Naufragio di Cutro, Msf: “Necessaria un’azione europea di ricerca e soccorso in mare”

L’organizzazione ritiene che il decreto approvato dal Consiglio dei ministri sia una soluzione di natura securitaria che non eviterà le morti in mare. Bertotto: “Se le istituzioni italiane ed europee intendono davvero prevenire catastrofi nel Mediterraneo è indispensabile che rafforzino la capacità di ricerca e soccorso in mare, ad esempio attraverso l’attivazione di una operazione dedicata”

Naufragio di Cutro, Msf: “Necessaria un’azione europea di ricerca e soccorso in mare”

Dopo il Consiglio dei ministri tenutosi ieri a Cutro, Medici Senza Frontiere (Msf) interviene con una nota con cui afferma che il decreto elaborato sia “l’ennesima beffa verso chi ha perso la vita in quest’ultimo naufragio”, una “soluzione di natura quasi esclusivamente securitaria che non fermerà tragedie come questa”. Un provvedimento, per Msf, “che conferma una politica di pura deterrenza, che si concentra sul contrasto ai trafficanti di esseri umani senza introdurre alcuna misura effettiva per aumentare la sorveglianza e il soccorso in mare”.

Afferma Marco Bertotto, direttore dei programmi di Msf Italia: “Se le istituzioni italiane ed europee intendono davvero prevenire catastrofi nel Mediterraneo è indispensabile che rafforzino la capacità di ricerca e soccorso in mare, ad esempio attraverso l’attivazione di una operazione dedicata, una Mare Nostrum Europea che possa monitorare le aree critiche del Mediterraneo e prevenire ulteriori tragici naufragi. Così come dopo la tragedia del 3 ottobre 2013 a Lampedusa la risposta del governo fu l’avvio di quella che resta l’unica operazione istituzionale con un mandato specifico di soccorso in mare, oggi serve un’azione altrettanto forte, un impegno europeo che consenta una stretta collaborazione tra le istituzioni europee, i Paesi membri e la società civile per affrontare la tragedia delle morti nel Mediterraneo”.

“Auspichiamo che il governo non rimanga politicamente indifferente alla disperazione e alle situazioni drammatiche di chi si mette in fuga – conclude l’organizzazione -. Chiediamo quindi che, in occasione della plenaria del Parlamento Europeo che si terrà a Strasburgo il prossimo 15 marzo, oltre all'apertura di canali di ingresso umanitari, si promuova un'azione dedicata di ricerca e soccorso in mare con il coinvolgimento degli Stati membri europei”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)