Mattarella ai media vaticani. “Relazioni ottime” con la Chiesa cattolica. Europa "comunità di valori"

“Un’Italia che recuperi appieno il senso e il valore del sentirsi comunità di vita. L’Italia registra, al suo interno, una gran quantità di iniziative, e comportamenti, di grande solidarietà; e questa realtà è nettamente prevalente. Ma affiorano, rumorosamente, atteggiamenti di intolleranza, di aggressività, di chiusura alle esigenze altrui".

Mattarella ai media vaticani. “Relazioni ottime” con la Chiesa cattolica. Europa "comunità di valori"

"Sono fenomeni minoritari, sempre esistiti, in realtà, ma sembrano attenuate le remore che prima ne frenavano la manifestazione. Non si tratta di una condizione peculiare del nostro Paese: appare così in tutta Europa e anche in altri Continenti”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in un’intervista a tutto campo con i media vaticani (L’Osservatore Romano, Radio Vaticana, Vatican News).

Per il presidente, “vi si aggiunge un aspetto, diverso, e da non confondere con quello che ho appena indicato: le conseguenze del profondo disagio sociale, provocato dalla crisi economico-finanziaria del decennio passato e, a ben riflettere determinato, non soltanto in Italia, anche dal trasferimento di risorse, sempre più ingenti dall’economia reale alla finanza speculativa; dal forte aumento della distanza tra i molto ricchi e la gran parte della popolazione. Anche i mutamenti nel mondo del lavoro, conseguenti alla globalizzazione e alle nuove tecnologie – entrambe, peraltro, condizioni, per tanti aspetti, positive – contribuiscono a far sorgere incertezza, e insicurezza, nel tessuto sociale. Si sono generate, come dicono gli studiosi, periferie esistenziali, non soltanto territoriali. Ambiti di sofferenza e di disagio, frutto dello smarrimento che viene avvertito diffusamente. Smarrimento accentuato dal venir meno di soggetti aggreganti in vari versanti della società – dalle varie realtà associative ai partiti politici – o dalla loro diminuita capacità di attrazione e rappresentanza. È necessario evitare che questi fenomeni, così diversi fra di loro, si possano saldare, determinando situazioni di paura, di avversione reciproca, di conflittualità tra persone, tra gruppi sociali, tra territori all’interno di ciascun Paese. Condizione che, come già qualche segnale indica, si trasferirebbe in ambito internazionale. A fronte di tutto questo però, vorrei ripetere, vi è la fiducia ispirata da quanto di positivo si registra, ed è ampio, nella nostra società”.

“Le relazioni sono ottime sotto ogni profilo e – come recita la Costituzione – ciascuno nel proprio ordine”. “La collaborazione è piena, in ogni ambito e settore in cui le attività, della Santa Sede e quelle dello Stato italiano, si incontrano, in sede interna e in sede internazionale”. Per quanto riguarda il contributo della Chiesa alla vita dell’Italia, ha aggiunto, “occorre, naturalmente, distinguere, come soggetti e come operatività, le due, diverse dimensioni in cui si presenta la Santa Sede e la Chiesa italiana. Sul primo versante, il magistero di Papa Francesco riceve grande attenzione ed esercita influenza significativa sui nostri cittadini, anche per l’affetto che questi nutrono nei suoi confronti. Francesco è subito diventato un punto di riferimento per gli italiani. Per parte sua la Chiesa italiana fornisce un contributo, di grandi dimensioni, alla società del nostro Paese, non soltanto sul piano spirituale, concorrendo al raggiungimento degli obiettivi, indicati dalla nostra Carta costituzionale”. “La presenza della Chiesa italiana nella dimensione culturale, educativa e sociale è motivo di riconoscenza – ha ribadito il Capo dello Stato -. Le innumerevoli iniziative di diocesi, parrocchie, realtà associative, in favore dei più deboli, degli emarginati, di chi chiede ascolto e accoglienza sono concrete ed evidenti; e costituiscono un richiamo costante all’esigenza di aiuto reciproco nella vita quotidiana, per rafforzare la coesione della nostra comunità”.

“Le religioni rivestono un ruolo crescente sulla ribalta internazionale. Se questo è sempre avvenuto in altri Continenti, oggi lo si vede accresciuto anche in Europa. Questo aumento di influenza è di grande rilievo per assicurare al mondo comprensione reciproca e pace. I leader religiosi godono di prestigio e hanno un forte seguito nelle varie popolazioni. Il rispetto reciproco e il dialogo tra le diverse fedi – che parlano di pace e di fratellanza – rappresentano condizioni essenziali; e costituiscono il principale antidoto all’estremismo che cerca di strumentalizzare il sentimento religioso”. Ne è convinto il presidente della Repubblica italiana, che ricorda come siano sempre esistiti “tentativi di strumentalizzarlo a fini politici e di potere. Il terrorismo di matrice islamista fa parte di questo antico fenomeno, purtroppo amplificato dagli strumenti moderni, nelle conseguenze della sua strategia e attività criminale; che ha colpito, ancora, negli ultimi giorni in Burkina Faso, in Iraq, in Afghanistan. Ad esso si aggiungono violenze e attentati di stampo suprematista, come quello di Christchurch, in Nuova Zelanda, contro fedeli musulmani”. “La Dichiarazione sulla Fratellanza umana firmata da Papa Francesco e del Grande Iman di Al Azhar è di grande importanza, sul piano dei principi e su quello concreto, per rimuovere le basi della predicazione di odio del terrorismo, che evoca abusivamente motivazioni religiose”, aggiunge il presidente: “Così come lo è stato il gesto di Papa Francesco a Bangui: far salire con sé, sulla papamobile, l’Imam di quella città, nel corso della sua visita nella Repubblica Centrafricana, in occasione dell’apertura del Giubileo. È stato un grande gesto, di grande efficacia comunicativa e di grande apertura”.

L’Unione non è un comitato di interessi economici, regolato dal criterio del dare e dell’avere, ma è una comunità di valori. Questa convinzione è l’unica che corrisponda, davvero, alla storica scelta dei fondatori dei primi organismi comunitari”. “Questo viene percepito, forse talvolta inconsapevolmente, ma con effettività, soprattutto da due generazioni: i più anziani, che ricordano qual era la condizione dell’Europa prima di quella scelta, e i più giovani, che possono viaggiare liberamente da Trapani a Helsinki e da Lisbona a Stoccolma. Vede, tutti dovrebbero riflettere cosa hanno provocato due atroci guerre mondiali, combattute soprattutto in Europa; e cosa rappresentava vivere in un’Europa divisa in due dalla cortina di ferro, dal muro di Berlino, dall’angoscia, sempre presente, di un conflitto nucleare devastante”. “Talvolta si dimentica il valore delle condizioni in cui ci troviamo e quel che sono costate di fatica e di sacrifici – aggiunge Mattarella -: bisogna sempre pensare che queste condizioni, per quanto imperfette, sono da preservare e da consolidare; e non sono scontate e irreversibili”. Tutto ciò “non vuol dire che nell’Unione tutto vada bene”: “La percezione delle sue istituzioni, da parte di larghe fasce di elettorato europeo, non sempre è positiva, anche se è spesso l’egoismo degli Stati – e non quindi quelle istituzioni – a frenare il sogno europeo. Per qualche aspetto l’andamento della vita dell’Unione – anche per il freno posto da parte di alcuni Paesi – dà l’impressione di essersi fermata, come in ordinaria amministrazione; quasi appagata dalla condizione raggiunta, come se il disegno europeo fosse già compiuto. Questo ha, sensibilmente, appannato il disegno storico, la prospettiva e la tensione ideale dell’integrazione. Papa Francesco, con saggezza, indica il centro della questione. L’Europa deve recuperare lo spirito degli inizi. Deve curarsi di più della sorte delle persone. Deve garantire sempre maggior collaborazione, uguaglianza di condizioni, crescita economica, ma questo si realizza realmente soltanto con una crescita culturale civile, morale”.

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Fonte: Sir