Pakistan, ergastolo e pena di morte anche per i minori: la denuncia delle ong

Il documento, prodotto dalla Marvi Rural Development Organization (Mrdo) e la Legal Awareness Watch-LAW, è frutto di una ricerca in dieci prigioni nel Sindh e Punjab condotta tra marzo e giugno

Pakistan, ergastolo e pena di morte anche per i minori: la denuncia delle ong

Ergastolo e pena di morte colpiscono in modo indiscriminato in Pakistan, bambini compresi. Contrariamente a quanto previsto da una legge dello Stato, il Juvenile Justice System Act del 2018, che aveva fissato nuove regole per recepire la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell'adolescenza dell'Onu, che era stata ratificata dal paese asiatico e che, appunto, vieta espressamente carcere a vita e pena di morte per i minorenni.

L’indagine. Lo denuncia un report firmato da due ong pakistane, la Marvi Rural Development Organization (Mrdo), attiva nella provincia del Sindh, e la Legal Awareness Watch-LAW, che nel Punjab promuove la cultura dei diritti umani. Il documento, “Profilo dei minori imputati o condannati per reati punibili con la pena di morte e l’ergastolo”, è frutto di una ricerca in dieci prigioni nel Sindh e Punjab condotta tra marzo e giugno.

I dati. Nel Punjab 618 minorenni stanno affrontando un processo o sono in prigione, in un contesto generale di grave sovraffollamento. Nelle 41 carceri del Punjab, infatti, ci sarebbe spazio per poco meno di 32.500 detenuti, mentre attualmente vi si trovano 45mila persone. E non va molto meglio nel Sindh, dove a fronte di 13.538 posti si trovano 16.315 detenuti.

I reati. Le due organizzazioni non governative hanno analizzato la situazione di 87 ragazzi, tra cui tre ragazze, condannati o sotto processo, alla pena di morte o al carcere a vita. I reati di cui sono accusati sono spesso omicidio o, in alcuni casi, sequestro, violenza sessuale e, in una situazione, terrorismo.

Età dubbia. A complicare tutto c’è il fatto che la data di nascita non è sempre nota in Pakistan, in particolare nelle zone rurali, dove l’arrivo di un figlio è registrato in ritardo o non lo è affatto. Nelle carceri del Sindh, i detenuti minorenni hanno perlopiù tra i 13 e i 15 anni, mentre nel Punjab hanno tra i 15 e i 17 anni, stando ai dati dichiarati dalle autorità. “Gli agenti decidono l’età del giovane arrestato sulla base della gravità del reato commesso. Vale a dire, tanto più feroce ed efferato è il delitto, ad esempio un omicidio, tanto più la polizia è portata a considerare il ragazzo come un adulto, fissando la sua età sopra i 18 anni”, denuncia Sarmad Ali, avvocato per i diritti umani delle Alte corti del Pakistan e responsabile della ong Law.

Le ragazze. Esiste anche un problema culturale. I genitori pakistani cercano far sposare le figlie al più presto (la drammatica realtà dei matrimoni forzati e precoci), registrandole spesso con una data di nascita falsata di 3-5 anni, per farle apparire più mature di quello che sono. A causa di questa prassi, dunque, è facile pensare che tra le detenute ritenute maggiorenni in realtà ci sia una parte importante di minorenni.

Il lungo articolo integrale di Giulia Cerqueti, In Pakistan anche i bambini rischiano la pena di morte, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)