"Senza soldi né lacrime", dossier sui travolti dal Covid

Il bilancio finale del Fondo San Petronio per le famiglie in difficoltà a causa della pandemia della Caritas di Bologna: 1,3 milioni i contributi erogati, oltre 2.300 le domande escluse. "Quanti impoveriti". Ma un quarto di tutte le domande arrivate riguarda persone disoccupate prima di marzo 2020 

"Senza soldi né lacrime", dossier sui travolti dal Covid

"Siamo soli". Il rapporto finale sul Fondo San Petronio, il progetto messo in campo dalla Curia di Bologna con un milione di euro dai dividendi di Faac per aiutare le famiglie in difficoltà a causa della pandemia, non è solo un elenco di numeri e dati sui contributi erogati (1,3 milioni) o sulle domande ricevute (2.346, 925 quelle escluse). Il report, pubblicato sul sito della Caritas, squarcia il velo sulle nuove povertà e sul baratro economico in cui sono precipitate tante persone, genitori con figli piccoli, coppie, anziani soli.

"Abbiamo smesso di pagare l'affitto, non abbiamo nemmeno lacrime per piangere perché questa situazione non ce la siamo cercata. Non abbiamo risparmi perché già prima facevamo fatica ad arrivare a fine mese, ma eravamo sereni perché non avevamo debiti", è una delle tante storie affidate ai parroci attraverso anonimi 'messaggi in bottiglia'.

Decine di messaggi, lunghi, brevi, richieste d'aiuto, ringraziamenti, "scritti nella disperazione di un naufragio, nella solitudine di un'isola deserta ed affidati alle onde del mare. Leggiamo il bisogno di spiegare i fatti, parlare di sé, affermare la propria identità perché nessuno di noi è solo il bisogno che porta", racconta la Caritas, che ha avuto il compito, con l'aiuto dei parroci, che hanno curato la relazione con le famiglie, di gestire la macchina degli aiuti.

Il fondo è stato aperto il 21 aprile e dopo solo tre giorni è stata bloccata la possibilità di inviare nuove domande: in 72 ore ne erano arrivate 2.350, una ogni due minuti. Per ottenere gli aiuti bisognava dimostrare di aver perso parzialmente o del tutto il lavoro (non importa se regolare o meno) dopo l'1 marzo, un reddito familiare mensile dal 1 marzo inferiore a 400 euro per componente e abitare stabilmente nel territorio della Diocesi di Bologna.

L'ammontare del contributo è stato modulato in base al numero dei componenti del nucleo familiare: 400 euro al singolo, 500 euro per due persone, 600 euro per tre, 700 euro per quattro, 800 euro per cinque e più persone. I primi bonifici sono partiti il 14 maggio e sono andati avanti fino luglio. Con le somme a disposizione (oltre alla cifra stanziata dal cardiale Matteo Zuppi, si sono aggiunti contributi dall'8 per Mille, da cittadini, imprese ed istituzioni) è stato possibile sostenere le persone in difficoltà almeno per due mesi (solo chi aveva avuto una limitata perdita economica ha ricevuto un solo assegno). Tra la fine di luglio e la prima settimana di settembre (includendo la chiusura estiva) sono stati fatti i bonifici per la seconda mensilità. Infine, sono state selezionate alcune famiglie più fragili (famiglie numerose con sei o più componenti, nuclei monogenitoriali con figli minori, famiglie con un componente gravemente ammalato) che alla fine di settembre hanno ricevuto il bonifico della terza mensilità: alla fine 1.022 hanno ricevuto un assegno (per 622.200 euro complessivi), 966 due (in tutto 570.850), 246 famiglie tre (per 152.200 euro).

Dal report emerge, in ogni caso, un quadro di profondo disagio economico e sociale. Un quarto di tutte le domande arrivate riguarda persone disoccupate prima di marzo 2020 e, quindi, indipendentemente dalla crisi covid. Avendo il Fondo una destinazione ben precisa, sono state escluse le domande che riguardano le situazioni più fragili, che però sono anche quelle già tutelate dalle Caritas parrocchiali e dai servizi sociali.

"Il Fondo è riuscito ad intercettare la cosiddetta 'fascia grigia', cioè le persone e famiglie in condizione di vulnerabilità prima della pandemia che non si erano mai rivolte ad enti o associazioni. Persone e famiglie che vivevano in equilibrio su di un filo sottile, con un'occupazione precaria contrattualmente, scarse tutele e stipendi bassi, con un contesto familiare e sociale poco supportivo", spiega la Caritas. Il 70% delle domande proviene dal Comune di Bologna ed il 30% dal resto della provincia. Il maggior numero di domande accolte proviene proprio dalle tre zone su cui la Caritas Diocesana ha concentrato il suo lavoro nel biennio 2019-2020: Bolognina-Beverara-Bertalia (210), San Donato fuori le mura (152) e Barca (120), "a conferma dell'alto indice di fragilità sociale di queste aree urbane".

Le categorie di lavoratori che dall'osservatorio del Fondo San Petronio hanno subito più danni in questo primo momento di crisi sono stati tutti coloro che non hanno ricevuto dal datore di lavoro l'anticipo in busta paga delle misure di integrazione salariale (vari tipi e forme di cassa integrazione): dipendenti del settore privato, lavoratori domestici, lavoratori autonomi e lavoratori in nero. In particolare i settori produttivi più colpiti sono stati l'edilizia e la logistica "dove spesso si fa ricorso a contratti a chiamata o interinali molto brevi, dove purtroppo ci sono molti rapporti di lavoro irregolari e in nero. I lavoratori autonomi sono stati messi letteralmente in ginocchio: il contributo statale di 600 euro una tantum si è rivelato inefficace", certifica la Caritas.

Il contributo è andato a 629 singoli, a 1.232 famiglie da due a quattro componenti, a 394 famiglie numerose (più di cinque componenti). Sul totale delle domande 920 richiedenti sono in affitto da privati, 772 vivono in alloggi pubblici.

"La pandemia da Covid-19 è stata come un mezzo di contrasto che, usato negli esami clinici, rende manifesti fenomeni altrimenti impercettibili. Il primo dato lampante è l'aumento della povertà, fenomeno che riguarda tanto le persone e le famiglie già in situazione di sofferenza quanto i 'vulnerabili' poco visibili prima della pandemia", conclude la Caritas. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)