La scuola, bene comune. Il “Rapporto 2022 sull'amministrazione condivisa nell'educazione” pubblicato da Lubsus

La scuola è un soggetto collettivo, tutti possono cooperare alla costruzione del percorso formativo degli studenti.

La scuola, bene comune. Il “Rapporto 2022 sull'amministrazione condivisa nell'educazione” pubblicato da Lubsus

Pensiamo sempre alla scuola come spazio dedicato all’istruzione e abitato da insegnanti e studenti, da dirigenti scolastici e personale tecnico. Così finiamo per delegare a loro e relegare l’impegno educativo all’interno di quelle mura. E individuiamo nello Stato il responsabile ultimo delle politiche scolastiche. Si corre il rischio di non sentirsi coinvolti in questo processo essenziale per il futuro delle nuove generazioni e pensare che siano escluse le singole persone, le famiglie, le altre reti sociali e comunicative. Si trasmetteranno pure contenuti – ma così finiscono per non percepire l’attenzione alla cura.
Cerca di andare verso una direzione differente il “Rapporto 2022 sull’amministrazione condivisa nell’educazione” pubblicato da Lubsus. “La scuola è aperta a tutti” recita il dettato costituzionale come sottolinea il report. Il significato della frase può essere interpretato di due direzioni – non è univoco: la prima direzione è coerente con la lettura tradizionale e mostra come tutti abbiano diritto all’accesso all’istruzione; la seconda direzione è meno diffusa e invita alla responsabilità dei cittadini e della comunità tutta a condividere e sostenere gli obiettivi della scuola. Come spiega Giorgio Arena il rapporto si propone di promuovere un’immagine di scuola come infrastruttura sociale essenziale per l’acquisizione della cittadinanza – una cittadinanza che sia attiva e promuova azioni civiche. All’interno di questa prospettiva alla scuola è riconosciuto un ruolo non unico – perché ci sono molte altre agenzie educative – ma essenziale.
Innanzitutto la scuola può essere vista come “bene comune” sia perché l’istruzione è indispensabile a una vita dignitosa per ogni persona, sia perché un maggiore livello di istruzione diffuso nella popolazione aumenta la qualità di vita e di benessere per tutti. Allora la scuola è un soggetto collettivo, tutti possono cooperare alla costruzione del percorso formativo degli studenti. Generare “patti collaborativi” tra una singola scuola e gruppi di cittadini più o meno formalizzati diventa un modo per alimentare questo bene comune particolare.
Esperienze di questo genere esistono. Il report descrive oltre 100 patti concentrati soprattutto nelle regioni del Centro Nord ma diffusi su tutto il territorio. Famiglie e cittadini, giovani e adulti si impegnano in diverse attività che vanno dall’inclusione e la socializzazione, al contrasto alla dispersione scolastica, dal recupero degli apprendimenti di base alla sostenibilità ambientale, dall’accoglienza dei disabili alla formazione degli adulti. In questo modo le scuole non sono soltanto luoghi di istruzioni ma spazi di promozione di comunità educanti che coinvolgono il territorio.

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Fonte: Sir