Zaki, Palazzotto: “Governo proceda spedito per renderlo ufficialmente cittadino italiano”

Dopo l’approvazione della mozione in Senato per la concessione della cittadinanza italiana allo studente dell’Alma Mater di Bologna, Erasmo Palazzotto (LeU) chiede al Governo di accelerare l’iter, “per non vanificare il significato del voto di ieri”. E ringrazia la senatrice Segre

Zaki, Palazzotto: “Governo proceda spedito per renderlo ufficialmente cittadino italiano”

L’hashtag scelto su Twitter è #ZAKI_cittadino_italiano. Fino a ieri un auspicio, dopo l’approvazione della mozione in Senato qualcosa di più. Una notizia accolta con entusiasmo da larga parte del mondo politico e istituzionale, ma anche dai tanti cittadini che, da oltre 14 mesi, chiedono la libertà per lo studente dell’Università di Bologna arrestato e poi incarcerato nel suo Paese d’origine, l’Egitto. E proprio Patrick Zaki, due giorni fa, era riuscito a far sentire la propria voce attraverso un breve messaggio in italiano nascosto tra le pagine del libro “Cent’anni di solitudine” consegnato alla sua ragazza, che finalmente ha potuto fargli visita nel carcere di Tora: “Anchora resestendo. Grazie per il supporto tutti tutti (=)”. Quale panorama si apre, adesso? L’abbiamo chiesto a Erasmo Palazzotto, deputato di LeU e Presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.

Qual è il significato dell’approvazione della mozione di ieri?
Quello di ieri è un segnale molto importante, un’assunzione di responsabilità e anche di piena consapevolezza da parte di un ramo del Parlamento. È ormai chiaro a tutti che la vicenda di Patrick Zaki è una questione che riguarda il nostro Paese, che deve essere posta al centro del dibattito europeo, che riguarda i rapporti tra il nostro Paese e l’Egitto. Dare la cittadinanza italiana a Patrick Zaki significa, infatti, dare un segnale politico forte all’Egitto. Un segnale che riguarda, più in generale, il grande tema dei diritti umani ma anche la ferita aperta nella nostra coscienza civile a proposito della triste vicenda di Giulio Regeni.

Cosa succede adesso? Qual è l’iter per concedere la cittadinanza italiana? Solitamente i tempi sono lunghi: viste le motivazioni, ci sarà un iter accelerato?
Adesso la palla passa al Governo. C’è un impegno preciso del Parlamento, il Governo ora deve dimostrare che c’è la volontà politica. Certo, i tempi tecnici possono essere lunghi, ma la volontà politica può accelerare le procedure. Vista l’importanza di questa situazione, penso – e spero – che il Ministero dell’Interno – ma anche tutto il Governo – spinga perché, fatte tutte le procedure, si possa concedere la cittadinanza in tempi molto brevi. Se così non fosse, si vanificherebbe il valore politico del voto di ieri.

Se Zaki diventasse cittadino italiano, cosa potrebbe cambiare nel processo?
Cambierebbe in primo luogo il rapporto di assistenza giudiziaria che il nostro Paese può fornire, perché a questo punto l’Egitto starebbe processando un cittadino italiano. Il Governo italiano avrebbe la possibilità di chiedere e di adire a tutti gli strumenti, anche del diritto internazionale, per tutelare i diritti di un proprio cittadino.

Liliana Segre ieri era in Senato per votare a favore della mozione. Qual è il significato del suo gesto?
Liliana Segre è testimone di una delle più buie epoche storiche e della più grande violazione di diritti umani. Oggi il suo gesto è ancora più importante. La sua decisione di andare a votare testimonia che in questo momento storico bisogna sapere da che parte della storia schierarsi: è un segnale che arriva forte al nostro Paese. Sui diritti umani non ci sono scorciatoie. Ringrazio pubblicamente la senatrice Segre per il suo coraggio e la sua generosità.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)