Più debito in Manovra, ma lo fanno tutti

Comprendendo sanità, scuola, sostegni alle imprese e altri settori lo scostamento di bilancio sarà di 22 miliardi che non sono pochi. Toccherà al Parlamento approvare le misure proposte dal Governo e sottoposte alla Ue che le esaminerà e le rimanderà per l’approvazione definitiva entro dicembre. Non ci saranno prevedibilmente grandi contestazioni. I debiti nazionali si gonfiando ovunque per gestire l’oggi. Prima o poi dovranno ridursi per ripagare l’Unione europea, gli istituti sovranazionali e i grandi investitori istituzionali che hanno messo a disposizione una liquidità impressionante. Per alcuni Paesi rientrare dall’indebitamento straordinario sarà gestibile, altri faranno più fatica

Più debito in Manovra, ma lo fanno tutti

In tempi normali, la presentazione di una Legge di Bilancio per l’anno successivo sarebbe regolata dai taglia e cuci per ottenere il benestare dell’Unione europea, sempre preoccupata del rapporto debito-Pil italiano. Il rapporto fra debito accumulato e produzione di valore annuo in Italia non è ora così centrale, potrà crescere di molto fino al 160 percento. Non è un vincolo anche per altri Paesi. Almeno in questo momento d’emergenza planetaria, dove tutti si stanno indebitando per sopportare le spese sanitarie, tamponare le perdite di posti di lavoro, cercare un rilancio delle economie.

Una manovra finanziaria da 40 miliardi, come quella messa a punto dal Governo, non può che riflettere l’inimmaginabile stravolgimento in corso. Arriva dopo otto mesi di Covid e il virus detta le priorità. I soldi del Recovery Fund (209 miliardi fra fondo perduto e prestiti) cominceranno ad arrivare solo nel 2021 e quindi le linee guida per i conti del prossimo anno e dei successivi anticipano alcuni interventi che potranno essere ripresi e sviluppati con i soldi comunitari. Sanità, famiglia, lavoro e imprese beneficiano di flussi consistenti. Non mancano scuola e cultura. A pioggia vengono toccati molti altri settori in difficoltà.

Per la famiglia arriverà, una volta approvata la Legge di Bilancio, l’assegno unico. Per assegno unico e universale si intende un contributo diretto (o in alcuni casi sotto forma di credito d’imposta, quindi sconto sulle tasse) per famiglie con figli. Si parte dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, riguarderà circa 12 milioni di giovani e giovanissimi. Andrà ai genitori con lavoro dipendente o autonomo, professionisti, disoccupati e alle fasce debolissime. Passa interamente a carico dello Stato un’uscita da alcuni miliardi (3 solo nel 2021) e si razionalizzano altre forme di sussidio sparse, in parte a carico delle imprese.

L’altro capitolo importante per le famiglie è il sostegno al lavoro, quello esistente da proteggere e quello da avviare nonostante il ritorno della pandemia.

La Manovra prevede incentivi per l’assunzione di lavoratori sotto i 35 anni e, per le aree del Sud, agevolazioni per chi assume gli over35. In pratica vengono estesi fino al 2023 gli attuali tagli totali ai contributi per i neoassunti; taglio del 30% dei contributi per le nuove assunzioni di lavoratori nelle imprese del Meridione. Si vuole evitare il collasso occupazionale e favorire un ricambio all’interno delle imprese, a loro volta obbligate a trasformarsi.

Comprendendo sanità, scuola, sostegni alle imprese e altri settori lo scostamento di bilancio sarà di 22 miliardi che non sono pochi. Toccherà al Parlamento approvare le misure proposte dal Governo e sottoposte alla Ue che le esaminerà e le rimanderà per l’approvazione definitiva entro dicembre. Non ci saranno prevedibilmente grandi contestazioni. I debiti nazionali si gonfiando ovunque per gestire l’oggi. Prima o poi dovranno ridursi per ripagare l’Unione europea, gli istituti sovranazionali e i grandi investitori istituzionali che hanno messo a disposizione una liquidità impressionante. Per alcuni Paesi rientrare dall’indebitamento straordinario sarà gestibile, altri faranno più fatica.

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Fonte: Sir