Riforma dello sport, Uisp in Senato. “La riforma non pesi su lavoratori e società”

Il presidente Pesce riconosce l'importanza della riforma, ma chiede “coerenti misure che attutiscano il carico economico relativo alla previdenza in capo a lavoratori, lavoratrici, associazioni e società sportive, nonché agli stessi organismi affilianti”

Riforma dello sport, Uisp in Senato. “La riforma non pesi su lavoratori e società”

La riforma dello sport è una misura giusta e necessaria, ma servono “coerenti misure che attutiscano il carico economico relativo alla previdenza in capo a lavoratori, lavoratrici, associazioni e società sportive, nonché agli stessi organismi affilianti”: è quanto ha ricordato Tiziano Pesce, presidente di Uisp, ieri in audizione in Senato. “Su questo punto si è parlato molto, nei mesi scorsi, di misure che sarebbero state previste da uno specifico decreto, addirittura per abbattere totalmente i costi dell’impatto della contribuzione, misure che oggi parrebbero però non essere più presenti nell’agenda dell’Esecutivo. Su questo punto manifestiamo molta preoccupazione", ha aggiunto.

Pesce si è soffermato sul ruolo che il cosiddetto compenso sportivo ha giocato all'interno delle organizzazioni sportive: “Un istituto qualificato esclusivamente sotto il profilo fiscale - come reddito diverso – non soggetto a ritenute fiscali fino a diecimila euro annui complessivi e non soggetto ad alcuna contribuzione previdenziale e assicurativa. Si avvertiva la necessità sia di disporre di un quadro normativo chiaro – ha riconosciuto Pesce - per non lasciare le organizzazioni nell’incertezza e nel contenzioso, che di garantire tutele ai lavoratori dello sport, una necessità tra l’altro esplosa durante il periodo dell’emergenza pandemica, tenendo sempre presente la specificità unica dell’ambito sportivo”.

Dunque, da una parte c'è “apprezzamento per il lavoro del Governo che ha condotto allo schema di ulteriore decreto correttivo in esame in queste settimane, così come per il lavoro delle Commissioni parlamentari competenti, di Senato e Camera dei deputati, che, siamo certi contribuiranno a migliorare ulteriormente i testi normativi, soprattutto per quanto riguarda la riforma del lavoro nelle associazioni e società sportive, contenuta nel combinato disposto dei decreti legislativo 36 e 39 del 2021. Un percorso che l’Uisp ha seguito attivamente, con l’obiettivo di migliorare i testi normativi, non perdendo mai di vista l’obiettivo generale di arrivare ad un vero e concreto riconoscimento del valore sociale dello sport”.

E c'è anche il riconoscimento che “si tratta senza dubbio di una riforma importante, un cambiamento epocale nato dall’esigenza di dare piena legittimità e giuste tutele alle centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici sportivi, che devono essere accompagnati, insieme alle associazioni e alle società sportive, pensiamo soprattutto alle più piccole che si reggono sul volontariato, senza tralasciare il fondamentale aspetto delle semplificazioni, che devono restare tra le priorità, per assicurare stabilità e sostenibilità economico- amministrativa al sistema sportivo. Possiamo senza dubbio affermare che il movimento sportivo di base è stato ascoltato con attenzione e che la maggior parte delle molte considerazioni e richieste formulate dall’Uisp, tra primo e secondo decreto correttivo, sono state accolte”, riconosce ancora Pesce.

All'altra parte, però, ci sono le preoccupazioni: “La ricerca della sostenibilità economica dei costi del lavoro sportivo, all’interno di una filiera tremendamente colpita dalla pandemia e dalle ulteriori emergenze e crisi (energetica e non solo) che si sono addizionate, non può essere esclusivamente perseguita attraverso l’applicazione di aliquote previdenziali e relative riduzioni, che, nei fatti, non garantiscono, in prospettiva, quelle che invece dovrebbero essere eque tutele pensionistiche”.

Quindi, le richieste: “Auspichiamo una ancora maggiore ammonizzazione ed una ulteriore interazione tra Registro Unico Nazionale del Terzo Settore e Registro delle Attività Sportive Dilettantistiche”.

La richiesta, infine. È che “prosegua e si rafforzi l’attenzione di respiro interministeriale, dai Contratti nazionali, compresa la fattispecie delle cococo, alla determinazione delle mansioni dei lavoratori rientranti, sulla base dei regolamenti tecnici dei singoli enti affilianti, tra quelle necessarie per lo svolgimento di attività sportiva, la cui validazione, a nostro avviso, dovrà essere prevista presso l’Autorità di Governo/Dipartimento per lo Sport, per evitare applicazioni errate delle norme e 'storture' che iniziano a comparire e che vanno invece da subito contrastate. Di contro si creerebbero 'fenomeni di concorrenza sleale', soprattutto fra Enti di Promozione sportiva, oltre ad evidenti e non sostenibili differenze di profili e di assoggettamenti semplicemente cambiando l’Organismo nazionale di affiliazione. Sicuramente si tratta di una riforma che avrà bisogno di un 'rilascio progressivo', così come del resto già previsto dal ministro Abodi, e di una continua manutenzione, così come, aspetto non secondario, avrà bisogno di idonei interventi di sostegno economico”, conclude Pesce.

Qui il testo integrale del documento depositato da Tiziano Pesce a nome dell'Uisp, con alcune proposte di emendamento e di chiarimenti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)