“Ha trasportato troppe persone”, fermo amministrativo per Ocean Viking

La misura arriva dopo un’ispezione di 11 ore della Guardia Costiera a Porto Empedocle in Sicilia. L’ong francese: “Manovra amministrativa vessatoria. Naufrgahi non sono passeggeri, mancanza di rispetto per chi rischia la vita in mare”

“Ha trasportato troppe persone”, fermo amministrativo per Ocean Viking

Fermo amministrativo a Porto Empedocle, in Sicilia, per la Ocean Viking, la nave umanitaria di soccorso in mare operata da Sos Mediterranée. La decisione è arrivata nella serata  di ieri dopo un'ispezione durata undici ore da parte della Guardia Costiera italiana.  "La nave ha trasportato un numero di persone superiore a quello riportato nel “Certificato di Sicurezza Dotazioni per Nave da Carico", questo il motivo principale del fermo. Per l’ong francese si tratta di “una palese manovra amministrativa vessatoria, volta a ostacolare il lavoro di soccorso delle navi delle Ong”. In questo momento, infatti, con il fermo anche della Ocean Viking non ci sono navi di soccorso umanitarie ad operare nel Mediterraneo centrale.    

“Troppe persone a bordo? Siamo di fronte a una forzatura del diritto marittimo e di tutti i regolamenti tecnici- commenta Nicola Stalla, Sar coordinator di Sos Mediterranée -. Parliamo di salvataggio in mare e di situazioni di distress, per le quali c’è una chiara definizione nei regolamenti: si parla di imbarcazioni sovraccariche, si parla di mancanza di misure di sicurezza, di situazione di estremo pericolo in mare. La convenzione Solas definisce gli standard minimi di sicurezza, ci sono clausole specifiche. Dopodiché il messaggio che risulta da questa nuova interpretazione, e che riteniamo anche molto disturbante, assimila la condizione dei naufraghi soccorsi da pericolo grave imminente a quella dei passeggeri. E questo è francamente inaccettabile”

Il coordinatore di Sos Mediterranée ricorda che per anni la stessa centrale operativa italiana, l’ Mrcc di Roma, “coordinava le operazione Sar, faceva ricorso alle navi mercantili e alle ong. Navi come Aquarius sono state ripetutamente istruite senza mettere in discussione gli standard di sicurezza”. Emblematico è il caso proprio relativo alla nave Aquarius, che nel giugno del 2018, sotto il coordinamente di Mrcc Roma ha imbarcato 630 persone per poi essere costretta a sbarcare nel porto di Valencia.  “Le convenzioni e i regolamenti non sono cambiati da allora, a cambiare è stato l'indirizzo delle politiche italiane ed europee sul soccorso. Questa nuova interpretazione da parte della Guardia Costiera  tradisce l’influenza di queste politiche”. 

In un anno di operazioni gestite da Sos Mediterranée, la Ocean Viking è già stata ispezionata tre volte. “Non riusciamo a comprendere perché le osservazioni sulla sicurezza della nave siano state fatte solo ora, dal momento che le condizioni della nave sono rimaste invariate rispetto alle ultime quattro ispezioni, comprese le due più recenti condotte dalla stessa Guardia costiera italiana, e non ci sono stati cambiamenti nelle norme di sicurezza per quanto riguarda ciò che ora viene contestato” spiega l’ong.

"Come mai la sicurezza non era un problema per le autorità marittime quando, all'inizio di questo mese, la Ocean Viking ha dovuto attendere 11 giorni per l'assegnazione di un Porto Sicuro ed è stata invece costretta a dichiarare lo Stato di emergenza a bordo? -aggiunge Frédéric Penard, direttore operativo dell’ong -. L'armatore norvegese della Ocean Viking ed il noleggiatore hanno sempre rispettato e garantito il massimo livello di sicurezza per l'equipaggio e i naufraghi a bordo della nave. Quello che ci è chiaro ora è che, negli ultimi tre mesi, la stessa argomentazione sulla sicurezza è stata sistematicamente utilizzata dalle autorità italiane per trattenere quattro navi ong che conducevano operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale".

L’ong ricorda, infine, che “operare nel Mediterraneo centrale, per sua natura, significa trovarsi di fronte a ripetute situazioni di emergenza con un numero potenzialmente elevato di persone in pericolo imminente allo stesso momento (generalmente da 50 a 200 persone)”. Quando si soccorrono persone in mare “come è dovere di ogni comandante di nave assistere le persone in difficoltà, l'Ocean Viking è costretta a trasportare più persone di quante siano indicate nei documenti della nave. Questo deriva dalla natura stessa delle situazioni di emergenza. Tuttavia, è della massima importanza ricordare che le persone che portiamo temporaneamente in salvo a bordo dell'Ocean Viking sono, secondo la legge marittima, da considerarsi come naufraghi, persone salvate da una situazione di grave pericolo in mare, e non sono mai da considerarsi come “passeggeri”. Definirli così è un'interpretazione fallace del quadro giuridico marittimo in cui operiamo ed è una grave mancanza di rispetto per la situazione di pericolo in cui si trovavano le molteplici imbarcazioni inadatte alla navigazione che abbiamo dovuto soccorrere negli ultimi quattro anni. Questa interpretazione è fortemente preoccupante per un'organizzazione professionale civile di ricerca e soccorso”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)