Coronavirus e detenzione: le raccomandazioni del Consiglio d'Europa

"Le misure precauzionali non devono comportare trattamenti inumani" avverte Mykola Gnatovskyy, presidente del Comitato per la prevenzione della tortura. Sì a una restrizione dei colloqui tra detenuti e famigliari, ma maggiori possibilità di fare telefonate

Coronavirus e detenzione: le raccomandazioni del Consiglio d'Europa

"Le misure precauzionali adottate non devono mai comportare trattamenti inumani o degradanti per le persone private della libertà personale": il richiamo viene da Mykola Gnatovskyy, presidente del Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti (Cpt). Con l'epidemia da coronavirus, nelle carceri, nei centri di rimpatrio dei migranti, così come nelle stazioni di polizia o in altri luoghi di privazione della libertà sono state adottate misure per ridurre il rischio di contagio. Il Cpt, in un documento reso noto oggi, riconosce l'importanza delle misure di prevenzione e ricorda che il principio base è che devono servire per tutelare la salute dei reclusi stessi.

In dieci punti il Comitato per la prevenzione della tortura, afferma quali sono i principi ai quali bisogna attenersi nell'adottare misure per evitare il contagio. Innanzitutto, invita le autorità dei 46 stati che aderiscono al Consiglio d'Europa di dotare il persone degli istituti dei necessari strumenti di protezione. Inoltre, che ogni misura restrittiva "presa nei confronti dei detenuti deve essere basata sulla legge, essere necessaria, proporzionata, limitata nel tempo, e deve rispettare la dignità umana". Il Cpt auspica che, soprattutto in questo periodo, siano predilette le forme alternative alle detenzione, così da evitare sovraffollamenti nelle carceri.

Anche se in questi mesi può essere  "legittimo e ragionevole sospendere le attività non essenziali", ai detenuti "deve essere garantito di poter mantenere un adeguato livello di igiene personale e il diritto ad accedere quotidianamente agli spazi esterni". Inoltre "qualsiasi restrizione dei contatti col mondo esterno, incluse le visite, deve essere compensata con un maggiore accesso a telefonate e comunicazioni via internet". Infine il Cpt invita a dare maggiore sostegno psicologico ai detenuti e di avere particolare attenzione verso i più anziani o a quelli che hanno già patologie. 

Dario Paladini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)