Così le grandi associazioni incoraggiano i migranti a fare volontariato

L’impegno nella sanità e l’assistenza con le Misericordie, nella donazione di sangue e organi con Avis e Aido, nell’arte con il Fai e il Touring club: nella ricerca promossa da CSVnet e Centro studi Medì le 5 reti raccontano come hanno accolto l’impegno gratuito degli stranieri

Così le grandi associazioni incoraggiano i migranti a fare volontariato

Negli ultimi anni il mondo del non profit ha visto aumentare il numero di volontari di origine immigrata, in connessione con il carattere sempre più strutturale del fenomeno migratorio in Italia. Si tratta di una realtà recente ma in crescita, che la ricerca “Volontari inattesi”, promossa da CSVnet e realizzata dal Centro studi Medì ha voluto approfondire guardando anche alle buone prassi messe in campo da alcune reti nazionali, alcune delle quali intervenute con propri rappresentanti alla presentazione del 22 giugno in diretta streaming.

Il terzo capitolo del libro, curato da Deborah Erminio e intitolato appunto “Le reti nazionali del volontariato e gli immigrati: dati ed esempi di buone prassi”, descrive alcune di queste iniziative cercando di metterne in luce le caratteristiche comuni e il valore aggiunto rappresentato dai volontari di origine straniera.

Il primo esempio citato nella ricerca è quello della fondazione Fai - Fondo ambiente Italia che dal 2008 organizza corsi per mediatori artistico-culturali, da ognuno dei quali escono in media 30 persone formate e, di queste, una parte prosegue la sua attività come volontario. I volontari di origine straniera attualmente attivi nel progetto sono 109, e provengono da 45 diversi paesi. Complessivamente sono stati realizzati 29 corsi sulla storia e l’arte locale, a cui hanno partecipato quasi 1.000 persone di diversa provenienza. I volontari partecipano alle iniziative del Fai di apertura al pubblico di siti e luoghi solitamente inaccessibili, nella veste di narratori di opere d’arte, fornendo spiegazioni in italiano o nelle proprie lingue madri. Questo ruolo è uno dei punti di forza del progetto, perché restituisce alle persone il valore della propria individualità: non più solo migranti schiacciati nel bisogno economico o rifugiati in fuga, ma individui che nutrono interessi culturali.

La Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia riunisce oggi oltre 700 confraternite, con 670 mila iscritti di cui oltre 100mila sono volontari attivi. Le Misericordie si occupano principalmente di trasporto sanitario, ma nel tempo hanno affiancato a questa altre attività come l’assistenza domiciliare leggera, i servizi alla persona verso disabili, anziani e immigrati, ecc. Attualmente i volontari di origine immigrata, aumentati negli ultimi anni, sono 1.887, provenienti da 89 paesi esterni all’Unione Europea. Sono spesso richiedenti asilo che iniziano a fare volontariato mentre sono ospiti in un centro di accoglienza e, successivamente, proseguono la propria collaborazione tramite il servizio civile. In base alle competenze linguistiche possono prendere parte ai vari servizi delle confraternite, dall’accompagnamento sociale o sanitario al trasporto sanitario, previa formazione.

L’Avis-Associazione volontari italiani del sangue, conta oltre un milione di donatori volontari di cui 47.252 di origine straniera, suddivisi tra 29.579 comunitari e 17.673 non comunitari (costituiscono il 4,6% di tutti i volontari Avis e anche qui sono una presenza in crescita). Da oltre dieci anni l’associazione promuove campagne di sensibilizzazione sia nazionali che locali per favorire un maggior coinvolgimento della popolazione straniera. Le donazioni delle persone di origine straniera, inoltre, consentono di avere sangue completamente compatibile, altrimenti difficile da trovare, perché alcune popolazioni hanno gruppi o sottogruppi sanguigni rari tra i caucasici.

Il Touring Club Italiano si occupa da oltre 100 anni di turismo, cultura e ambiente. Nel 2005 ha avviato l’iniziativa “Aperti per voi” per favorire l’apertura di luoghi di cultura attraverso la collaborazione dei volontari per il patrimonio culturale. L’intento è di promuovere e diffondere la conoscenza dei beni culturali consentendo, grazie alla presenza dei volontari, la visita di luoghi altrimenti inaccessibili o visitabili con orari ridotti. A queste attività partecipa anche una quota di volontari di origine immigrata (48 persone). I numeri sono piccoli, ma l’esperienza è significativa perché anche in questo tipo di volontariato l’arte e la cultura fanno da ponte tra mondi diversi.

Infine l’Aido - Associazione italiana per la donazione di organi tessuti e cellule, circa una decina di anni fa ha promosso un percorso interno di riflessione sul dono degli organi presso le comunità immigrate; ne è scaturita una prima campagna di sensibilizzazione per far conoscere l’associazione e il suo operato anche alle popolazioni immigrate, condotta tramite una brochure con informazioni generali su donazione e trapianto tradotta in diverse lingue. Attualmente fanno parte dell’associazione 33.713 persone nate all’estero.

Volontari inattesi” (Erickson 2020, pagg. 352, euro 27)
La sintesi del capitolo III sulle buone prassi nelle reti nazionali.

La scheda editoriale.

La prefazione.

 

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