Coronavirus. Quando la radio fa sentire meno soli

Con l'epidemia da coronovirus le radio hanno cambiato i loro programmi. Da chi trasmette gli audio dei bambini a chi propone solo musica allegra o punta sull'informazione di servizio. Con un linguaggio meno ansiogeno di altri media, sia le grandi emittenti che quelle di quartiere stanno creando un legame ancora più forte con i propri ascoltatori

Coronavirus. Quando la radio fa sentire meno soli

MILANO - Grandi o piccine che siano, condotte da star o amatoriali, le radio in queste settimane non solo hanno cambiato palinsesti e contenuti dei talk, ma hanno creato un legame ancora più forte con gli ascoltatori. Shareradio, radio web nata nel 2009 a Baggio, periferia Ovest di Milano, con l'intento di promuovere coesione sociale in città, da quando le scuole sono chiuse ha lanciato un programma in cui mette in onda audio registrati col cellulari dai bambini in cui salutano gli amici, fanno dediche e chiedono che siano trasmessi brani musicali. "È nato tutto quasi per gioco con mia figlia -racconta Nicola Mogno, fondatore di Sharadio-. Sulla chat dei suoi compagni di scuola abbiamo lanciato l'idea, i bambini subito ci hanno mandato i loro audio. Appena messi in onda ne sono arrivati altri da bambini di altre classi e poi di altre scuole". Shareradio sta mandando in onda, dal lunedì al venerdì (dalle 17.30 alle 18.30) anche le lezioni degli insegnanti del Cia Manzoni per i loro studenti. "Trasmettono dalle loro case e devo dire che si stanno rivelando molto brave", sottolinea Nicola Mogno.

"La radio ha sempre avuto un rapporto molto stretto con i proprio ascoltatori e oggi più che mai può contribuire a dare quel senso di comunità per far sentire le persone meno sole", racconta Nicola Franceschini, fondatore del sito di informazione FM-World e oggi anche app per ascoltare le radio. Proprio su FM-World è possibile trovare tutto ciò che le radio stanno inventando in questi giorni per entrare in sintonia con gli ascoltatori. "C'è chi punta sull'informazione, soprattutto se è da sempre la propria mission – aggiunge -, altri invece puntano sull'intrattenimento e la musica. In questo secondo caso, i temi legati all'epidemia da coronovirus entrano comunque nel palinsesto, ma in termini di consigli utili, informazioni di servizio. Direi che in generale la radio riesce a comunicare con gli ascoltatori in maniera meno ansiogena di altri mezzi di comunicazione".
Basta dare un'occhiata su FM-World per scoprire così che è anche nata una nuova web radio, con un nome che è già un programma: "Radio Quarantenna". L'idea è venuta a un gruppo di studenti universitari di Bolzano per spezzare "la noia della reclusione forzata e per stare insieme, raccontarci storie e notizie interessanti". Radio Rock 106.6 di Roma ha deciso di lanciare #HappySongs: durante il format “TheRockShow” (in onda ogni giorno dalle 6 alle 10) la programmazione musicale è composta solo da brani felici richiesti dagli ascoltatori. "Un’opportunità per trovare quiete nella musica" si legge sul sito della radio.

Ci sono inoltre piccole radio che si sono ritrovate ad avere rilevanza nazionale, come Radio Codogno, che ha lanciato il programma "Radio Zona Rossa": due appuntamenti quotidiani dalla zona rossa del lodigiano (Codogno era uno dei dieci paesi), con informazioni di servizio, interviste agli esperti e alle autorità (anche al ministro della Difesa, originario di quei luoghi) e uno spazio per le fiabe per i bambini. C'è poi chi si è ritrovato a fare da ponte tra due Paesi. Come "Radio Nizza, la radio degli italiani in Costa Azzurra": radio blog ideato e condotto da Marco Casa insieme a Giovanni Gugg. "Da quando è scoppiata l'epidemia in Italia abbiamo creato una newsletter giornaliera - racconta Marco Casa -, con informazioni su come stava andando l'epidemia in Francia, attingendo ai dati delle autorità. Perché fino a pochi giorni fa c'era una sorta di sottovalutazione in Francia del problema e i giornali ne parlavano poco. I dati ci sono, ma bisognava andare a scovarli. Gli italiani in Costa Azzurra (circa 40 mila quelli stabili, ndr) da una parte vedevano sulla Tv italiana la gravità della situazione, ma allo stesso tempo non potevano capire come era la situazione in Francia". Marco Casa è un giornalista radiofonico che lavora anche per Radio Marconi (radio dell'Arcidiocesi di Milano) e per l'agenzia Radio Traffic. "Anche le informazioni sul traffico sono importanti in questo periodo -aggiunge-. Le persone hanno bisogno di sapere se possono muoversi, c'è ora il problema delle code al Brennero. Quando la zona rossa era limitata ai dieci comuni del lodigiano c'era bisogno di sapere quali strade prendere per aggirare quella zona, che non poteva essere attraversata". A Radio Marconi ogni giorno interviene l'arcivescovo, mons. Mario Delpini per proporre una riflessione e una preghiera sulla Quaresima e sulla pace con un legame all'attualità.

Radio Popolare punta decisamente sull'informazione e sul microfono aperto tutto il giorno con gli ascoltatori, che possono fare domande e proporre riflessioni. "È un flusso continuo -racconta Roberto Maggioni, uno dei giornalisti-. Cerchiamo di offrire approfondimenti con interviste e interventi in diretta a esperti, soprattutto in campo medico. E la colonna sonora della giornata è composta da brani che siano piacevoli. L'altra novità, nata con l'emergenza coronavirus, è la diretta serale, dalle 20.30 fino a mezzanotte: sempre con esperti e con la possibilità del pubblico di intervenire. In queste dirette sono entrate ovviamente anche le conferenze stampa del primo ministro Giuseppe Conte. Abbiamo visto che i nostri ascoltatori stanno apprezzando molto la diretta serale, è un modo per stare tutti insieme". 

Dario Paladini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)