Ucraina, Msf: la guerra non risparmia strutture e assistenza sanitaria

Lo staff  di Medici senza frontiere ha visto ospedali, case, scuole, negozi e parchi giochi ridotti in macerie. Mine antiuomo collocate anche in strutture mediche. L'ong ricorda alle parti in conflitto l'obbligo di proteggere i civili e le infrastrutture

Ucraina, Msf: la guerra non risparmia strutture e assistenza sanitaria

"Medici senza frontiere (Msf) denuncia la distruzione massiccia e diffusa delle strutture sanitarie in Ucraina e la grave difficoltà di accesso all'assistenza medica per la popolazione sotto l'occupazione militare russa. Msf esorta tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario e l'obbligo di proteggere la popolazione civile, le infrastrutture e di garantire l'accesso ai farmaci salvavita e alle forniture mediche per le persone che ne hanno bisogno". Lo si legge in una nota della stessa organizzazione.

"Il nostro staff ha visto ospedali, case, scuole, negozi e parchi giochi ridotti in macerie. In alcune delle città e dei villaggi in cui lavoriamo, la distruzione è stata assoluta. Lungo i mille chilometri di linea del fronte in Ucraina, alcune aree sono state letteralmente cancellate dalla mappa" dichiara Christopher Stokes, responsabile dei programmi di Msf in Ucraina.

"Dopo l'escalation del conflitto nel febbraio 2022- come riporta il comunicato-, i team di Msf si sono immediatamente attivati per valutare i bisogni medici e umanitari della popolazione in 161 città e villaggi delle regioni di Donetsk e Kherson e per fornire supporto medico a chi vive vicino alle linee del fronte. Nonostante il tentativo di lavorare su entrambi i lati del fronte, Msf è stata in grado di operare solo nelle aree sotto il controllo ucraino, con la conseguente possibilità di osservare la situazione solo in queste zone".

"I team di Msf- si denuncia ancora nella nota- sono stati testimoni di attacchi alle infrastrutture sanitarie già nei mesi immediatamente successivi all'escalation del conflitto. A Mikolaiv ad aprile e ad Apostolove a giugno, hanno assistito agli effetti evidenti delle bombe a grappolo sugli ospedali, dovendo sospendere le attività per diversi giorni e privando di fatto i pazienti dell'accesso alle cure mediche. Più recentemente, tra l'8, l'11 e il 15 ottobre 2022, le équipe di Msf hanno scoperto la presenza di mine antipersona all'interno di ospedali in funzione in aree precedentemente sotto occupazione russa nelle regioni di Kherson, Donetsk e Izyum".

"L'uso di mine è diffuso nelle aree del fronte, ma vederle collocate in strutture mediche è scioccante, è un atto di disumanità. È un messaggio chiaro a chi viene a cercare medicine o cure: gli ospedali non sono un luogo sicuro" afferma Vincenzo Porpiglia, coordinatore del progetto di Msf nella regione di Donetsk.

Lo staff di Msf, si aggiunge nel comunicato, "è anche testimone di strutture sanitarie saccheggiate nelle ex aree occupate dai russi e nella regione di Kherson e Donetsk, e di veicoli medici distrutti, comprese le ambulanze. All'interno di due strutture hanno visto armi ed esplosivi".

Msf dà conto anche della mancata garanzia dell'accesso all'assistenza sanitaria che si registra nei territori ucraini occupati dalle forze armate russe. "Testimonianze degli operatori sanitari e dei pazienti vissuti sotto l'occupazione russa dimostrano una forte limitazione dell'accesso ai farmaci essenziali, alle cure o alle strutture mediche - si legge -. Conferme che arrivano anche dalle cartelle cliniche delle 11mila consultazioni mediche eseguite da Msf tra novembre 2022 e febbraio 2023, in cui la maggior parte dei pazienti hanno avuto bisogno di trattamenti per malattie croniche rimaste incurate per mesi".

"Secondo quanto riferito dai pazienti - prosegue la nota -, le persone non sono state in grado di accedere all'assistenza sanitaria per restrizioni di movimento, per la distruzione su larga scala delle strutture sanitarie o a causa delle azioni imprevedibili di alcune unità russe. I pazienti hanno anche raccontato che le strutture mediche e le farmacie rimaste in piedi sono state saccheggiate e che la fornitura di medicinali non è stata garantita dalle forze di occupazione, come confermato dalle condizioni di salute di molti pazienti di Msf che risultano non essere stati curati per mesi".

Da qui l'appello della ong: "Msf ricorda alle parti in conflitto l'obbligo di proteggere i civili e le infrastrutture. Gli ospedali e le strutture sanitarie non devono mai essere un obiettivo. Le parti in conflitto devono anche consentire la fornitura regolare di medicinali salvavita, presidi medici e garantire un accesso sicuro all'assistenza umanitaria indipendente". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)