L’Italia spezzata. Il problema distanza tra Centro Nord e Mezzogiorno è una questione di sistema

Il rapporto evidenzia che le disparità rintracciate tra i singoli e tra le famiglie accompagnano quelle che riguardano le comunità

L’Italia spezzata. Il problema distanza tra Centro Nord e Mezzogiorno è una questione di sistema

L’Italia è spaccata in due. La frattura appare abbastanza evidente tra il Centro Nord e il Mezzogiorno. Certo non è una novità, anzi è una conferma. Quello che stupisce è l’incapacità storica (o lo scarso impegno?) a ridurre le distanze che rendono sempre più vulnerabile il Paese.

L’immagine di uno stivale diviso a metà sintetizza i risultati de “L’aggiornamento delle misure del Bes” (benessere equo e sostenibile) che è stato pubblicato recentemente dall’Istat. Il Bes è un sistema di indicatori, sviluppato da studiosi di diversa estrazione e provenienza, per cercare di fotografare lo stato di salute del Paese. Questo super indicatore è costruito da 12 diverse dimensioni che vanno dalle condizioni di salute al benessere economico delle persone, dal patrimonio paesaggistico e culturale alla qualità dei servizi.

Purtroppo il risultato è duro e ci dice che il problema della distanza tra Centro Nord e Mezzogiorno è una questione di sistema, non solo di lavoro o di economia. Lo riscontriamo dalla lettura dei principali risultati.

Dice il report che, sebbene la speranza di vita alla nascita sia cresciuta in tutto il paese, la distanza tra i territori è forte. La crescita avuto intensità diverse mentre a Firenze la speranza di vita dei cittadini raggiunge intorno agli 84 anni a Napoli non si superano gli 81 di media. Anche nell’ambito dell’istruzione il divario è ampio: il tasso di iscrizione all’Università dei ragazzi, che si sono diplomati, tocca percentuali più elevate nelle città del Nord a parte L’Aquila, mentre il gruppo delle percentuali minori è formato da Siracusa, Bari, Napoli, Palermo tutte del Sud a parte Vercelli e Imperia. Stessa situazione si ritrova osservando il benessere economico: il reddito medio disponibile pro capite segna una differenza di circa 8mila euro tra le aree geografiche considerate e discorso simile vale per il lavoro, da cui il reddito deriva, in molti casi.

Quando passiamo agli indicatori strutturali, la situazione non migliora. Se si considera l’irregolarità del servizio elettrico le interruzioni hanno superato i tre minuti per utenti nel Mezzogiorno, contro circa il minuto e mezzo del resto d’Italia. Per quanto riguarda la strutturazione della società civile se ne sono trovate 63 ogni 10 mila abitanti nel centro Nord e 44 su 10 mila nel Sud.

Il rapporto evidenzia che le disparità rintracciate tra i singoli e tra le famiglie accompagnano quelle che riguardano le comunità. Ridurre la distanza tra Nord e Sud è essenziale al nostro Paese, anche se sembra un problema sempre rimandato, perché più cresce la disuguaglianza tanto più sarà difficile agire come sistema.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir