8 marzo, Uici chiede un Osservatorio disabilità-lavoro

Lavoro, "strumento principe di autonomi e parità". L'organizzazione denuncia: "Le donne con disabilità sono vittime di discriminazione, ancora più invisibile e profonda, e ancora molto lontane dal poter realizzare un’esistenza di libertà e uguaglianza"

8 marzo, Uici chiede un Osservatorio disabilità-lavoro

"Le donne con disabilità sono vittime di discriminazione, ancora più invisibile e profonda, e ancora molto lontane dal poter realizzare un’esistenza di libertà e uguaglianza": lo denuncia  l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, organizzazione nazionale che rappresenta le istanze di circa 2 milioni di cittadini ciechi assoluti e ipovedenti e con pluridisabilità, che celebra  l’8 marzo con un momento di riflessione, insieme a scrittrici, operatori del settore, esponenti del mondo della ricerca, della cultura e dello sport. Tra queste, Barbara Leporini, ricercatrice, la scrittrice Elasti-Claudia Di Lillo, la campionessa olimpica di paratriathlon Anna Barbaro e rappresentanti delle istituzioni tra cui la deputata Maria Elena Boschi e la Vice Presidente del Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW) Ana Peláez Narváez.

"Donna e disabilità come duplice marchio negativo e fattore già di per sé causa di discriminazione e pregiudizio, con la disabilità che moltiplica i suoi effetti negativi sulla persona nel caso si tratti di una donna a esserne portatrice. - si legge in una nota - Spesso infatti, per una donna con disabilità, alla discriminazione di sesso e di genere, si somma quella dovuta alla menomazione fisica, psichica o sensoriale. Ne consegue che le donne disabili fanno una fatica raddoppiata per affermare la propria personalità, manifestarsi nel corpo, conciliare i diversi ruoli sociali e quindi farsi riconoscere e guadagnare il loro diritto all’esistenza, in una lotta quotidiana per dare voce e dignità al proprio progetto di vita, in famiglia, nel lavoro, nella società".

“L’8 marzo, al di là di festeggiamenti e celebrazioni, ci consegna ancora una volta un panorama di squilibrio e di mancata uguaglianza tra uomini e donne in ogni aspetto della vita personale, familiare, sociale –  commenta il  presidente Mario Barbuto - Uno squilibrio che abbiamo il dovere di colmare con atti concreti e misure efficaci e una disuguaglianza che le donne hanno il diritto di denunciare, richiedendone il superamento. Al centro di questo impegno, oggi più che mai, sta il tema del lavoro, strumento principe di autonomia, realizzazione e parità per le donne, che registrano situazioni di fragilità economica e sociale sempre più evidenti, che il periodo della pandemia ha reso ancora più stridenti. Per questo come Uici chiediamo con forza l’istituzione di un Osservatorio Disabilità-Lavoro che, in seno al Ministero del lavoro, sia in grado di monitorare l’andamento del collocamento lavorativo, per trarne indicazioni utili ad accrescere le opportunità professionali e innovare i percorsi formativi con un particolare focus proprio sulle donne”.

Le donne con disabilità ancora oggi devono combattere con i pregiudizi di chi le vuole troppo fragili, bisognose di cura, vittime. - ha dichiarato la deputata Maria Elena Boschi - Devono combattere due volte di piu’ in un mondo che sembra non ammettere varianti, ma chiede omologazione di corpi e pensieri. Superare gli stereotipi di genere è una battaglia difficile. Abbattere quelli che riguardano le donne con disabilità ancor di più. Sono convinta, però, che il primo passo per rompere il soffitto di cristallo sia stato fatto: finalmente si parla della vita e dei diritti delle donne con disabilità senza tabù. Presto potremo rompere non solo il soffitto ma anche le pareti che impediscono a tutte le donne di partire dallo stesso punto degli uomini.”

Lavoro come perno imprescindibile di parità ma anche la necessità di favorire una maggiore presenza nei luoghi della decisione e nella sfera politica.

“Nel denunciare la condizione delle donne con disabilità, l’Uici rinnova il suo impegno sui temi di genere e intende dare più spazio al valore e ai valori delle donne a partire da sé e dalla propria organizzazione – ha ricordato Linda Legname, neo eletta alla vice presidenza dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti - Nell’ultimo Congresso del novembre scorso, per esempio, le candidature femminili erano state giusto sufficienti a rispettare la quota “rosa” di un terzo, eppure ben dieci delle undici candidate sono risultate elette e di conseguenza in Consiglio Nazionale oggi, purtroppo, è presente una percentuale femminile del 25 per cento circa che si rispecchia anche nella Direzione nazionale. Personalmente come tutte le donne dell’Unione dobbiamo assumere l’impegno perché si arrivi finalmente a un equilibrio del 50 per cento di uomini e 50 per cento di donne in tutte le posizioni dirigenti Nazionali, Regionali, Territoriali”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)