In Brasile i pesticidi fanno vittime tra indigeni e figli dei contadini

Ogni 2,5 giorni in Brasile muore qualcuno a causa di pesticidi pericolosi, eppure il Paese continua a comprarne e a consumarne in grandi quantità. Con gravi conseguenze spesso su popoli indigeni e figli di agricoltori

In Brasile i pesticidi fanno vittime tra indigeni e figli dei contadini

Ogni 2,5 giorni in Brasile muore qualcuno a causa di pesticidi pericolosi, eppure il Paese continua a comprarne e a consumarne in grandi quantità. Con gravi conseguenze spesso su popoli indigeni e figli di agricoltori. Lo spiega in un’intervista a Osservatorio Diritti Larissa Mies Bombardi, professoressa dell’Università di San Paolo, che rivela come per ogni avvelenamento denunciato ce ne sono altri 50 non registrati.

Dove si usano. Le coltivazioni di soia consumano più del 50% di questi prodotti. “I prodotti chimici più utilizzati sono gli erbicidi a base di glifosato, ma anche Atrazine e Paraquat (messi al bando in Europa, ndr). Si tratta, in alcuni casi, di pesticidi pericolosi”, dice la docente. “I pesticidi più pericolosi vengono utilizzati in colture come soia, mais, arance e canna da zucchero”.

Il trend. Negli ultimi anni l’uso di questi prodotti sta crescendo a dismisura. Larissa Mies Bombardi sottolinea che “specialmente questo governo ha dato il consenso all’utilizzo di 600 nuovi pesticidi in due anni. Non era mai successo prima, molti di questi sono pericolosi. Un terzo dei prodotti consentiti in Brasile sono messi al bando in Europa e il 30% è altamente tossico per l’ambiente e la salute”. Si tratta di qualcosa che non era mai successo con queste dimensioni: tra il 2000 e il 2015 sono stati autorizzati un centinaio di antiparassitari l’anno.

Un confronto. Per l’accademica, l’esecutivo di Brasilia continua a favorire latifondisti e grosse compagnie. Con il risultato che “rispetto a quelli europei i limiti brasiliani sono infinitamente più blandi anche quando si tratta di residui nei cibi. Questo ha un effetto anche sulla salute dei consumatori”.

Piove veleno. Un aspetto tutt’altro che trascurabile di questo problema è l’uso di aeroplani nella diffusione di questi prodotti altamente tossici. Dice ancora Larissa Mies Bombardi: “I problemi maggiori in Brasile sono dovuti alla diffusione aerea dei pesticidi. Abbiamo molti casi di bambini intossicati nelle scuole, nelle case di campagna. Sono stata con i miei studenti non lontano da San Paolo in un’area dove c’è una grande piantagione di canna da zucchero e ci hanno raccontato che quando vedono arrivare l’aereo che spruzza gli antiparassitari invitano i bambini ad entrare in casa per evitare la doccia di sostanze chimiche”. Tra le principali vittime, inoltre, la professoressa ricorda i popoli indigeni, “in parte per la loro vicinanza alle piantagioni, ma anche perché i composti chimici sono utilizzati come fossero armi”.

L’intervista integrale di Marta Gatti, “Pesticidi pericolosi: i più colpiti in Brasile sono indigeni e contadini, può essere letta su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)