Macchine agricole, comparto prezioso. L’assemblea dei costruttori ha confermato buoni risultati ma anche la necessità di fare attenzione all’inflazione

La meccanizzazione agricola, in virtù della sua qualità tecnica, produce miliardi di euro di fatturato e migliaia e migliaia di posti di lavoro.

Macchine agricole, comparto prezioso. L’assemblea dei costruttori ha confermato buoni risultati ma anche la necessità di fare attenzione all’in...

L’Italia nel mondo è famosa anche per le sue macchine per i lavori nei campi. Comparto importante e notevole quello della meccanizzazione agricola, che, in virtù della sua qualità tecnica, produce miliardi di euro di fatturato e migliaia e migliaia di posti di lavoro. Comparto, tuttavia, che deve essere tutelato e dotato degli strumenti per tenere testa alla concorrenza e, soprattutto in questo periodo, agli effetti perversi dell’inflazione. Se ne è parlato qualche giorno fa nel corso dell’assemblea 2023 di FederUnacoma, l’associazione che raccoglie la gran parte dei costruttori di mezzi dedicati alla produzione agroalimentare, che tra l’altro in questa tornata ha eletto Maria Teresa Maschio come nuova presidente.

La sintesi della situazione è semplice. La domanda di trattrici, macchine operatrici, attrezzature e componentistica si mantiene su buoni livelli, il fatturato cresce oltre ogni previsione ma quasi esclusivamente per il forte aumento dei prezzi. Una circostanza che si coglie con grande evidenza soprattutto nelle vendite all’estero. Il valore delle esportazioni cresce del 16,7% e spinge quello della produzione nazionale a 15,5 miliardi di euro: un vero primato, che tuttavia non deve ingannare. “Il valore – spiegano i tecnici di FederUnacoma -, non corrisponde ad una crescita degli utili, perché l’incremento dei prezzi di vendita copre l’aumento dei costi di produzione dovuti alle materie prime, all’energia e alla logistica”.

Si tratta quasi di una beffa dell’economia e dei tempi. Sempre gli addetti ai lavori, tra l’altro, fanno notare come il commercio delle macchine agricole registri dal 2001 ad oggi una crescita costante, “superando anche le congiunture economiche più difficili, comprese quelle determinate dalla pandemia del 2020 e dall’inflazione dello scorso anno”. E non solo, perché le previsioni da qui in avanti sono ancora una volta orientate alla crescita. Ancora i dati dell’associazione dei costruttori spiegano come nel lungo periodo la domanda di macchinario agricolo è destinata a crescere ulteriormente “se si considera che nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i quasi 10 miliardi di persone, e che questo comporterà un incremento della domanda di derrate alimentari stimato fra il 50 e il 70%”. Eppure i costruttori sono preoccupati.

Nell’ambito dell’assemblea, infatti, è stata svolta una analisi approfondita della situazione e delle prospettive. Che non lascia spazio a molti dubbi. “Le crisi economiche di questi anni – è stato spiegato -, determinate da eventi imprevedibili come la pandemia, l’inflazione globale e la guerra in Ucraina, hanno messo a dura prova i sistemi produttivi e ridotto la capacità di programmazione delle attività economiche da parte delle imprese”. E’ in corso una vera modifica della geografia del commercio mondiale che determina “una riconfigurazione delle catene di valore con una crescente regionalizzazione dei flussi produttivi. Si tratta di un fenomeno globale che interessa anche il contesto europeo” e che tocca anche la meccanizzazione agricola e il suo mercato. A fianco di tutto questo, poi, si pone la prospettiva di rispondere all’aumento del fabbisogno alimentare mondiale e la necessità di porre più attenzione agli aspetti ambientali della produzione agricola. Due traguardi che devono essere raggiunti anche con l’apporto di una meccanizzazione agricola sempre più efficiente.

Così, la sfida per le imprese della meccanica agricola è pianificare la produzione e la ricerca, superando le variabili socio-politiche ed economiche che influenzano i mercati. Una partita nella quale deve entrare anche lo Stato. Per questo FederUnacoma ha “chiamato a rapporto” anche il governo che, oltre a confermare la condivisione dell’importanza del settore, ha assicurato l’attivazione delle risorse – pari a 400 milioni di euro – previste dal Pnrr per lo sviluppo di macchinari agricoli a emissioni zero, cui si aggiungerà lo stanziamento di ulteriori 225 milioni a valere sul fondo per l’innovazione.

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Fonte: Sir