Il Covid non ferma la domanda di sesso a pagamento

La presenza di clienti e prostitute a Milano è tornata ai livelli precedenti al lockdown, denuncia la Caritas Ambrosiana. Le donne sono spinte in strada dalla mancanza di soldi e alternative. “Sorprende di più l'indifferenza dei clienti dal rischio di contagio”, commenta il direttore Luciano Gualzetti

Il Covid non ferma la domanda di sesso a pagamento

La paura del Covid non sta fermando la domanda di sesso a pagamento sulle strade. Occorre una maggiore responsabilità da parte dei clienti e l’offerta di alternative vere alle donne prostituite”. Lo afferma il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, in vista della 14esima giornata europea contro la tratta che si celebra il prossimo 18 ottobre e che nel capoluogo lombardo vedrà le organizzazioni e gli enti attivi contro il fenomeno riunirsi virtualmente, condividendo sui social l’hashtag “Milano non tratta”.

Negli anni scorsi operatrici e volontarie dell'unità di strada Avenida di Caritas Ambrosiana entravano in contatto con circa 300 donne. Quest'anno, segnato dalla pandemia, ne hanno intercettate 135 durante le loro uscite notturne due volte la settimana lungo la circonvallazione nord di Milano. Tuttavia nel mese di settembre le donne incontrare sono state 45, mentre nello stesso mese dell’anno precedente erano 52. Circa metà delle donne è di nazionalità rumena (65), seguono le albanesi (24) e infine le nigeriane (22). “Appena è finito il lockdown, sono ricomparse sulla strada le donne e i loro clienti - spiega Gualzetti - Le nostre operatrici ci raccontano che le presenze sulle strade di Milano e hinterland sono tornate ai livelli precedenti al blocco deciso questa primavera e non accennano a diminuire nemmeno in questi giorni in cui i contagi sono tornati a salire”.

Le donne, soprattutto rumene, sono spinte da una forte necessità economica e non riescono a trovare alternative reali per tagliare i ponti con i loro sfruttatori, per cui accettano il rischio di ammalarsi. “Ciò che sorprende di più è però l’atteggiamento dei loro clienti - aggiunge Gualzetti - che paiono indifferenti non solo alle condizioni di sfruttamento in cui si trovano queste donne, ma anche al pericolo di esporre loro stessi e le loro famiglie al virus. Per rompere questo intreccio occorre reprimere le organizzazioni criminali che ci lucrano, offrire non solo accoglienza ma anche opportunità di lavoro alle donne, ma soprattutto finalmente ottenere una presa di coscienza da parte dei clienti. Se non ora quando?”.

Oltre all’assistenza sulla strada, Caritas Ambrosiana offre alle vittime di tratta a fini sessuali ospitalità e accompagnamento verso l’autonomia in stretta collaborazione con la cooperativa Farsi Prossimo che gestisce i servizi anti-tratta: due comunità di accoglienza ad indirizzo segreto, casa Lirì e casa Zoe e 4 appartamenti, un servizio di ascolto e accompagnamento, nell’ambito dei progetti delle rete nazionale e milanese anti-tratta. Nel 2020 sono state 34 le donne accolte, 5 sono uscite dal sistema protetto e vivono in autonomia.

Dario Paladini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)