Decreto affido. “La famiglia affidataria non è un albergo”

La protesta delle associazioni sulle nuove norme approvate dal governo sull’affidamento familiare dei minorenni. L’osservatorio sui minori “Fonte d’Ismaele”: “mettere al centro i ragazzi”. Papa Giovanni XXIII: “Uso improprio termine istituti”

Decreto affido. “La famiglia affidataria non è un albergo”

"La nostra associazione rivolge un accorato appello ai decisori politici perché il nuovo provvedimento ponga al centro delle scelte la persona di minore età e il suo ascolto superando logiche di familismo naturale e biologico a favore di una genitorialità responsabile e utile allo sviluppo umano integrale del bambino del ragazzo e dell’adolescente dell’uomo che verrà". Lo sottolinea Lucia Ercoli, coordinatore dell'Osservatorio sui Minori "Fonte D'Ismaele" in merito al ddl sulla “tutela dei minori in affidamento”, presentato in Consiglio dei Ministri da  Eugenia Roccella (Famiglia) e Carlo Nordio (Giustizia). "L'affido - aggiunge Ercoli - non deve assolutamente porsi come alternativa alla famiglia biologica, ma è anche vero che non possiamo ridurlo a mero collocamento del bambino e del ragazzo al pari di un albergo. Un bambino che entra in una nuova famiglia sviluppa legami familiari costitutivi della propria identità senza che questi alieni i legami affettivi con la famiglia d'origine". "La norma - continua -  a nostro avviso dovrebbe tradurre l'affido in una disciplina che porta il minore ad avere non più una sola famiglia, ma due famiglie in cui possa muoversi liberamente e secondo le sue inclinazioni. Si tenga conto che se una famiglia naturale possa essere disfunzionale rispetto alla crescita del bambino. Va fatta una prognosi esatta della recuperabilità della famiglia e del tempo in cui questa recuperabilità viene fissata altrimenti si dispone l'apertura di una procedura che porti all'adozione in casi particolari". Si chiede poi di potenziare i servizi sociali soprattutto per far sì che la famiglia d'origine e la famiglia affidataria diventino un'unica famiglia in cui il bambino non è assolutamente conteso ma in cui il bambino è unitamente custodito.

Anche per l’associazione Papa Giovanni XXIII il governo dovrebbe investire più risorse per promuovere l’affidamento familiare. “L'affido è anzitutto un'alleanza tra famiglie, è un meraviglioso sostegno temporaneo al bambino e alla famiglia d'origine, perché alla fine, se possibile, ci possa essere una riunificazione familiare. Questo è un patrimonio, caratteristico del nostro Paese, che va potenziato” sottolinea Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII. “Dalla lettura del testo di legge emerge principalmente la volontà di controllo da parte del Governo, tanto da proporre la creazione di un registro, nel quale dovrebbero essere iscritte anche le famiglie affidatarie, per richiedere dati di cui le Regioni sono già in possesso. Nelle linee guida approvate il mese scorso dalla Conferenza Stato-Regioni emerge la necessità di una maggiore attenzione sia al sostegno alle famiglie d'origine per prevenire gli allontanamenti sia alle verifica dei tempi degli affidi. Giuste intenzioni, ma il problema è che se le Regioni non le recepiscono e non investono risorse allora rimangono solo belle parole”. Valter Martini, esperto della Comunità di don Benzi in tema di affido, evidenzia alcune criticità. “Nel testo del ddl il termine Istituti di assistenza pubblici o privati e istituzionalizzazione ricorre 13 volte. – spiega Martini – Ma gli istituti dovrebbero essere stati chiusi con la legge 149/2001 che ne prevedeva il superamento entro il 31 dicembre 2006 attraverso l'affidamento ad una famiglia o l'inserimento in una comunità di tipo familiare. Se ancora ci sono delle realtà che mantengono le caratteristiche degli istituti dovrebbe essere imposto dagli organi competenti la loro conversione nelle diverse tipologie previste dalle nuove Linee nazionali sui Presidi socio assistenziali da poco approvate dalla Conferenza Stato-Regioni”.

“Inoltre il ddl prevede la costituzione di un Osservatorio nazionale sugli istituti di assistenza pubblici o privati, sulle comunità di tipo familiare e sulle famiglie affidatarie presso il Dipartimento per la Famiglia. Ma proprio in questi giorni è in discussione alla Camera il disegno di legge 1532 ter che ha come prima firmataria il Ministro del lavoro e che prevede la costituzione di un Tavolo in materia di minori fuori famiglia con analoghe funzioni. Infine esiste già un Osservatorio Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza che si sta occupando della materia e che potrebbe svolgere i compiti previsti, in questo ddl, per questo nuovo Osservatorio” conclude Martini.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)