Un gioco al ribasso. L’incertezza nei tempi della pandemia e della guerra

La scelta è tra la fatica del discernimento e il disimpegno dell’immobilismo.

Un gioco al ribasso. L’incertezza nei tempi della pandemia e della guerra

Nei tempi dell’incertezza, quali sono quelli della pandemia e della guerra, si presentano puntualmente sulla scena personaggi che in risposta a domande e inquietudini indicano le scorciatoie dell’illusione piuttosto che i percorsi del pensiero. Apprendisti stregoni e pifferai magici ai bordi dell’ignoto vendono sicurezze a buon mercato.

A preoccupare non sono tanto le formule magiche che svaniscono al ritorno della ragione ma il rischio di svuotare di senso il tempo dell’incertezza che diventa un tempo sospeso e non un tempo speso per pensare e costruire un nuovo inizio per la propria e l’altrui vita.

La scelta è tra la fatica del discernimento e il disimpegno dell’immobilismo.

Non si può tacere che l’incertezza accompagna l’uomo, lo induce a rallentare la corsa, a riflettere, a condividere le riflessioni, per costruire un futuro diverso, non incollato al presente.

In un libro del 1965, “La dinamica del provvisorio”, frère Roger di Taizé scriveva dell’esperienza della provvisorietà mettendo in luce l’incrociarsi delle sue dimensioni orizzontali e verticali, facendo risaltare il dialogo tra l’effimero e l’eterno.

Nella diversità e nella preziosità delle due esperienze c’è un legame da scoprire e vivere.

Lo si può fare mettendosi in ascolto di testimoni e maestri del pensiero. Gli apprendisti stregoni e i pifferai magici non hanno titolo per intervenire, non servono formule magiche e neppure musiche suadenti.

L’uomo chiede di essere aiutato a ritrovare sé stesso, a tenere il passo sul cammino, ad avere chiara la meta soprattutto quando attorno franano le certezze, si ridimensionano le conquiste, si infragilisce il progresso.

“La salvezza della persona – scrive Susanna Tamaro nel suo ultimo libro – non dipende da nessun tipo di tecnica ma soltanto dalla forza d’animo e con il dialogo con la voce della propria coscienza. Senza anima, senza una coscienza senza consapevolezza di questa realtà che ci rende unici sulla terra, la nostra civiltà non può fare altro che seguire il destino dei topi di Hamelin”. Il pifferaio magico è sempre pronto a condurre verso la palude dell’immobilismo e della rassegnazione di fronte alle crepe di tante conquiste.

La storia sta procedendo nel buio, ha perso la bussola, sta smarrendo la direzione della giustizia, della fraternità, della pace. Ogni tentativo di riorientarla sembra dissolversi sotto gli attacchi ieri della pandemia e oggi della guerra. La difficoltà di controllare il futuro e di temerlo spinge in molti casi a rinviare le scelte, a non investire, a non modificare, a non rischiare. E questo è un gioco al ribasso molto pericoloso.

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Fonte: Sir