Continuare a esistere perché c’è qualcuno che ci dà amore. Oltre la storia di "Mario", tetraplegico di Pesaro e il suicidio assistito

La storia di “Mario”, tetraplegico di Pesaro, e la volontà di porre fine alla sua vita rimettono al centro del dibattito italiano il tema del suicidio assistito

Continuare a esistere perché  c’è qualcuno che ci dà amore. Oltre la storia di "Mario", tetraplegico di Pesaro e il suicidio assistito
Lo chiamano “Mario” e ha 43 anni; è un ex camionista di Pesaro, tetraplegico dopo un grave incidente stradale. È membro dell’Associazione Luca Coscioni e voleva andare a morire in Svizzera; ma lo hanno fatto restare in Italia per alzare il tiro rispetto a quello che l’associazione fece con Fabio Antoniani, dj Fabo. Martedì 23 novembre la commissione etica dell’Azienda sanitaria unica delle Marche (l’Asur), ha dato un giudizio di idoneità al suicidio assistito di “Mario”. In Italia il suicidio assistito resta...