Un vaccino contro la solitudine, Uneba rilancia: “Priorità ai familiari di chi è in Rsa”

L'organizzazione chiede al governo una modifica del piano vaccinale: “Riallacciare le relazioni sarebbe un'importante fonte di benessere psicofisico tanto per l'anziano quanto per il famigliare”

Un vaccino contro la solitudine, Uneba rilancia: “Priorità ai familiari di chi è in Rsa”

Vaccino, subito, per i familiari degli ospiti delle Rsa: torna a chiederlo Uneba, associazione di categoria del settore sociosanitario, rilanciando l'idea del “vaccino contro la solitudine”. Come già chiesto a gennaio, l'organizzazione torna a proporre che “per ogni anziano o persona con disabilità vaccinata e ospite di una struttura residenziale, sia vaccinato un famigliare”.

Come ricorda il presidente Franco Massi, “lo chiedevamo al ministro Roberto Speranza già a gennaio, quando la campagna vaccinale era ai primi incerti passi, assieme alle altre associazioni di categoria del sociosanitario e ad alcuni sindacati. Lo ribadiamo con ancora maggiore convinzione adesso che tutti gli anziani e gli operatori delle Rsa in tutta Italia si sono vaccinati, con la sola eccezione di indicazioni mediche o scelte personali. Mentre ancora pochi sono vaccinati tra i famigliari: i figli di un ospite di casa di riposo hanno tipicamente tra i 40 e i 65 anni”.

Di qui la richiesta di una modifica del piano vaccinale: “Chiediamo che per ogni anziano o persona con disabilità che vivono in strutture residenziali e hanno ricevuto il vaccino, sia vaccinato al più presto un famigliare. In questo modo – spiega Uneba - sarebbe più sicuro e più facile avere più frequenti incontri tra l'anziano o l'anziana ospite della struttura residenziale e il suo figlio o figlia, nipote, fratello o sorella, o amico caro. Riallacciare le relazioni sarebbe un vero 'vaccino contro la solitudine' per l'anziano, oltre che una importante fonte di benessere psicofisico tanto per lui quanto per il famigliare”.

Come evidenzia ancora Massi, “le videochiamate e gli altri sistemi di comunicazione a distanza sono state e sono preziose, ma non possono sostituire la relazione faccia a faccia. E il grande impegno di tante lavoratrici e tanti lavoratori di enti Uneba per dedicare agli anziani accuditi non solo la cura professionale ma anche il calore di una relazione non può comunque sostituire i legami famigliari. L'insistenza dei famigliari per ritornare più spesso e più a lungo nelle strutture è anche la nostra: famiglie e Rsa, figli ed educatrici e operatori sociosanitari sono alleati per il bene dell'anziano. Se un famigliare per ogni anziano sarà vaccinato, si potranno organizzare le visite in serenità. Viceversa, tutto resta più difficile. Perché ogni Rsa e ogni direttore hanno anche la responsabilità, per legge e per i valori di Uneba, di tutela della salute di tutti gli ospiti, di tutto il personale, di tutta la comunità”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)