Nel 2020 ogni residente nel comune di Padova ha speso in media 20,34 euro per pagare i costi per elezioni e servizi anagrafici

Nel 2020 ogni residente nel comune di Padova ha speso in media 20,34 euro per pagare i costi relativi alle elezioni e ai servizi anagrafici.

Nel 2020 ogni residente nel comune di Padova ha speso in media 20,34 euro per pagare i costi per elezioni e servizi anagrafici

Un dato, certificato da OpenPolis, che colloca la città del Santo al quarto posto nello Stivale tra i centri con più di 200 mila abitanti. Il primato, in questa particolare classifica, spetta a Messina, dove ogni cittadino ha destinato a questo capitolo di spesa 28,30 euro. Sul podio troviamo poi un altro capoluogo veneto, ovvero Venezia con 23,80 euro capite e Bologna con 21,73 euro. Dietro all’amministrazione del sindaco Giordani, figurano Torino (19,08 euro pro capite), Verona (18,73) e Bari (18,56). A seguire troviamo Genova (17,38), Roma (16,32), Milano (15,17), Firenze (13,59), Trieste (11,68). Particolarmente virtuose appaiono Palermo e Napoli, che se la sono cavata, rispettivamente, investendo solo 9,80 e 6,51 euro pro capite. Va ricordato che nel primo anno della pandemia si sono tenute (il 20 settembre) le Regionali in Veneto, Valle d’Aosta, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. Rispetto al 2016, il costo pro capite messo a consuntivo da Palazzo Moroni (210.440 abitanti nel 2020) per anagrafe, consultazioni popolari ed elezioni (con gestione dei seggi e aggiornamento degli albi degli elettori e degli scrutatori) è aumentato del 31,88%; Venezia ha incremento il budget del 18,12% e Messina dell’8,77%. Va sottolineato che il dato padovano è comunque ben al di sotto della spesa media dei Comuni italiani, che è pari a 25,62 euro. Basti dire che la media dei Comuni della Valle d’Aosta è attestata a 79,59 euro; in provincia di Trento ogni elettore spende 43,87 euro; in provincia di Bolzano il costo è di 38,64 euro pro capite.

Per quanto riguarda i maggiori comuni padovani, Albignasego spende soltanto 9,49 pro capite. Cittadella (20145 residenti) sfiora quasi il dato di Padova con 18,99 euro; più o meno quello che serve ad Abano Terme (18,5 euro per 20.101 abitanti). Selvazzano Dentro (22.903 abitanti) ha contenuto l’esborso in 13,19 euro pro capite. Più o meno la cifra di Monselice (13,01), calcolata su 17.572 residenti. Vigonza è attestata a 14,47 euro (con 22.958 abitanti). Piove di Sacco quasi la emula con 14,26 (19.902 abitanti).

Il costo ovviamente sale negli enti minori, dove è più difficile ammortizzare le spese: a Terrassa Padovana (2.637 abitanti) l’esborso pro capite è pari a 25,65 euro. A Barbona, dove gli abitanti considerati risultano appena 648, il costo schizza addirittura a 64,15 euro. Vighizzolo d’Este, però, con 898 abitanti, contiene le spese elettorali in 15,79 euro pro capite. Ma Piacenza d’Adige, che ne computa 1.293, accusa un’uscita di 48,40 euro per abitante. Uscendo dalla provincia di Padova ma restando in diocesi, Asiago (6.441) accusa una spesa pari a 9,89 euro per ciascun residente, mentre Thiene (24.309 cittadino) tira i cordoni della borsa a 14,48 euro pro capite. Una curiosità. Dalla stessa ricerca di OpenPolis emerge che la provincia di Trento vanta il maggior numero di cittadini (15,4 ogni cento) che, nel 2021, hanno seguito un dibattito politico. Nelle posizioni di immediato rincalzo figurano abruzzesi (14,9), bolzanini (14,4) e abitanti del Lazio (14,4). In fondo alla classifica veneti (9,7), lucani (9,7) e siciliani (9). Il mezzo più utilizzato per prepararsi al voto resta la televisione (89,4%), davanti alla radio (30%) e a quotidiani e periodici (27,7%).

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