Ai.Bi. contro la campagna #ognicoppiapuò: “Non strumentalizzare il sostegno a distanza”

Il presidente di Amici dei Bambini interviene in merito alla campagna #ognicoppiapuò di ActionAid: “Non è etico strumentalizzare una forma di accoglienza bellissima come il Sostegno a Distanza per portare avanti una battaglia politica per presunti diritti degli adulti”

Ai.Bi. contro la campagna #ognicoppiapuò: “Non strumentalizzare il sostegno a distanza”

MILANO - “Chi ha come missione l’accoglienza dei bambini abbandonati del mondo sa benissimo che questi hanno bisogno di un padre e una madre. Il Sostegno a Distanza non c’entra assolutamente nulla con le battaglie politiche per presunti diritti degli adulti e men che meno con l’adozione per le coppie omosessuali. Non può essere strumentalizzato in questo modo”. A dirlo è il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, a proposito della campagna #ognicoppiapuò di ActionAid, che utilizza anche le immagini dei due vicepremier del Governo Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.“Riteniamo che non sia etico – ha dichiarato il presidente di Ai.Bi. - strumentalizzare una forma di accoglienza pura e bellissima, come il Sostegno a Distanza, per altre finalità, come quella di rilanciare il tema della adozione alle coppie omosessuali. Il Sad non ha nulla a che fare con l'adozione, nazionale o internazionale. E comunque chi ha competenza nella materia delle misure di protezione dell’infanzia sa che il vero diritto di questi minori è di vivere non con una ‘coppia qualsiasi’, quello semmai è un capriccio degli adulti, ma con una mamma e papà, potendo così sviluppare relazioni positive tanto con la figura femminile quanto con quella maschile. Figure entrambe necessarie e complementari nello sviluppo armonico di un bambino che quasi sempre si porta dietro i traumi dell'abbandono materno e paterno".“Siamo francamente rammaricati – ha aggiunto Griffini – di come le multinazionali della solidarietà utilizzino il Sad: da quando sono intervenute in Italia, che, ricordiamolo, è il paese che 50 anni fa ha inventato questa forma di solidarietà, hanno trasformato quello che era (e deve rimanere) una relazione di accoglienza fra un sostenitore e un ‘bambino lontano’ o una comunità in una mera raccolta fondi, ricorrendo, senza alcuna remora, all’acquisizione di spazi pubblicitari a pagamento. E anche questa iniziativa ne è una dimostrazione”

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)