Psicologi dell'emergenza, “tra gli ucraini che arrivano, tante le fragilità da sostenere”

La Sipem, che si muove all'interno del sistema di protezione civile, si è attivata fin da subito con le sue sedi regionali. La vicepresidente Sara Cicchella: “Qui in Campania ci siamo attivati dal primo minuto. Anche chi non ha sentito le bombe è traumatizzato dalla partenza e dal viaggio”

Psicologi dell'emergenza, “tra gli ucraini che arrivano, tante le fragilità da sostenere”

La priorità è l'accoglienza, avere un tetto e un luogo sicuro in cui trascorrere il giorno e la notte, dopo il terrore della guerra e la fatica del viaggio. Ma poi ci sono le ferite da curare, anche quelle che non si vedono: “Chi arriva in questi giorni dall'Ucraina ha vissuto comunque un trauma: anche se non ha visto e sentito le bombe, riporta il trauma della partenza improvvisa, della separazione dolorosa dal proprio Paese e del viaggio lungo e faticoso”. E' quanto spiega Sara Cicchella, vicepresidente della Sipem (Società italiana Psicologia dell'emergenza). “Stiamo seguendo tutte le evoluzioni della situazione europea e aderiamo alle prescrizioni della protezione civile. L'ultimo decreto del Dipartimento – ricorda - delega alle regioni la gestione dell'accoglienza dei profughi. A livello di federazione, al momento non abbiamo quindi un'attivazione nazionale, ma ci muoviamo anche noi a livello regionale”:

Per quanto riguarda in particolare la sezione Campania, di cui Cicchella è presidente, “qui fin dal primo minuto siamo stati operativi presso il residence dell'Ospedale del Mare, svolgendo il nostro compito di accoglienza, ascolto e primo soccorso psicologico. Abbiamo accolto tantissimi nuclei, per lo più donne e bambini, alcuni solo di passaggio al residence per adempimenti burocratici e sanitari, altri in attesa di collocazione da parte della prefettura e quindi, nel frattempo, accolti per 48 ore presso la struttura. Quello che offriamo è un primo soccorso psicologico: bisogna tener conto che le persone arrivano dopo giorni lunghissimi di viaggio, con il prioritario bisogno di trovare un posto sicuro dove poter ripristinare le loro energie psicofisiche”.

Dal punto di vista psicologico, “rileviamo nella maggior parte dei casi aspetti traumatici connessi a quanto queste persone hanno vissuto e stanno vivendo – riferisce Cicchella –. Per esempio, una particolare reazione di fronte a rumori simili a scoppi. Arrivano anche situazioni con problematiche pregresse e disabilità, fisica o intellettiva. In questo caso, il nostro impegno consiste nell'attivare immediatamente la rete territoriale del servizio sanitario, tenendo conto che residence è della Asl, quindi siamo già in un contesto sanitario, in cui vengono prestate le prime cure. Anche laddove riscontriamo problematiche importanti dal punto di vista psicologico, facciamo subito riferimento al servizio territoriale. Il sistema è ben strutturato – assicura Cicchella – e, per il momento, si riesce a gestire la situazione, per quanto complessa, anche grazie alla grande propensione all'accoglienza e alla solidarietà dimostrata dalla popolazione italiana”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)