Voto ai sedicenni? “Non basta abbassare l'età, la politica si impegni per loro"

Il commento di tre esperti del mondo adolescenziale, sostanzialmente favorevoli ma con alcune puntualizzazioni. Laffi: "Gli adolescenti non hanno chiesto il voto e non si sentono pronti". Novara: “Occorre un contesto educativo e sociale che li aiuti ad avvicinarsi alla vita politica”. Pellai: “La paura è che vengano avvicinati dalla politica con le tecniche del marketing”

Voto ai sedicenni? “Non basta abbassare l'età, la politica si impegni per loro"

MILANO - Voto ai sedicenni? Sì, ma bisogna creare il contesto. La proposta dell'ex presidente del consiglio Enrico Letta, che trova l'appoggio del premier Conte e del M5S e del Pd, non potrà tradursi solo in nuova legge. Bisogna creare il contesto. La pensano così Stefano Laffi, sociologo che ha al suo attivo diversi studi e libri sui giovani, Daniele Novara, fondatore del Centro Psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti e Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva.

"Non dobbiamo pensare che tale proposta abbia chissà quale consenso tra i sedicenni - taglia corto Laffi -. Non hanno chiesto di poter votare. Con le manifestazioni e il movimento per il clima hanno chiesto a noi adulti di prendere provvedimenti urgenti e seri per salvare il pianeta. Quindi il diritto al voto ai sedicenni non può essere la risposta a questi movimenti di piazza. Non hanno chiesto il potere, hanno chiesto a chi l'ha di provvedere".  "Spesso i ragazzi affermano che non sanno chi votare - aggiunge Daniele Novara -. Se non prepariamo il contesto, c'è addirittura il rischio che disertino in massa il voto".  "I ragazzi sono molto lontani dalla politica, la mia paura è che vengano avvicinati dalla politica con le tecniche del marketing, che non siano considerati soggetti ma solo oggetti", afferma Alberto Pellai.

Laffi, Novara e Pellai sono in linea generale favorevoli al voto per i sedicenni. Ma manca, secondo loro, un contesto educativo e sociale adeguato perché sia l'effettivo esercizio di un diritto-dovere sancito dalla Costituzione. "I sedicenni non si sentono pronti - spiega Laffi -, per il semplice motivo che non hanno ricevuto alcuna formazione. Personalmente sono d'accordo ad allargare il voto agli adolescenti, ma occorre prepararli. Ed è un'occasione importante, soprattutto per la scuola, oltre che per le famiglie ed eventuali altri agenzie educative. Vuol dire che dobbiamo educare i ragazzi al confronto delle idee, a cercare informazioni sul contesto in cui vivono, a trovare una mediazione tra le posizioni. Tutte cose che a scuola non si fanno, se non nei giorni di autogestione". Il problema non sta quindi negli adolescenti, ma negli adulti. "Non dimentichiamoci che spesso il mondo degli adulti è respingente verso i ragazzi - nota Alberto Pellai -. Basta guardare ai commenti e alle critiche verso Greta e verso chi è sceso in piazza".

Il voto ai sedicenni "potrebbe diventare l'ennesima occasione persa", avverte Daniele Novara. "È una generazione che è stata abbandonata dalla politica e dal mondo degli adulti nel vuoto cosmico del marketing – aggiunge -. Il fatto che ora ci siano degli adolescenti scesi in piazza non vuol dire che la musica sia cambiata. Dobbiamo fare in modo che queste ragazze e ragazzi siano messi nelle condizioni di partecipare con il voto alla vita politica e istituzionale di questo Paese. Il che vuol dire, da subito, investire nell'educazione civica e in tutte quelle forme di partecipazione, come il volontariato, che formino i ragazzi alla partecipazione sociale".

Infine, se si vuole dare il voto ai sedicenni la politica e i politici devono cambiare. "Innanzitutto il linguaggio - afferma Stefano Laffi -. Gli adolescenti hanno mentalità molto diversa dagli adulti, hanno bisogno di risposte concrete, veloci e coerenti. Non hanno ancora un forte senso di appartenenza e se li tradisci, se non mantieni le promesse, ti abbandonano". Non solo. "La politica deve generare spazi di ascolto dei ragazzi, spazi di approfondimento e di discussione - spiega Alberto Pellai -. I politici devono abbandonare il marketing e mettersi a disposizione dei ragazzi. Occorre un grande impegno da parte di tutti perché i ragazzi siano avvicinati alla politica e alle istituzioni. Se i politici non sono disposti a impegnarsi in questo, lascino in pace gli adolescenti e non abbassino l'età del diritto al voto". (dp)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)