Jina, le donne, la libertà: da Strasburgo la denuncia contro il regime di Teheran

Il Parlamento europeo ha assegnato il Premio Sacharov per la libertà di pensiero alla memoria di Jina Mahsa Amini, 22enne curda iraniana, morta un anno fa dopo l’arresto e le violenze subite dalla polizia. Nel Paese sono negati i diritti fondamentali, ma cresce la protesta delle donne. "Popolo pigioniero del regime da 44 anni". Il coraggio e l'impegno di chi resiste ai soprusi

Jina, le donne, la libertà: da Strasburgo la denuncia contro il regime di Teheran

(Strasburgo) “Sei il mio cuore, la mia vita, il mio sangue. Sei l’aroma della primavera. Sei il profumo della terra dopo la pioggia… Cerco gli occhi della figlia della luce”: sono parole della mamma di Jina Mahsa Amini, 22enne curda iraniana, morta un anno fa dopo l’arresto e le violenze subite dalla polizia del regime iraniano. A Jina – arrestata a Teheran il 13 settembre 2022 per aver ignorato le leggi sull’uso del velo, morta in un ospedale della capitale tre giorni dopo a seguito di abusi fisici durante la detenzione – e al movimento di protesta iraniano “Donna, vita e libertà”, il Parlamento europeo ha assegnato il Premio Sacharov 2023 per la libertà di pensiero.

Spirito di libertà. Toccante la cerimonia svolta in emiciclo, dove Saleh Nikbakht, avvocato che rappresenta la famiglia di Jina Mahsa Amini, ha letto il poetico messaggio della madre di Jina, alla quale il regime non ha concesso di essere presente a Strasburgo. “Vorrei essere tra voi – ha scritto la madre – per rappresentare tutte le donne del mio Paese, ma sfortunatamente questa possibilità ci è stata negata in spregio a ogni regola e a ogni diritto”. La donna ha paragonato Jina a Giovanna d’Arco: “con la loro vita hanno oltrepassato le frontiere nell’anelito della libertà”.

“Jina ha diffuso il senso della libertà nel nostro Paese e nel mondo intero. La sua vita è stata stroncata ingiustamente, ma dal suo sacrificio si alzerà un invincibile spirito di libertà”.

“Non siete soli”. Il Premio Sacharov è stato consegnato a due donne esponenti della resistenza al regime iraniano: Afsoon Najafi, la cui sorella Hadis è stata uccisa durante una manifestazione in onore di Jina Mahsa Amini, nel settembre 2022, e Mersedeh Shahinkar, ferita a un occhio durante una manifestazione contro il regime iraniano nell’ottobre 2022. In apertura della cerimonia di premiazione, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha dichiarato: “il premio Sacharov per la libertà di pensiero di quest’anno, assegnato a Jina Masha Amini e al movimento ‘Donna, vita, libertà’, è un omaggio a tutte le donne, gli uomini e i giovani iraniani, coraggiosi e provocatori, che nonostante le crescenti pressioni, continuano a lottare per i loro diritti e a spingere per il cambiamento. Il Parlamento europeo vi ascolta e vi sostiene. Non siete soli”.

Le violenze del regime. Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero alla memoria di Jina Mahsa Amini e al movimento “Donna, vita e libertà” è arrivato due giorni dopo l’assegnazione del Premio Nobel per la pace all’attivista iraniana Narges Mohammadi, che non ha potuto recarsi a Oslo, perché in prigione.

La cerimonia del Sacharov al Parlamento europeo, e la precedente conferenza stampa, hanno rappresentato l’occasione per mettere ancora una volta in luce le violenze del regime iraniano

che solo negli ultimi mesi ha ucciso centinaia di persone e numerose altre sono finite in carcere senza saperne più nulla.

“Prigionieri nel nostro Paese”. Afsoon Najafi ha ricordato “le sofferenze che subisce il popolo iraniano”, le vittime, gli arresti, le sevizie. “La Repubblica islamica toglie le libertà e combatte chi chiede libertà e difende i diritti umani. Siamo arrivati a un punto in cui la politica” internazionale “deve smettere di voltare la faccia dall’altra parte e di stringere le mani” delle autorità iraniane. “Il futuro del nostro Paese deve appartenere al popolo iraniano”. Ha quindi ricordato l’impegno e il sacrificio in particolare delle donne che chiedono libertà e uguaglianza. L’attivista Mersedeh Shahinkar ha detto: “siamo qui a nome di tutte le donne iraniane che si battono per la libertà. Siamo stanche del regime autoritario e abbiamo scelto di lottare. Siamo tutti imprigionati nel nostro Paese da ormai 44 anni, abbiamo diritto a vivere. Il regime invece ci tratta come schiavi. Abbiamo anche noi, come l’Europa, il diritto alla libertà. Restate al nostro fianco”.

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Fonte: Sir