Volontariato. Padova Capitale prepara la fase 2: “Non considerati più barellieri”

Oltre 1,6 mila i nuovi volontari che hanno dato la disponibilità nell’emergenza nella Capitale europea del volontariato 2020. Un “bene prezioso” da “custodire, incentivare e sostenere”, racconta il presidente del Csv di Padova, Emanuele Alecci: “Nella fase più acuta, il volontariato è stato uno dei pochi riferimenti concreti”

Volontariato. Padova Capitale prepara la fase 2: “Non considerati più barellieri”

“In rischio di essere considerati ancora barellieri della storia, come diceva Luciano Tavazza, è stato messo da parte. In questi giorni di emergenza abbiamo costruito tavoli di contaminazione in cui sono state prese decisioni, e noi abbiamo dato il nostro contributo”. Emanuele Alecci, presidente del Centro di servizio per il volontariato provinciale di Padova sintetizza così questi primi mesi trascorsi in una Capitale europea del volontariato 2020 blindata per via del lockdown causato dal coronavirus. Dopo l’inaugurazione avvenuta a inizio febbraio, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, infatti, il tempo per festeggiare l’avvio dell’anno europeo si è esaurito velocemente. Il volontariato, tuttavia, non si è del tutto fermato, ma insieme alla diocesi e al Comune di Padova ha trovato il modo di trasformare l’anno da Capitale europea in una esperienza concreta di solidarietà.  Il progetto lanciato da Comune, diocesi e Csv di Padova, “Per Padova noi ci siamo”, in poco tempo ha raccolto la disponibilità di 1.637 nuovi volontari e più di 38 mila euro con la raccolta fondi attivata online. Un segnale importante che arriva proprio da uno dei primi territori italiani coinvolti dall’emergenza sanitaria. “Ci siamo trovati immersi nella gestione immediata di una grande emergenza e abbiamo avuto modo di provare un’azione generativa che, dopo un anno e mezzo di sollecitazione, è diventata contaminante. Al punto tale che il volontariato, nella fase più acuta, è stato uno dei pochi riferimenti concreti”. In questi mesi, infatti, l’azione congiunta di Csv, diocesi e Comune ha permesso di consegnare 4.820 buoni spesa a 568 famiglie per un totale di 96.400 euro. Sono state inoltre 531 le spese consegnate con generi di prima necessità raccolti con l'iniziativa "spesa sospesa" attivata in 69 punti vendita, ma questi sono soltanto alcuni dei numeri di un’azione capillare più ampia e di un coinvolgimento inedito del volontariato. “Emblematica è stata la domenica mattina successiva alle comunicazioni del presidente del Consiglio Conte in cui annunciava l’arrivo delle risorse economiche per la povertà alimentare - racconta Alecci -. Il sindaco di Padova ha convocato le organizzazioni, la Caritas, il Csv e tutti insieme, in questo nostro grande progetto, abbiamo deciso come procedere. Quattro ore dopo avevamo già stampato i buoni e il lunedì avevamo già iniziato a consegnarli. È un fatto nuovo”.  Come per tutta Italia, anche per la Capitale europea del volontariato adesso inizia la cosiddetta fase 2 e al Csv si sta lavorando affinché questa risposta solidale di tanti cittadini e le progettualità messe in campo possano continuare ad essere un contributo importante per la collettività. “Abbiamo 4 o 5 mesi ancora complicati - continua Alecci -. Speriamo che vada tutto bene. Ora bisognerà capire come muoversi con la novità di questa disponibilità metropolitana di giovani, studenti e persone che si sono innamorate di questo impegno”. Volontari singoli, spesso non legati a nessuna organizzazione e che per il presidente del Csv di Padova rappresentano un “bene prezioso” su cui investire. “Noi ci stiamo interrogando tantissimo su come preservarlo, custodirlo, come incentivarlo e sostenerlo - spiega Alecci -. Sono persone disponibili a mettersi in gioco per la comunità. Non saranno i volontari del Csv, certo, ma bisognerà farli crescere: da una parte farli rientrare in un mondo associativo classico, ma non è poi così semplice perché quando arrivano forze nuove bisogna saperle gestirle e accoglierle, o andare a costruire qualcosa di nuovo”. Al Csv di Padova, intanto, in queste ore si sta lavorando a quella che potremmo chiamare la fase 2 della Capitale europea del volontariato. Un’esperienza che potrebbe andare avanti ancora per qualche mese nel 2021. “A breve lanceremo la fase 2 nella Capitale dove l’azione di questi ultimi mesi diventerà un elemento caratterizzante. I sette tavoli di lavoro avviati non si sono fermati: hanno continuato a lavorare e sono pronti a lanciare messaggi, proposte, iniziative e allargare lo sguardo oltre i confini di Padova”. Nella giornata di oggi, inoltre, sono ripresi anche i lavori con la Fondazione Zancan per la realizzazione di una Carta dei valori del volontariato aggiornata. “Avevamo detto che bisognava ricucire il paese - conclude Alecci -, ora bisogna proprio ricostruire e vedremo quale potrà essere il nostro contributo”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)