Bambini in attesa di famiglia: cercasi genitori pazienti per Simone

Il piccolo ha 5 anni, un ritardo cognitivo e alcune difficoltà di relazione. Ma nell’ultimo periodo ha imparato molte parole nuove e comincia a imparare a controllare la rabbia. L’appello della Rete delle MammeMatte per trovare una famiglia affidataria

Bambini in attesa di famiglia: cercasi genitori pazienti per Simone

Simone è un bambino di 5 anni con un ritardo cognitivo e due occhi profondi che parlano della sua vivacità ed esuberanza. Al momento si trova presso una cosiddetta “famiglia ponte” e ha anche una mamma biologica che vede con piacere, il rapporto con lei è fondato su una relazione di sincero affetto, ma risulta molto carente sul piano educativo. La mamma è una donna sola, che si barcamena per risolvere i suoi problemi e non riesce a occuparsi di Simone. Sono stati insieme per vari anni in una comunità mamma-bambino, ma alla fine non ha retto ed à andata via: “Così è al sicuro”, ha detto a un’educatrice uscendo dalla comunità.

Per questo bambino, che oggi sta attraversando un periodo di difficile, perché ha cominciato a rendersi conto delle sue fatiche, rattristandosi e talvolta reagendo fisicamente, si è attivata l’associazione M’aMa dalla parte dei bambini, più nota come la Rete delle MammeMatte che, su mandato del Tribunale per i minorenni, si è messa alla ricerca di una famiglia per lui. Dopo essere stato accolto dalla famiglia ponte, Simone ora ha infatti urgentemente bisogno di una famiglia che si possa occupare di lui a tempo pieno per un periodo medio-lungo. Vanno bene genitori affidatari single o in coppia, etero e omosessuali, purché residenti in Piemonte.

In famiglia Simone si è dimostrato un bambino molto impegnativo da gestire nella quotidianità a causa delle sue difficoltà e del suo temperamento, ma anche un bimbo che ha fatto notevoli progressi dal punto di vista linguistico e relazionale. “È un bambino che richiede moltissime attenzioni personalizzate – fanno sapere le MammeMatte –. Tende a concentrare la sua attenzione e proiettare il suo attaccamento su un adulto alla volta, il che comporta atteggiamenti verbalmente e fisicamente espulsivi nel momento in cui sono presenti più adulti. In questi casi tende anche ad andare in confusione, gridando o piangendo per esprimere la sua disapprovazione. D’altro canto, Simone ha imparato a pronunciare molte nuove parole e oggi riesce a comporre delle frasi rudimentali per comunicare”.

Nell’ultimo periodo, forse anche grazie al miglioramento dell’espressione orale, ha sviluppato un temperamento ironico. “Ride quando percepisce un controsenso o una situazione paradossale e talvolta sorride dei propri comportamenti – aggiungono le MammeMatte –. In alcuni casi si riescono a stemperare le sue angosce facendolo ridere”. Oggi Simone sembra anche aver in parte ridimensionato l’espressione della rabbia e gli atti provocatori, si mostra più sereno dal punto di vista relazionale e meno aggressivo con le figure di riferimento. A volte prende anche l’iniziativa di chiedere scusa dopo aver messo in atto un gesto aggressivo e risulta più collaborativo nell’essere coinvolto nelle attività.

 Antonella Patete

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)