni presenti sul dispositivo elettronico in cui sono installate. Non solo: in quasi la metà dei casi (41,8%) gli sviluppatori hanno sede in paesi considerati non sicuri perché non garantiscono un sufficiente livello di protezione dei dati personali.

Un fatto molto grave, come osserva il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi: “Che centinaia di app scaricate da milioni di minori italiani ed europei non abbiano adempiuto alla nomina di un Dpo o che in ogni caso abbiano omesso di pubblicarne i recapiti per contattarlo è una questione grave, a maggior ragione del fatto che queste applicazioni vengono presentate come innocui giochi per bambini e ragazzi ma raccolgono massivamente informazioni dei giovanissimi utenti, profilando su larga scala i loro comportamenti online e trattando i loro dati personali in nazioni che non offrono garanzie sul rispetto della privacy. Auspichiamo quindi che le autorità di controllo non indugino a far luce su cosa facciano effettivamente queste app con i dati dei minori, specialmente quando si tratta dei soggetti più vulnerabili quali sono i bambini, e adottando nei confronti dei trasgressori i provvedimenti sanzionatori previsti dal Gdpr, che è ormai operativo da oltre due anni”.

Alla luce dei risultati evidenziati dalla ricerca, Antonio Ciccia Messina, avvocato e presidente di Persone & Privacy e legale esperto di protezione dati, commenta così l’attuale scenario normativo della tutela della privacy dei minori con il Regolamento Ue: “Purtroppo regolamenti e leggi sono incapaci di andare al di là di norme generali e si dimostrano molto spesso di difficile interpretazione, quasi sempre di complicata attuazione. Se e quando il consenso di un quindicenne possa essere considerato un vero consenso, o quando i genitori possano essere accantonati e il minore possa tuffarsi da solo nella rete virtuale, o ancora chi debba difendere i diritti di un minore quando i suoi dati sono stati violati, sono solo alcuni degli interrogativi più scottanti, talvolta rimossi e relegati nel limbo delle incertezze. Peraltro, le risposte non possono essere lasciate all’angoscia di singoli procedimenti giudiziari, magari a fattaccio avvenuto”.

Di fronte a un fenomeno tanto complesso e delicato, disciplinato da un quadro normativo talvolta incerto, Federprivacy ha inteso dare il proprio contributo per aiutare professionisti e imprese a fare chiarezza con la Circolare 5-2020, curata da Antonio Ciccia Messina, specificamente dedicata alla tutela della privacy dei minori con il Gdpr.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)