“Le Artemigrantine”, un mazzo di carte illustrate per stimolare il dialogo e l’ascolto

L’associazione Arte Migrante dà vita alle prime carte da gioco da usare come metodo di riflessione, brainstorming e condivisione con migranti e senza dimora: 32 disegni per descrivere le proprie emozioni, dire la propria opinione oppure animare un dibattito. “Le immagini esprimono più di mille parole. Condivideremo il mazzo con altre realtà: ognuno potrà aggiungere nuove carte”

“Le Artemigrantine”, un mazzo di carte illustrate per stimolare il dialogo e l’ascolto

Inclusione, condivisione, ascolto, non violenza, diversità, e poi chiusura, imposizione, discriminazione, disagio, ostacolo. Sono alcune delle parole rappresentate nelle “Artemigrantine”, il nuovo mazzo di 32 carte ideato e disegnato dall’associazione Arte Migrante per favorire la riflessione, il brainstorming e la condivisione all’interno del gruppo. L’associazione, oggi presente in più di 30 città, ha l’obiettivo di includere attraverso la musica e le arti persone a rischio di esclusione sociale: migranti, senza dimora, ragazze di strada, tossicodipendenti, ma anche lavoratori, disoccupati, anziani e studenti.

Le carte sono un ottimo strumento da usare per interrogarsi, aprire la mente e comunicare attraverso un linguaggio non verbale – spiega Bianca Arnold, 23 anni, membro del coordinamento di Arte Migrante e ideatrice delle carte –. All’interno del gruppo avevamo iniziato a usare le carte di Dixit, che hanno dei disegni molto evocativi, per confrontarci su tematiche importanti: ognuno poteva scegliere una carta per descrivere come si sentiva in quel momento, oppure per dire la propria opinione rispetto a un tema. In alcuni casi, soprattutto quando si parla di persone che non parlano bene l’italiano, mancano le parole per esprimere il proprio sentire riguardo a una questione. Le immagini a volte esprimono più di mille parole: ci siamo accorti che passare attraverso il disegno, prima di arrivare alla parola, aiuta a sbloccare significati nuovi e ad animare il dibattito. Allora ci siamo detti: perché non dare vita a un mazzo di carte tutto nostro?”

Le carte si possono usare all’interno di Arte Migrante o di altre associazioni, ma anche casa, cioè con la propria famiglia o i propri coinquilini, o in un qualsiasi gruppo di amici: attraverso i disegni si può favorire il dialogo e sbloccare la comunicazione in diversi contesti. Le 32 carte corrispondono a 32 parole chiave, 16 positive e 16 negative: questo aiuta, all’interno di una discussione di gruppo, a portare in luce i punti di forza e le criticità di un’idea. Sul fronte sono stampare le illustrazioni realizzate da Paolo Ambrosio, 22 anni, disegnatore appassionato di street art, mentre sul retro è scritta la parola corrispondente all’immagine, tradotta in cinque lingue (oltre all’italiano anche inglese, francese, spagnolo e arabo).

Non è stato facile capire come rappresentare un concetto senza essere troppo letterali, ma provando a essere più evocativi e metaforici possibile, per stimolare dei significati nuovi – racconta Arnold –. Facciamo un esempio: prendiamo la parola ‘non violenza’. Come rappresentarla? Inizialmente ci è venuto in mente un pugno con una croce sopra, come se fosse la negazione della violenza, ma in realtà la non violenza è molto più di questo, è una modalità di essere. Alla fine abbiamo disegnato due mani a coppa piene d’acqua, per indicare un equilibrio molto preciso tra forza e cura, attenzione, delicatezza. Per mantenere questo fragile bilanciamento, le mani non devono stringere troppo, né troppo poco”.

Le carte saranno quindi un nuovo linguaggio incluso nelle serate di Arte Migrante, in cui chiunque può partecipare e condividere un suo contributo: una canzone, una poesia, una testimonianza, ma anche un disegno, un ballo, un piatto tipico del suo paese. In pandemia l’associazione non si è fermata, e i vari gruppi territoriali continuano a organizzare eventi in remoto, utilizzando la piattaforma Zoom, con cadenza bisettimanale o mensile: si inizia con un gioco di presentazione, poi si passa alle condivisioni delle performance artistiche.

“Le carte possono essere usate anche in remoto, osservando i disegni in formato digitale – conclude Arnold –. Le prime 16 carte sono già pronte, ora stiamo realizzando le altre 16: per diffonderle, abbiamo pensato di inviare i pdf a tutte le realtà che ne hanno bisogno, in modo che ognuno le possa stampare in autonomia e usare nel modo che preferisce. Inoltre, chi vuole può anche creare nuove carte e aggiungerle, cosicché il mazzo sia potenzialmente infinito. Siamo riusciti a realizzare un piccolo sogno che avevamo da tempo: abbiamo creato un canale alternativo per dare voce ai desideri del gruppo, i sogni, le difficoltà, i punti su cui riflettere. Ogni carta è unica per ognuno di noi, perché ognuno di noi è unico”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)