Il braccio di ferro tra Polonia e Bielorussia sulla pelle dei migranti

Migliaia di persone sono ammassate al confine nella zona tra Kuznika e Bruzgi. Von der Leyen: “La Bielorussia deve smettere di mettere a rischio la vita delle persone”. Unhcr: “L'utilizzo di rifugiati e migranti per raggiungere fini politici è inaccettabile”

Il braccio di ferro tra Polonia e Bielorussia sulla pelle dei migranti

Hanno passato le ultime due notti nei boschi che costeggiano il filo spinato al confine. Le guardie di frontiera gli danno la caccia senza tregua. Le temperature intanto scendono sotto lo zero e uomini, donne, bambini, per lo più curdi, iracheni e afgani, si riparano come possono. Sono stretti in una strada senza uscita: non possono avanzare verso la Polonia che ha schierato l’esercito per fermarli, non possono tornare indietro verso la Bielorussia che li spinge con le milizie verso la frontiera con l’Ue.

La crisi che si sta consumando tra i checkpoint di Kuznika e Bruzgi non è migratoria ma diplomatica e chiama in causa l’intera Unione Europea. Secondo la Polonia, le autorità bielorusse stanno usando i migranti come arma di ricatto contro le sanzioni imposte al paese. Di contro, la Polonia sta respingendo le persone al confine, usando ogni mezzo. E violando così il diritto a chiedere asilo delle persone. 

La posizione di Ue e Unhcr

Ma nonostante gli abusi, l’Ue si è schierata a difesa delle autorità polacche. “La Bielorussia deve smettere di mettere a rischio la vita delle persone - ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen -. La strumentalizzazione dei migranti a fini politici da parte della Bielorussia è inaccettabile. Le autorità bielorusse devono capire che fare pressioni sull'Unione europea in questo modo, attraverso una cinica strumentalizzazione dei migranti non le aiuterà a raggiungere i loro scopi”. Nei giorni scorsi Von der Leyen ha parlato con il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, il primo ministro lituano Ingrida Šimonytė e il primo ministro lettone Arturs Krišjānis Kariņš per “esprimere la solidarietà dell'Ue e discutere con loro le misure che l'Ue può adottare per sostenerli nei loro sforzi per affrontare questa crisi”. “Invito gli Stati membri ad approvare finalmente il regime di sanzioni esteso alle autorità bielorusse responsabili di questo attacco ibrido - aggiunge la presidente della Commissione -. Il vicepresidente Schinas, in coordinamento con l'alto rappresentante/vicepresidente Borrell, si recherà nei prossimi giorni nei principali paesi di origine e di transito per garantire che agiscano per evitare che i propri cittadini cadano nella trappola tesa dal governo bielorusso autorità”.

L’Ue sta pensando anche a sanzionare, anche mediante l'inserimento in una lista nera, “le compagnie aeree di paesi terzi attive nella tratta di esseri umani”. Secondo le testimonianze, infatti, alcuni dei migranti ora bloccati al confine sarebbe arrivati in Bielorussia attraverso voli di linea. L’operazione sarebbe stata organizzata dal governo di Minsk proprio per creare la crisi alla frontiera.

Intanto l’Unhcr chiede ai due paesi di non usare le persone per giochi di potere: "Le immagini dal confine tra Bielorussia e Polonia sono profondamente preoccupanti. Abbiamo ripetutamente affermato che l'utilizzo di rifugiati e migranti per raggiungere fini politici è inaccettabile e deve cessare. È ora di agire ora: chiediamo alla Bielorussia di evitare di mettere a rischio vite umane”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)