Il ricordo del maestro Claudio Scimone: elevò lo spirito con la musica nelle chiese

Il 6 settembre è scomparso il maestro padovano Claudio Scimone, fondatore dei Solisti Veneti. Il ricordo di Giovanni Zannini. "La musica elevazione dello spirito raggiungeva, secondo lui, la sua sublimazione quando era eseguita nelle chiese".

Il ricordo del maestro Claudio Scimone: elevò lo spirito con la musica nelle chiese

La morte, nella notte tra il 5 e il 6 settembre, del maestro Claudio Scimone ha lasciato nel lutto il mondo musicale padovano: aveva 83 anni (era nato a Padova il 23 dicembre 1934) ma la sua vitalità era ancora prorompente soprattutto quando si trattava di difendere la sua creatura prediletta, l’orchestra da camera “I Solisti veneti”, da lui fondata nel 1959 e diretta per quasi sessant’anni in seimila concerti in tutto il mondo. Ha diretto anche altre importanti orchestre sinfoniche ed è stato protagonista di grandi esecuzioni e incisioni : ha diretto le prime esecuzioni moderne di: Mosè in Egitto, Maometto II, Edipo a Colono di Rossini; l'Orlando Furioso di Vivaldi; Le Jugement Dernier di Salieri; Guilaume Tell di Grétry.

Nella rinata Fenice, ha diretto la prima ripresa moderna della versione veneziana del Maometto II di Rossini.

Per la sua infaticabile attività musicale ha ricevuto la più alta onorificenza dalla Presidenza della Repubblica che l’ha nominato Cavaliere di Gran Croce al merito. Il Consiglio regionale del Veneto gli ha conferito all’unanimità il Leone al merito.

L’Università di Padova gli ha conferito la laurea ad honorem in giurisprudenza, coronando i sogli dei suoi genitori che lo volevano avviato su questa carriera e avevano accolto con grande amarezza il suo abbandono degli studi giuridici, pur effettuati con risultati lusinghieri, per la musica, a poca distanza dal traguardo finale.

Il richiamo della musica era troppo forte: per Claudio Scimone non era solo un grande mezzo espressivo, ma anche uno strumento di educazione e di edificazione spirituale. Per questo riteneva che la pratica musicale fosse essenziale nel curriculum di studi di base, fin dalle prime classi, ed era amareggiato quando vedeva che essa non era presa nella giusta considerazione.

La musica elevazione dello spirito raggiungeva, secondo lui, la sua sublimazione quando era eseguita nelle chiese. A Padova la sua preferita era gli Eremitani, ma era attratto anche dalla chiesa di Santa Caterina, dove l’emozionava suonare al cospetto delle spoglie mortali del grande Giuseppe Tartini, a cui ha intitolato il suo festival musicale.

A conferma della predilezione per la musica nelle chiese aveva tenuto anche un concerto nella Cappella degli Scrovegni, dove ha eseguito il concerto Le Ultime sette parole di Cristo sulla croce di Haydn, ripreso e trasmesso dalla Rai sotto la regia di Ermanno Olmi.

La musica in chiesa realizzava anche la concezione di unitarietà delle arti che Scimone propugnava, nella convinzione che musica, arti figurative e architettoniche si fondessero in un’unica opera d’arte.

Il suo stile di direzione era sobrio, privo dei gesti eccessivi, perfino scomposti prediletti da altri direttori, ma trasmetteva la sua interpretazione dello spartito attraverso l’intensità della gestualità, la decisione e l’energia che sapeva trasfondere nella sua bacchetta.

Giovanni Zannini

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)