Il dovere di fare la volontà di Dio. Cosa intende la Sacra Scrittura quando parla di “giustificazione”?

La giustificazione è la dichiarazione legale di Dio che una persona è giusta, secondo la sua legge, il cui fondamento è Cristo.

Il dovere di fare la volontà di Dio. Cosa intende la Sacra Scrittura quando parla di “giustificazione”?

La giustificazione è uno dei concetti fondamentali associato alla pace del cuore, alla sicurezza spirituale, alla vittoria sul peccato e alla crescita costante del credente nella fede. Nello studio della Bibbia, un termine prende il suo significato dal contesto e dall’uso abituale che se ne fa in quel particolare ambito. La giustificazione è la dichiarazione legale di Dio che una persona è giusta, secondo la sua legge, il cui fondamento è Cristo, attribuita al credente attraverso l’atto di fede di ricevere lo stesso Cristo come Salvatore e Signore. La giustificazione ha due significati, da un lato significa perdono, remissione e non imputazione dei peccati: è la riconciliazione con Dio, che pone termine sua ira e alla sua inimicizia verso l’uomo, dall’altro, si riferisce al nuovo stato di giustizia acquisito dalla persona che crede in Cristo, che porta con sé tutte le benedizioni che Dio ha promesso ai giustificati. In San Paolo si attua una connessione tra la giustificazione e l’adozione da parte di Dio dei credenti, che diventano figli ed eredi. Giustificazione significa la non colpevolezza di colui che doveva essere dichiarato colpevole da parte del Giudice. Più concretamente la parola esprime la situazione dell’uomo davanti a Dio, che, essendo peccatore, accetta il perdono e la riconciliazione divina.  Paolo sapeva che l’uomo è sotto il tragico potere del peccato, che invade la vita dell’uomo e il mondo intero, con marcata violenza, trascinando l’umanità verso la sua perdizione. Tuttavia, l’uomo da solo non potrebbe mai opporsi alla sua influenza. L’autosufficienza della natura umana non è ammissibile per essere salvati. Solo Gesù Cristo con la sua passione e morte ha ottenuto per gli uomini la giustificazione. Questa redenzione operata da Gesù Cristo implica che l’uomo vi aderisca e lo faccia per fede in Lui. In riferimento al noto verso della lettera ai Galati  “sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno” (Gal 2,16), San Tommaso espresse la sua interpretazione, distinguendo  due tipi di opere derivate dalla legge divina, che si trovano nell’Antico Testamento, le opere cerimoniali, eseguite secondo le leggi rituali della legge di Mosè e le opere etiche, che derivano dalla legge morale naturale, contenuta sostanzialmente nel Decalogo. Pertanto quando San Paolo nega che la giustificazione delle opere che derivano dalla legge di Dio si riferisce alle opere cerimoniali, non a quelle morali, vuol dire che i cristiani non hanno bisogno di adempiere alla legge cerimoniale (figura dell’avvento di Cristo), ma di fare unicamente la volontà di Dio espressa dal Magistero, dalla Tradizione e dalla Dottrina della Chiesa dove Gesù stesso si rende presente e opera la giustificazione dell’uomo.

Paolo Morocutti

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Fonte: Sir