(In)formazione, una forma alta di carità. Che cosa ci dicono i 115 anni della Difesa del popolo

Che ne pensate, cari lettori, della copertina di questo numero della Difesa? Chissà se qualcuno di voi ha pensato “in redazione hanno aperto l’archivio storico e hanno spedito i vecchi numeri”… In qualche modo, la risposta è “sì”. Abbiamo voluto riprodurre la prima pagina del primo numero, quello del 5 gennaio 1908, perché 115 anni di storia non sono un traguardo trascurabile.

(In)formazione, una forma alta di carità. Che cosa ci dicono i 115 anni della Difesa del popolo

In questi giorni dunque il nostro settimanale compie gli anni e si regala una nuova rubrica, “Quando la Difesa scriveva di…”, che dalla scorsa settimana esce nei nostri profili su Facebook e Instagram, rilanciando notizie, approfondimenti e curiosità tratti proprio da quell’archivio che ci ricorda quotidianamente la responsabilità che abbiamo nel “fare” questo giornale. Esattamente, di quale responsabilità stiamo parlando? La Difesa, come gli altri settimanali diocesani, rappresenta un segno profetico in un 2023 che vede una Chiesa alle prese con enormi cambiamenti – alcuni ancora da decifrare fino in fondo – che toccano il ministero dei preti, il ruolo dei laici, le modalità dell’annuncio del Vangelo, i molteplici linguaggi, la digitalizzazione delle relazioni e molto altro. Proprio ora che potrebbe prevalere la tentazione di rinchiudersi al proprio interno per analizzare la situazione e decidere da cosa ripartire (operazione peraltro in corso con il Sinodo diocesano e quello universale) la Chiesa continua a investire in un giornale che rappresenta un ponte verso la società e il mondo: attraverso queste pagine, i social network, i video e il sito internet la Chiesa condivide la sua visione del mondo, offre punti di contatto e collaborazione con chiunque voglia costruire il domani, analizza i cambiamenti in atto per progettare il bene a misura delle esigenze di questo tempo e di questo territorio.

Un giornale è un organismo in cui le sensibilità si incontrano, le idee maturano, il pensiero si crea per osmosi. Ed è anche uno strumento attraverso il quale si indicano direzioni, si mette in luce quanto di significativo abita qui, nonostante una certa narrazione dipinga questo tempo come la coda di una fantomatica età dell’oro che non tornerà. E di chi è questa responsabilità? Non certo solamente di noi giornalisti o di chi lavora alla Difesa. La responsabilità è di tutti noi, Chiesa di Padova: il mio desidero è che sempre più voi, comunità cristiane, gruppi, associazioni, movimenti vi sentiate veri e propri redattori di quello che è il vostro giornale. Tutti insieme portiamo la responsabilità di generare e condividere punti di vista, indicare temi ed esperienze importanti, perché ciascuno possa farsi la sua idea, prendere decisioni informate, ispirarsi ad altre iniziative per arricchire la propria comunità. Anche quella della (in)formazione è una forma di carità, ancora più centrale nella post-verità dove le notizie rischiano di lasciare il posto alle fake news, e una delle parole chiave è fact-checking, la verifica dei fatti. E quale futuro ci attende? La Difesa non ha mantenuto intatta solo la sua testata, in questi 115 anni, ma anche la sua identità.

Dai tempi di mons. Pellizzo molto è cambiato, ma quell’editoriale del 13 agosto 1911 risuona ancora: «Il nostro non è un giornale uso Gazzettino; è un giornale di battaglia; un giornale di propaganda delle sane idee: un giornale che tende a educare e formare la coscienza non solo religiosa, ma anche civile dei cattolici, che propugna l’organizzazione, che difende i diritti del lavoratore e dell’emigrante […]. Un giornale non fatto per divertire ma per istituire, un giornale di azione, non di chiacchiere». Questo è un tempo in cui prendere posizione, puntare sull’essenziale e non balconear (guardare la vita dal balcone) per usare un’espressione di papa Francesco. Ciò che conta oggi è farlo assieme e secondo lo spirito del tempo, consapevoli che il sapere si produce e si condivide nella comunità, ciascuno secondo il proprio ruolo, tutti sullo stesso piano. Inizia così un 2023 ricco di novità in cui la Difesa rivedrà completamente la propria presenza online e nel mondo digitale. Buon cammino a tutti noi.

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