“Wish for a baby”, esposto di diverse associazioni contro l’evento sulle tecniche di procreazione assistita

Dodici associazioni, tra cui anche l’Aibi, hanno firmato un documento che è un esposto alle autorità di vigilanza e sicurezza per verificare che ci siano state le adeguate valutazioni di un veneto che definiscono “una iniziativa che rischia di diventare vetrina pubblicitaria anche di attività come l’utero in affitto”

“Wish for a baby”, esposto di diverse associazioni contro l’evento sulle tecniche di procreazione assistita

“Il 20 e 21 maggio approderà a Milano l’evento “Wish for a Baby ”, una iniziativa che rischia di diventare vetrina pubblicitaria anche di attività come l’utero in affitto”. Così Aibi che, insieme ad altre associazioni, si è espressa con un esposto  rivolto alle autorità di vigilanza e sicurezza preposte al fine di verificare che ci siano state adeguate valutazioni.

L’esposto contro “Wish fo a Baby”

Aibi ricorda che la legge 40/2004 afferma: “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro” (articolo 12, comma 6).
Alla luce di quanto sopra, l’esposto attacca direttamente l’evento Wish for a Baby, “una fiera dedicata anche alle tecniche di procreazione assistita, analoga a quella presentata in altre città europee, da Amsterdam a Parigi, passando per Berlino, Colonia e Monaco”, sottolinea l’associazione.
A oggi, l’iniziativa non è ancora riuscita ad arrivare a Milano poiché quella prevista nel 2022 era stata annullata.

All’interno del documento firmato dalle associazioni, si afferma che “le associazioni scriventi, portatrici di interesse legittimo secondo le proprie finalità statutarie, intendono rinnovare l’invito alle autorità di vigilanza e sicurezza preposte a comunicare se si siano svolte valutazioni in merito, e quali attività di prevenzione si siano esperite e, in caso in cui a nulla si sia provveduto, ad adottare ogni necessario ed opportuno provvedimento corrispondente ai doveri d’ufficio”.

Oltre ad Aibi, firmano l’esposto anche Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Fondazione il cuore in una goccia, Associazione Difendere la vita con Maria, Federvita Lombardia, Federvita Calabria, Umanitaria Padana ODV, Pro Vita e Famiglia, Steadfast Onlus, Associazione non si tocca la famiglia, Anfaa - Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie e Movimento per la vita italiano.
Occorre ricordare che qualche giorno fa, FdI aveva già depositato un’interrogazione ai ministri dell’Interno, Giustizia e Famiglia per chiedere di “garantire il rispetto delle leggi vigenti” e per contrastare la promozione commerciale legata a pratiche illegali.
Le consigliere comunali Roberta Osculati (PD) e Deborah Giovanati (Lega) hanno depositato un ordine del giorno nel quale invitano il sindaco Beppe Sala a fare chiarezza. A loro si aggiunge Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, con un’interrogazione a Orazio Schillaci, ministro della Salute, chiedendo di bloccare una iniziativa che “propone un’idea di bimbi trasformati in merce e del corpo delle donne in contenitore”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)