Villa Estense. Una meravigliosa chiesa restaurata: oltre ai professionisti, coinvolti anche i parrocchiani

Dopo un anno e mezzo di restauro, la chiesa arcipretale di Villa Estense torna ad accogliere i fedeli mostrando la sua antica bellezza, frutto del connubio tra architettura neoclassica e decorazioni barocche. L'intervento, che verrà a costare circa 550 mila euro, comprende anche il rifacimento degli impianti. A ripulire le pale d'altare e i quadri appesi alle pareti ci hanno pensato invece i parrocchiani, seguendo le istruzioni fornite dai restauratori.

Villa Estense. Una meravigliosa chiesa restaurata: oltre ai professionisti, coinvolti anche i parrocchiani

Pareti ritinteggiate, colori di quadri e affreschi che tornano a splendere, stucchi e paramenti finalmente liberati dalla minaccia dell’umidità. Dopo un anno e mezzo di lavori, la chiesa arcipretale di Villa Estense, consacrata nel 1886, accoglie i fedeli mostrando tutta la sua antica bellezza, frutto di un armonioso connubio tra architettura neoclassica e decorazioni barocche. A inaugurare la chiesa restaurata è stato il vescovo Claudio, domenica 10 febbraio, celebrando la messa conclusiva della settima tappa della sua visita pastorale.

«Sappiamo che Gesù non ha bisogno di restauri: è vivo e sempre presente in mezzo a noi» – ha commentato don Claudio, che durante l’omelia ha rinnovato l’invito di Gesù a diventare pescatori di uomini. «Costruire relazioni con gli altri: è questo lo spazio del nostro stare bene – ha spiegato – come uomini e come cristiani siamo felici quando amiamo e ci sentiamo amati. In un’epoca in cui la società spinge ciascuno ad andare da solo per la propria strada, il Signore ci chiama invece alla comunione: non solo con le altre comunità, come sta accadendo qui, ma anche con la nostra storia. Ecco dunque che il restauro di questa chiesa diventa un modo per recuperare il legame con il patrimonio spirituale che ci è stato trasmesso». 

Il restauro della chiesa dedicata ai santi Andrea Apostolo e Colomba era iniziato a luglio del 2017: un intervento quanto mai necessario vista l’umidità che si infiltrava nelle pareti. Costruito nell’Ottocento sulla precedente chiesa di Sant’Andrea con annesso monastero, l’edificio era stato oggetto di un restauro interno negli anni Sessanta del Novecento, mentre tra il 2004 e il 2005 si era deciso di mettere mano al tetto e alle pareti esterne. Ma negli ultimi anni l’aumento di infiltrazioni d’acqua e di umidità avevano reso necessario un secondo restauro delle pareti interne, del soffitto e dell’oratorio.

Le vecchie malte applicate alle pareti sono state staccate fino a un’altezza di tre metri lungo tutto il perimetro interno dell’edificio di culto, per poi sostituirle con nuove malte a prova di umidità. Per scongiurare la presenza di questo nemico, sono stati installati tre piccoli “deumidificatori”, che hanno il compito di monitorare il livello di umidità presente nell’unica spaziosa navata e di assorbire la quantità in eccesso. Ultimata la fase di stesura delle nuove malte, i muri sono stati ritinteggiati ripristinando il delicato rosa pastello scelto due secoli fa per dare alla chiesa un tocco più caldo e accogliente. Anche gli stucchi sono stati ripuliti, così come l’affresco che decora il soffitto, opera di Gio Battista Baldi, raffigurante la glorificazione di Sant’Andrea Apostolo e datato 1907.

La mano esperta dei restauratori della ditta Borin di Arquà Petrarca non ha soltanto restituito all’affresco le pennellate luminose ispirate a quelle di Giambattista Tiepolo, ma ha risanato anche le crepe presenti sulla superficie. Della pulizia dei quadri si è occupato invece un gruppo di parrocchiani: le pale d’altare e quelle appese alle pareti, infatti, sono state momentaneamente spostate in canonica. Qui i volontari, seguendo le istruzioni fornite dai restauratori, hanno tolto la patina di polvere che si era accumulata negli anni.

«Sembrava di essere in un laboratorio di restauro – racconta il parroco don Giuliano Giacon – in molti si sono dati da fare con entusiasmo. Se avessimo affidato anche la semplice pulitura dei quadri alla ditta specializzata i costi sarebbero aumentati ancora di più». Il restauro, ancora in corso nell’oratorio annesso alla chiesa, verrà a costare circa 550 mila euro di cui 250 finanziati dalla Cei e dalla Fondazione Cariparo. La somma restante, invece, è a carico della parrocchia. Finora parrocchiani e associazioni si sono dimostrati molto generosi. La cifra comprende anche il rifacimento degli impianti audio, elettrico, di illuminazione e di riscaldamento, ormai obsoleti.

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