Siglato a Padova il memorandum per le “Le città accoglienti”. Il racconto della giornata a Palazzo Moroni

Venti Comuni da tutta Italia faranno rete per promuovere le buone pratiche di accoglienza dei migranti già sperimentate con successo negli ultimi anni, per superare la logica dell’emergenza e andare verso un solido processo di integrazione.

Siglato a Padova il memorandum per le “Le città accoglienti”. Il racconto della giornata a Palazzo Moroni

È stato presentato a Padova sabato 26 novembre il progetto “Le città accoglienti” per la creazione di una rete di condivisione delle buone pratiche di accoglienza e integrazione dei migranti. Presenti, nella cornice della sala della Giunta di Palazzo Moroni, 20 Comuni che hanno espresso il loro punto di vista e raccontato le loro esperienze sul tema.

Padova non è stata scelta a caso per l’incontro. È stato proprio il capoluogo patavino ad aderire, nel 2021, al progetto europeo “Embracin” che ha permesso di sperimentare l’accoglienza in famiglia in parternariato con altre sette città europee. A dirigere i lavori durante il meeting è stata quindi l’assessora al sociale e all’integrazione Margherita Colonnello, che ha coinvolto (anche grazie al passaparola) nove Comuni della provincia di Padova e altri da tutta Italia tra cui Napoli, Roma, Milano e Verona. Hanno inoltre preso parte all’iniziativa il Coordinamento provinciale dei progetti Sai (Sistema Accoglienza e Integrazione) della provincia di Brescia, la rete dei Comuni dell’alto vicentino, Welcome Refugees Italia, Unhcr, la Comunità di Sant’Egidio e il Forum del Terzo settore.

Il memorandum sottoscritto ha degli obiettivi ben precisi. Il punto di partenza è l’uscita dalla logica dell’emergenza nel fronteggiare l’arrivo di migranti. Lo scopo è quello di costruire percorsi condivisi tra amministrazioni, cittadini e Terzo settore, facendo tesoro delle esperienze già realizzate negli ultimi anni. I Comuni firmatari ritengono importante attivare l’accoglienza in famiglia come misura strutturale nel sistema perché rappresenta il modo migliore per integrare gli immigrati nel contesto culturale e linguistico italiano. Inoltre, come si legge nel documento, «non solo i migranti traggono giovamento dall’essere accolti in famiglia, ma è anche il tessuto sociale italiano che - ove sollecitato - risponde con entusiasmo ai progetti di accoglienza. Questo fatto è stato dimostrato in particolare con le emergenze prima afghana e poi ucraina: in tutta Italia sono state moltissime le famiglie a scrivere direttamente alle prefetture per rendersi disponibili ad accogliere i profughi in casa propria».

Il tavolo ha visto la partecipazione anche dell’Università di Padova in qualità di “ospite d’onore”, rappresentata dalla prorettrice con delega alla Terza missione e rapporti con il territorio Monica Fedeli che ha sottolineato come «la città di Padova e la sua Università sono quasi un sinonimo, si identificano l’una con l’altra. La nostra istituzione è orgogliosa della collaborazione che prosegue da anni con il comune, al fine di accogliere e integrare le studentesse e gli studenti immigrati».

Tra i rappresentanti dei comuni padovani ha preso la parola Sabrina Doni, prima cittadina di Rubano, che ha ricordato l’adesione di 8 anni fa al progetto Sprar, assieme a Montegrotto Terme, Ponte San Nicolò e Piove di Sacco: «Gli esiti sono stati fruttuosi, soprattutto grazie al dialogo con parrocchie e associazioni del territorio. È una soluzione alternativa ai muri perché l’accoglienza dona ricchezza alla comunità».

La tavola rotonda ha quindi visto l’intervento di Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato all’Immigrazione dell’Anci: «Il Sai funziona, dà risposte. Gli amministratori hanno la pretesa politica di fare cittadinanza, di creare dei cittadini che possano costruire il proprio futuro oltre l’emergenza. Questo sistema è sicuramente perfettibile ma al momento è il migliore che possiamo avere. Il nostro obiettivo – e questo è il senso della giornata odierna – è di portare all’attenzione del ministero questo tipo di politica, con particolare attenzione alla gestione dei minori non accompagnati. Da oggi nasce una proposta concreta che parte da una rete. L’Anci, da parte sua, si impegnerà a chiedere ai comuni input e feedback su come migliorare e proseguire verso questa strada», ha concluso Biffoni.

La proposta sarà ora portata in discussione all’interno dell’Anci e successivamente sarà cura del ministero degli Interni dare un proprio parere.

Andrea Benato

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Fonte: Comunicato stampa