Impegno sociale delle aziende: record nel 2019. "Ora reggere l’urto del Covid-19”

Quasi un miliardo e ottocento milioni investiti in azioni di responsabilità sociale, ma la previsione di spesa per il 2020 diminuisce. Pesa la crisi economica causata dalla pandemia sanitaria. I dati del IX rapporto dell’Osservatorio Socialis

Impegno sociale delle aziende: record nel 2019. "Ora reggere l’urto del Covid-19”

Nel 2019 quasi un miliardo e ottocento milioni di euro (1,771 miliardi) sono stati investiti in azioni di Csr (Corporate Social Responsibility) e sostenibilità dalle aziende italiane che hanno scommesso sul loro ruolo di produttori di valore sociale (25% in più rispetto al 2017). Ad investire il 92% delle aziende con più di 80 dipendenti dislocate sul territorio italiano (era l’85% nel 2017). Un record secondo il IX Rapporto sull’impegno sociale delle aziende in Italia, promossa dall’Osservatorio Socialis e realizzata dall’Istituto Ixè, su un campione di 400 imprese, presentato oggi.

La media di spesa/investimento nel 2019 per le imprese italiane impegnate in Csr è di 241 mila euro, spiegano gli osservatori, dato che segna un aumento del 15% rispetto alla rilevazione del 2017, quando la cifra media per azienda era ferma a 209 mila euro.  Per la prima volta nella storia della rilevazione, però, la previsione di spesa per il 2020 per azienda diminuisce a 203 mila euro (-16% rispetto al 2019), “una deflessione imputabile alla crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19”.  “Il 37% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver stanziato un budget per la Cs nel 2020 prima dell’emergenza Covid-19, ma poi ha deciso/dovuto ridurlo o annullarlo a causa della crisi economica. – si legge - Queste imprese hanno dichiarato un investimento annuale medio di 130 mila euro. Invece, il 40% delle imprese ha affermato che il proprio budget previsto non è variato, dichiarando di investire mediamente 293 mila euro per il 2020. Viceversa esiste un 18% di imprese che non aveva previsto un budget ma, a seguito dell’emergenza sanitaria, ha deciso di stanziarne uno, con un investimento medio di 153 mila euro. Ad oggi, quindi, i dati suggeriscono che, anche se nel 2020 le imprese che investiranno in CSR e sostenibilità potrebbero crescere fino ad un massimo del 95% del totale, il budget medio da loro stanziato dovrebbe diminuire”

Per Roberto Orsi, direttore dell’Osservatorio Socialis, “ora si tratta di reggere l’urto dell’emergenza Covid 19 pensando a nuovi modelli di sviluppo, ancora più sostenibili, più attenti alle persone, all’ambiente, al contenimento degli sprechi, dove la tecnologia e l’innovazione sposano la responsabilità sociale”. “L'approccio però – sottolinea – dovrà essere metodico per portare i suoi frutti, e avere il sostegno di una politica di premialità fiscale non occasionale dedicata a chi dimostra di operare in ottica integrata: sociale, economica e ambientale”.

Valore restituito a territorio e dipendenti. Si confermano, come negli anni precedenti, al primo posto le iniziative all’interno dell’azienda (66%), poi nel territorio vicino alla sede dell’impresa (47%), al terzo posto quelle nel territorio italiano (39%) e per ultime quelle nei paesi esteri (8%). Molte imprese non indicano un solo territorio di “azione”, la media è infatti di 1,6 territori menzionati. Il settore finance, ad esempio, si concentra nelle attività interne all’azienda, quello della chimica farmaceutica e della gomma sul territorio vicino alle sedi, il settore meccanico e dei servizi su tutto il territorio nazionale. Il 42% delle aziende privilegia azioni di investimento in nuove tecnologie per limitare l’inquinamento e migliorare lo smaltimento dei rifiuti. Il 38% investe per migliorare il risparmio energetico. Aumentano le collaborazioni con le Università (dal 27% al 30%). Le imprese con il maggior numero di dipendenti investono in una molteplicità di attività, queste fanno parte perlopiù dei settori meccanico dell’auto, manifatturiero, elettronica e informatica e servizi. Solo il 3% delle imprese intervistate dichiara di non aver fatto, nel 2019, alcuna attività a favore dei dipendenti (nel 2013 il 12%): tra le attività più realizzate troviamo il sostegno e l’attuazione delle pari opportunità, in costante aumento, le attività di formazione e valorizzazione del personale, le iniziative sociali nelle sedi e le iniziative di work life balance, ambedue in crescita costante.

Quasi 8 imprese su 10 ipotizzano che nel prossimo futuro la Csr sarà messa a sistema e maggiormente organizzata nel modello di business della propria impresa. “Una previsione condivisa soprattutto delle imprese del Nord Italia, nei settori finance, telecomunicazioni, farmaceutica e manifatturiero”.

Sempre più richiesta la figura del responsabile Crs. Il 70% delle imprese intervistate afferma di avere in organico una funzione, un responsabile incaricato di seguire le attività di CSR e sostenibilità. Una figura ancora più frequente tra le aziende con il fatturato di oltre 25 milioni. Inoltre, l’80% delle aziende campione ritiene che una specializzazione in CSR possa rappresentare un elemento distintivo in un curriculum, un dato in continua crescita negli anni. Un apprezzamento per queste competenze trasversale alle dimensioni e al fatturato delle imprese. Inoltre il rapporto registra un aumento delle imprese che adottano un sistema interno di diffusione della cultura di CSR aziendale (65% nel 2019), attraverso le comunicazioni interne della direzione (52%) e gli incontri periodici con i dipendenti (42%).

Nel corso dell’iniziativa, l’Osservatorio Socialis ha reso disponibile la nuova piattaforma digitale www.csrcheck.it, strumento che permette a tutte le organizzazioni, pubbliche e private, di misurare il proprio livello di responsabilità sociale e di costruire un percorso su 6 macro aree, coerenti con i nuovi modelli di sostenibilità. La piattaforma si avvale della collaborazione delle Facoltà di Economia di Milano Bicocca e dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti e Pescara, insieme al Comitato Direttivo del Master MARIS – Rendicontazione Innovazione Sostenibilità dell’Università di Roma Tor Vergata.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)