Che cosa resta del futuro? Dove va la morale? Ci risponde Simone Morandini

Riprendono gli incontri di "Dove va la morale?". Intervista a Simone Morandini che cura il percorso voluto da Facoltà teologica, Fondazione Lanza e Fisp.

Che cosa resta del futuro? Dove va la morale? Ci risponde Simone Morandini

Riparte dal 15 novembre la proposta di approfondimento sui temi etici "Dove va la morale?", promossa da Facoltà teologica del Triveneto e Fondazione Lanza, in collaborazione con la scuola di Formazione all’impegno sociale e politico (Fisp). Il titolo di questa edizione è: "Etica delle generazioni. Una generazione va, una generazione viene... che resta del futuro?". Al primo incontro (alle 17 nella sede della Facoltà a Padova) interverranno Gian Carlo Blangiardo, demografo dell’Università di Milano Bicocca, e Pier Davide Guenzi, presidente dell’Associazione teologica per lo studio della morale. Introdurrà il ciclo Simone Morandini (Fondazione Lanza e Facoltà teologica), che abbiamo intervistato.

Quali sono le principali emergenze che condizionano oggi la vita dei giovani?
«Un primo problema è quello demografico: i giovani sono pochi e il loro peso sociale cala via via, facendo perdere creatività e slancio all'intero sistema paese. Un secondo è che non sembra esserci posto per loro: si fatica a trovare quel lavoro buono che dà sapore alla vita; per molti l’alternativa alla disoccupazione è fatta solo di lavoretti frustranti e precari. Difficile in tale contesto costruire progetti lungimiranti di vita, anche familiare».

Che futuro si intravvede?
«Di futuro si può parlare solo prospettando una svolta profonda: solo rigenerando un tessuto sociale e produttivo si possono aprire spazi rinnovati. Il rischio, altrimenti, è quello di condannare generazioni intere a restare eternamente ragazzi/e, sospesi nel limbo dell'incertezza». 

Quali piste di riflessione e di lavoro potranno emergere dai diversi contributi che saranno portati nelle conferenze?
«In un tema generale così vasto, i relatori esploreranno dimensioni diverse: accanto a quella demografica (primo incontro) e a quella ambientale (17 gennaio, con Enrico Giovannini, dell’Università di Tor Vergata), un'attenzione sarà rivolta ai nuovi italiani di seconda generazione, con le sfide educative poste dalla loro presenza. Preziosa è la presenza di Youssef Sbai, con la sua conoscenza del mondo musulmano in Italia, accanto a quella di Gaia De Vecchi, che sa intrecciare la prassi dell'educare con la riflessione etica (13 dicembre)».

Nel programma sono presenti anche rappresentanti di altre religioni e confessioni cristiane: che ruolo gioca il dialogo in questo contesto?
«Fondamentale: la città che sta emergendo dalle trasformazioni di questi anni è sempre più plurale e occorre imparare a far interagire in modo costruttivo le diverse comunità religiose. La pluralità è risorsa vitale, non problema. In tal senso nell’incontro finale (7 febbraio) dialogheranno la teologa e filosofa cattolica Lucia Vantini con la pastora Ilenya Goss, bioeticista, per una meditazione congiunta sul futuro nel segno della speranza».

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